Multipotenzialità e dintorni: di cosa si tratta?

Scoprire il concetto di multipotenzialità nella mia vita ha risposto, per lo meno in parte, alla domanda: chi sono io? chi è Noemi?

Tranquilla/o. È tutto ok.

Non bevo, non assumo droghe e, per il momento, ho preso abbastanza bene l’essere entrata negli ‘anta.

Il fatto è che, da qualche tempo, sento una strana interferenza, uno stridio fastidioso, quando mi viene fatta la domanda: “Cosa fai nella vita?”.

Ora a te verrà in mente quel geniale pezzo di cinematografia (Ecce Bombo, 1978), in cui Nanni Moretti chiede alla ragazza stralunata «Che lavoro fai?», e la ragazza risponde «Mi interesso di molte cose». E lui insistendo «Concretamente? Come campi?», si sente rispondere «Giro, vedo gente, faccio cose».

Geniale, l’ho già detto?

Niente di tutto questo, sebbene riguardarlo mi strappi sempre una grassa risata e quindi l’ho inserito nella categoria vediloognitantochemalenonfa.


Prima della multipotenzialità…

Da che mi ricordo, io sapevo cosa volevo fare da grande.

Mi piaceva disegnare e mi piaceva disegnare vestiti.

Così, nonostante una forte propensione verso la fisica astronomica (ero già multipotenziale all’epoca), finito il liceo, mi è sembrato naturale scegliere l’Accademia di Belle Arti, con indirizzo Costume e Moda.

E “sono diventata” una stylist, il ché mi ha dato tantissime soddisfazioni lavorative e umane.

Poi ho seguito un’altra grande passione, il cinema, e sono quindi “diventata” anche costumista, e ho amato follemente anche questo lavoro.

Il fatto è che per molti anni io “ero il mio mestiere”. Io ero la Stylist. Io ero la costumista.

Mi identificavo completamente con il mio lavoro.

Volevo solo quello nella vita, da buon capricorno ero molto ambiziosa e non c’era spazio per altro.

Volevo essere la migliore in quello, facevo di tutto per esserlo e fine della storia.

A questo punto ci sono stati altri avvenimenti che fanno parte della categoria c..zi miei, quindi non ne parlo, ma che mi hanno aperto le porte verso altre attività, non necessariamente lavorative.

E sia che si trattasse di cavalli, di spignatto, di fisica quantistica (ma ce ne sono molte di più), mi ci buttavo a capofitto, studiavo tutto, volevo sapere tutto, ne diventavo una vera esperta.

Lo so che ti sembra un ragionamento astruso ma abbi la pazienza di seguirmi ancora un po’.

L’esigenza di catalogare

Subito dopo aver pubblicato Safari, in molti hanno cominciato a dirmi «Adesso sei diventata una scrittrice» (arridaje), e non importa se io non mi senta necessariamente una scrittrice, non importano nemmeno tutte le altre cose che ci sono state nella mia vita e che ci sono ancora oggi (mica ho fatto un reset delle mie competenze!). 

Quello che penso è che, in generale, si abbia bisogno di catalogare le persone.

Un po’ come nei vecchi Postalmarket delle nostre mamme (a proposito: qualcuno sa che fine hanno fatto?). Prima l’abbigliamento donna, poi quello da uomo, poi i bambini, poi l’abbigliamento intimo, articoli per la casa, etc.

Tu devi essere ingegnere, avvocato, architetto, panettiere, muratore, insegnante, disoccupato, casalinga. Sei inserita/o nella casellina e, se ne esci, l’altro entra in crisi. Non sa più dove metterti.

Pensa solamente a cosa succederebbe se, al momento di compilare la tua carta d’identità, alla domanda «Che mestiere fa?», rispondessi «Sono un essere umano in continua evoluzione». L’impiegato comunale chiamerebbe subito la neuro, perché se non ci manda te, andrebbe di matto lui.

Personalmente penso che la grandezza dell’essere umano sia ancora tutta da scoprire.

Ci dicono così tante volte che usiamo una piccolissima percentuale delle funzionalità del nostro cervello, ma allora perché non aiutarci a disporre di questo immenso tesoro, anziché propinarci le solite briciole?

Non siamo solo ingegneri, avvocati, panettieri.

Noi facciamo gli ingegneri, gli avvocati, i panettieri.

E siamo molto di più.

Non sto dicendo che non dobbiamo amare il nostro lavoro, non potrei mai dirlo perché io per prima ho bisogno di appassionarmi alle cose che faccio, anzi forse le amo di più proprio perché so di non conoscerle mai abbastanza.

Dico soltanto che ci sono persone come me e, credo, come molte altre là fuori, a cui queste etichette stanno un po’ strette.

La scoperta della Multipotenzialità

Qualche giorno fa, mentre pensavo a questo post, mi sono ritrovata davanti ad un video di TED che, guarda un po’, parla proprio di questo tipo di persone (ancora mi stupisco quando penso a qualcosa e la vita mi risponde immediatamente. Poi dicono che è solo un caso).

Tornando al video, Emily Wapnick, le chiama Multipotential, cioè persone che nel corso della vita si interessano a molte cose, non solo ad una, acquisendone grande conoscenza, persone definite anche come rinascimentali, perché nel Rinascimento era considerato un ideale, non un deficit, essere portati per molte discipline (uno tra tutti, Leonardo Da Vinci) e che hanno, ascolta bene, tre super poteri (alzi la mano chi di noi non ha mai sognato di essere un super-eroe!):

3 poteri multipotenzialità

I 3 poteri della multipotenzialità

1)   Sintesi di idee, cioè la capacità di combinare due o più campi e creare idee nuove dalla loro intersezione.

2)   Apprendimento rapido, dovuto al fatto che studiamo tutto quello che c’è da sapere sull’argomento con la mentalità del principiante, quindi senza l’arroganza di sapere tutto e, in più, abbiamo già imparato altre centinaia di cose e quindi non partiamo mai veramente da zero.

3)   Adattabilità, il saper adattarsi a qualunque situazione ci venga proposta.

Perciò mia/o cara/o multipotential, prenditi qualche minuto del tuo prezioso tempo per ascoltare questo essere umano e nutrire i tuoi super-poteri perché, come dice lei, siamo destinati a perderli se convergiamo la nostra attenzione in un solo campo.

E soprattutto non avere dubbi: il mondo ha bisogno di noi.

Quanto a me, devo ancora scoprire come, ma ci sto lavorando.

Il TED di Emily Wapnick sulla multipotenzialità

Multipotenziale libro

Se vuoi scoprire se sei un multipotential e come approcciare alla vita lavorativa in tal caso, c’è anche un bel libro, sempre di Emily Wapnick, che ti consiglio di leggere perché ricco di spunti interessanti.

Si chiama Diventa chi sei e il sottotitolo è: una pratica guida per persone creative che hanno molteplici passioni e interessi.

34 risposte a “Multipotenzialità e dintorni: di cosa si tratta?”

  1. Ciao Noemi! Anche io faccio parte di questa categoria, quella di chi odia le etichette e di chi si dedica a più lavori senza scendere a compromessi con la qualità 🙂 Spesso è dura, perchè agli occhi dei più non sei credibile: “Ah davvero questo testo lo hai scritto tu? Non me lo aspettavo da un’ architetto!” E via con i luoghi comuni..

    1. A me ancora chiedono com’è possibile che abbia scritto un libro, ma vabbè, ormai ci sono abituata. Per noi è un po’ complicato tutto però non posso fare a meno di interessarmi a più cose, sono un’inguaribile curiosa.

  2. Molto interessante questo articolo. Io per moltissimi anni sono stata la “Notaia” perché per vent’anni ho lavorato da un Notaio, poi, nel 2015, il grande cambiamento e ora alla domanda: cosa fai? anche io rispondo: scrivo, viaggio, vedo cose……

  3. Faccio sempre fatica, e provo imbarazzo, nel rispondere alla fatidica domanda: “Che lavoro fai?”. Come spiegare in un attimo una miriade di cose? Si é accesa la lampadina quando una donna, tempo fa, mi ha parlato della multipotenzialitá. Esiste una categoria anche per me ed é anche molto vasta! In questa mi sento molto a mio agio. 🙂

    1. Per me è stata una liberazione perché mi sentivo in imbarazzo esattamente come te. Se dovessi spiegare tutto quello che ho fatto nella mia vita, ci vorrebbero tre vite 🙂

  4. Non so se sono una multipotential. Ciò che so è che sono molti gli interessi che ho avuto e che continuerò ad avere durante le varie età della mia vita.

    1. Alla fine non è importante “definirsi”, o almeno è questo che mi ha aiutato a comprendere il concetto di multipotenzialità.

  5. Eccomi sono in continua evoluzione… e da Gennaio 2019 ritorno a scuola, già si una scuoa vera e propria fatta di matematica e tante altre materie comprese quelle… di imparre i vari modi di tagliare le Patate!!! Non si deve mai smettere di volere imparare!!!

  6. Anche io quando mi si chiede cosa faccio nella vita tergiverso molto perchè è lunga da raccontare. Multipotenziale anche io svolgo 3 attività per andare avanti infatti =D

  7. Nonostante io abbia superato i 40 da un pò, non so ancora cosa farò da grande. Mi interesso di molte cose, ma nessuna riesce a “catalogarmi”

    1. Questa mania di “catalogare” non riesco proprio a farmela mandare giù. La capisco, per carità, ma proprio non mi piace.

  8. Anche io credo in quello che hai scritto. Molte volte ci fossilizziamo su alcuni aspetti della nostra vita tralasciando quelli importanti.

  9. bello questo articolo! permetti ai tuoi lettori di conoscerti di più e questo mi piace! e quando mi chiedono che lavoro faccio io rispondo… Viaggio. e se mi guardano male non sto lì a spiegare come mi guadagno da vivere. sono persone che comunque non capirebbero anche dopo una spiegazione di 10 ore.

    1. C’è un bisogno legato al mercato, prevalentemente. Io lo capisco ma non mi piace comunque. Preferisco essere una battitrice libera.

  10. anche io trovo molto fastidiosa la domanda Cosa fai nella vita?…… solitamente giro intorno all’ostacolo e cambio discorso …..oppure ne parlo solo con persone con le quali ho dei legami particolari……

  11. Per molti anni io sono stata “la sorella di”. Il mio percorso scolastico mi ha vista arrivare nelle stesse aule sempre dietro di lei. C’era sempre un termine di paragone che mi infastidiva. Poi la scelta di non andare all’università mi fece fare una deviazione che nessuno si aspettava. Credevo di essere finalmente riuscita a scappare da qual quadratino in cui venivo chiusa, e invece no. Ecco un altro quadratino spuntare all’orizzonte. Ero diventata la ragazza dell’Eden Roc, l’hotel in cui ho lavorato per ben 12 anni. Due anni fa il grande cambiamento, lascio l’Hotel e mi dedico ad un mestiere che (finalmente!) nessuno riesce bene a classificare. Non esiste un quadratino che possa contenermi. Ecco, finalmente a distanza di tanti anni questa è la frase che più mi piace usare. Quando mi chiedono cosa faccio nella vita adesso ( e lo chiedono increduli come se cambiare lavoro dopo 12 anni fosse un reato da pena di morte), io rispondo: non c’è quadratino che possa contenermi al momento, ma faccio ciò che mi piace e sono felice! 🙂

  12. davvero interessante questo post. Sai io non dico mai quello che faccio nella vita perché stare a spiegare le mie attività passa sempre in secondo piano. La mia domanda principale è te ne frega davvero o lo chiedi solo per farti i fatti miei e poter gongolare nel caso ti rispondessi che sono al verde e faccio la disoccupata? Raccontare della mia genialità di come la sfrutto spesso passa davvero in secondo piano così preferisco sorridere e limitarmi a rispondere lavoro tantissimo

  13. Io sono…chi voglio essere. Io sono tutte le cose che voglio fare. Siamo fatti, credo,di tutti i nostri interessi. Per quanto mi riguarda ammetto di aver fatto un tipo di scuola per necessità, per altri motivi poi non ho mai esercitato la professione che quella scuola avrebbe voluto che io facessi. Più siamo aperti a conoscere e a voler fare ciò che ci piace più credo che stiamo bene con noi stessi

    1. Penso che tu abbia ragione ma che non sempre sia così immediato e facile da fare. Perlomeno è quello a cui ambisco 🙂

  14. Ho visto con grande interesse anche il video, oltre aver letto l’articolo e non mi ci rispecchio totalmente: per qunto mi adatti alle situazioni e ai cambi di programma imrovvisi, per quanto siano variegati i miei interessi sono un incasellatricce: ogni cosa deve avere il suo spazio, il suo tempo il suo “ritmo”.

    1. Il confronto con una persona come te mi interessa molto perché io, nonostante sia una organizzata, ho davvero mille interessi e mi ritrovo perfettamente nelle parole di Emily.

  15. Articolo davvero interessante e che apre gli occhi su chi non sapeva trovare una definizione per sé stesso che è molto più del lavoro che fa!

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