Una lezione al di là di ogni sospetto

Nel giorno in cui attendo Marty dal suo Ritorno al futuro (e lo attendo davvero, guardandomi intorno come se mi aspettassi di vederlo per strada da un momento all’altro), io che da fiera donnaalcontrario in quel lontano ’85 tutto mi sarei immaginata fuorché di diventare mamma, a 39 anni suonati imparo una lezione tutta nuova.

Per cinque settimane ho avuto pochi attimi al giorno, bronci sfuggenti tra bagno e cucina,  saluti fugaci sull’uscio di casa, baci rubati mentre dormiva già da ore.

I ricci informi perché Lui ha le dita troppo grandi (???) per incrociarle in un codino colorato…

I compiti affidati alla pazienza dei nonni piombati in aiuto della family al contrario

La tosse infinita, perché ha pensato bene di ammalarsi quando non ero disponibile a portarla dal pediatra…

I piedini (o dovrei dire piedoni) cresciuti tempestivamente questo mese che tra un po’ le vecchie sneakers si sarebbero trasformate in open toe

E io che non avevo neanche un briciolo di energia per sentirmi una madre degenere…

Una lezione che mia figlia mi ha insegnato

Confesso, non ce l’ho fatta!

Il mio lavoro di costumista, un lavoro che amo alla follia, che per anni è stato l’unico obiettivo della mia vita, un lavoro tanto meraviglioso quanto duro, che ti permette poche ore di sonno e non sempre tranquillo, quel lavoro mi ha completamente assorbito.

Sapevo che dovevo dare il 100% e l’ho dato, senza pentirmi neanche per un secondo, e con gioia perché oltre che un lavoro è la mia passione, e mi concede di incontrare persone eccezionali che voglio nella mia vita e a cui non posso e non devo rinunciare.

Un lavoro che ha un inizio e una fine certa.

Sapevo che il 10 Ottobre sarei tornata alla mia quotidianità.

E se in passato speravo che quel momento non arrivasse mai, questa volta avevo la consapevolezza che, sì, sarebbe stato terribilmente triste ma che dopo il 10 ottobre non sarei rimasta agonizzante nell’oblio del “non ho più ragione di vivere”.

Mi aspettava la mia vita, Safari e soprattutto Lei.

Una lezione da non dimenticare

Non avevo intuito quanto mia figlia avesse in me un punto di riferimento… e pure chiaro, solido.

E che senza quel punto di riferimento, tutte le sue fragilità, espresse anche con atteggiamenti scontrosi e, diciamolo pure, da grandissima “cagacazzo”, sarebbero emerse all’ennesima potenza.

Non avrei mai immaginato che perdere me, seppur per un tempo circoscritto (e ti assicuro, non lo dico per delirio di onnipotenza… anzi), volesse dire per lei perdere la direzione… quella direzione che pian pianino abbiamo costruito insieme negli ultimi tre anni .

In mezzo c’è stata una settimana che io chiamo di riallineamento.

Con scontri continui, fastidi reciproci, facce da “non ti sopporto più” ma…

… Quando domenica al cinema, aggrappate l’una all’altra, piangevamo all’unisono alla vista di Bing Bong (l’amico immaginario di Inside Out), che si sacrificava per la felicità della sua bambina, ho imparato la lezione e tutto si ricomponeva.

Di nuovo eravamo una squadra, forte, compatta…

Di nuovo comunicavamo solo con lo sguardo…

Di nuovo parlavamo di “cose da femmine”…

Di nuovo daje con gli scherzi da sceme incallite.

E forse quando alle h 16,29, appena uscite da scuola, ci imbatteremo nella DeLorean con Marty, Jennifer e Doc a bordo, le racconterò di un vecchio film dell’ ’85 e di una bambina che non sognava di essere madre e che oggi è fiera di esserlo di Lei.

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