Alice Charm Doctor Bag di Vendula London

Quando mi chiedono di che si parla in questo blog, rispondo: di cose serie, importanti con un tocco di ironia.

Per quanto mi riguarda, il sorriso, anche nelle situazioni amare, è davvero l’ingrediente necessario. Senza quello non potrei sopravvivere.

Ecco perché le cose di cui amo circondarmi devono avere anche loro quel tocco “necessario” di ironia.

Oggi ti presento la borsa di un brand che corrisponde perfettamente a queste caratteristiche: seria e ironica.

Vendula london a villa Pamphili

Vendula London e la sua Alice Charm Doctor Bag

In fondo cosa c’è di più serio per una donna della sua borsa?

All’interno contiene tutto il suo mondo… e forse qualcosa di più.

In più le borse Vendula London hanno quel tocco di ironia di cui ti stavo proprio parlando.

Sono fatte a mano per renderle uniche e utilizzano materie prime che provengono da tutto il mondo e che non danneggiano l’ambiente e gli animali.

Io ho scelto la Alice Charm Doctor Bag.

Perchèèèèè????

Primo: Ho sempre avuto un debole per le valigette da medico, quelle di cuoio, tutte un po’ rovinate. Le adoro.

Secondo: Vogliamo parlare di Alice Nel paese Delle Meraviglie? Era la mia fiaba preferita e poi ho sempre amato la Regina di Cuori, con quella testa enorme e il corpo piccolo. Mi fa sempre tanto ridere!

Vendula London Alice bags

I dettagli che fanno lo stile

Un’altra cosa che mi ha colpito della Alice Charm Doctor Bag è la cura dei dettagli.

Nel mio mestiere di costumista, mi piace pensare che sia “il dettaglio a fare il personaggio”. A volte è una cravatta, a volte un orologio, a volte un cappellino, però il dettaglio, l’accessorio determina sempre il carattere.

Chi ha cura dei dettagli, denota stile.

E in questa borsa di stile ce n’è, eccome!

Lo stile distingue dalla massa.

La grande Coco Chanel diceva: “La moda passa. Lo stile resta”.

E io non riesco proprio a darle torto.

Che ne dici? Questa borsa ha passato l’esame alcontrario?

interno Alice Charm Doctor Bag

*La Alice Charm Doctor bag mi è stata gentilmente donata da Vendula London perché potessi testarla per te.

Perché abbiamo bisogno di Good News!

Sì, sto parlando proprio di Good News, delle belle e sane Buone Notizie.

Di solito mi guardo bene dal parlare di attualità. Non è il mio mestiere e so che questa non è la sede giusta.

Ma credo che per tutte/i noi sia difficile non essere coinvolte/i dalle brutte notizie che i TG ci propinano.

È da qualche tempo ormai che faccio fatica a guardarli. Lo confesso.

Soprattutto nelle ore in cui si mette qualcosa nello stomaco.

Mi rendo conto che sia giusto e necessario essere informati su quello che accade intorno a noi, nel mondo in cui viviamo, nel mondo in cui lavoriamo, facciamo crescere i nostri figli e ci sbattiamo per realizzare i nostri sogni.

È giusto essere informate/i, ma qualche volta mi viene in mente che ci sia una specie di “corsa alla disgrazia”.

Lo so, sto dicendo qualcosa di forte, e non voglio accusare i giornalisti di “cercare la notizia brutta che fa audience”. Ma qualche volta lo penso, lo ammetto.

E qualche volta le cose sono diverse, e spero, farà cambiare la mentalità di chi fa informazione.

Good News

Le Good News fanno audience

Qualche volta l’audience ce l’ha la Good News, la Buona Notizia.

Il momento in cui si ritrova viva una persona rapita, in cui la luce si accende sui soccorritori, la loro gioia e gli sguardi nel momento in cui hanno tirato fuori quell’essere umano.

Si riaccende in loro e in tutte/i noi la speranza e il desiderio di ritrovare anche altre persone, di assistere ad altre buone notizie.

Nell’ultimo anno ho fatto attenzione a quest’aspetto dell’informazione dei media. E sono andata a cercarmi altri “luoghi” di informazione.

Luoghi, prevalentemente sul web, dove c’è chi parla non solo di catastrofi, politici ignoranti e omicidi.

Luoghi in cui si diffondono le Buone Notizie.

Luoghi in cui si parla soprattutto del buono che c’è in questo nostro mondo.

Luoghi che alimentano la speranza e la fiducia nella vita e nelle persone.

Siamo diventati un popolo cupo, sospettoso. La conquista della globalità ci ha fatto rinchiudere dentro confini inesistenti se non perché li abbiamo costruiti noi.

Ricordiamoci chi siamo

Abbiamo dimenticato che siamo un popolo di artisti, navigatori, scopritori del mondo e che, mischiandoci con il resto del mondo, abbiamo creato le cose più belle.

Abbiamo dimenticato che è la conoscenza la nostra più grande risorsa.

Conoscenza delle cose ma soprattutto dell’altro.

Conoscenza di una cultura diversa dalla mia.

Conoscenza di cucine differenti dalla mia.

Conoscenza di colori diversi dal mio.

Abbiamo dimenticato che il mondo intorno a noi è soprattutto un mondo di risorse, di grandi possibilità, di infinita speranza.

Ecco perché abbiamo bisogno di Good News.

Per ricordarcelo.

Per non dimenticare.

Per ritrovare ogni giorno la speranza.

Per avere fiducia che il nostro non è soltanto il mondo triste e cattivo che ci vogliono far credere perché “fa audience”.

Che nel nostro mondo esiste quella parte oscura ed esiste anche la parte luminosa.

Come ho scritto nei ringraziamenti di Safari: “mi piace l’idea che felicità generi altra felicità”.

Sono assolutamente convinta che “la felicità sia contagiosa” e mi auguro che questo potente virus si diffonda il più velocemente possibile.

Mi auguro che possiamo mettere l’attenzione anche e soprattutto sulla luce, non solo sull’oscurità.

Mi auguro che smetteremo di lottare contro gli “altri” e che ci lasceremo contaminare da loro.

Mi auguro con tutta me stessa che invertiamo la tendenza, qui e ora, non domani, che tempo da regalare al buio mi sembra proprio non ce ne sia più.

Spazzola lisciante Jade Hair Straightening Brush

Spazzola lisciante… salvami tu!

Adesso tu mi dirai: esagerataaaaaa!

Ma che?

So benissimo che molte donne mi capiscono bene.

Confesso che vado dal parrucchiere solo una volta l’anno per sistemare il taglio perché ho sempre paura che me li taglino troppo. Per il resto faccio da me.

E a dirla tutta non ho neanche tempo per mettere in piega i capelli.

Non aiuta nemmeno che i miei capelli sono spessi e che, dopo la doccia, sembro una leonessa africana (la foto sotto lo testimonia: poi non dire che non ti voglio bene perché per fotografarmi in quelle condizioni ci vuole un’enorme dose d’amore).

packaging jade hair straightening brush
La spazzola lisciante di Irresistible me

Irresistible me

Insomma quando Irresistible Me, leader nella produzione di extensions naturali, mi ha proposto di testare la sua spazzola lisciante, Jade Hair Straightening Brush, mi è sembrato un regalo gigantesco.

Innanzitutto ti dico che è una spazzola lisciante in ceramica e tormalina, un minerale che emette ioni negativi in grado di idratare i capelli. È comoda da maneggiare, e mentre spazzoli i capelli, li metti anche in piega. Dimmi se è poco!

La temperatura varia dai 130° ai 230° e i dentini permettono di appoggiarla tranquillamente allo scalpo senza incorrere a ustioni da casalinga disperata.

E non bruci nemmeno i capelli. Il che è un’ottima cosa visto che di solito l’utilizzo delle piastre fa venire doppie punte & co.

Ti arriva con un packaging elegante nero con chiusura magnetica e un libretto di istruzioni all’interno. L’unico neo, ma è davvero una piccola cosa, è che dovrai comprare un adattatore universale per la corrente (si trova a pochi euro nei negozi di elettronica). Essendo una che ama viaggiare, io ce l’avevo già.

Nella foto sotto ti mostro il risultato alla fine dell’utilizzo della spazzola lisciante Jade Hair Straightening Brush.

Io avendo tanti capelli e grossi, come accennavo prima, ho dovuto passarla più volte ma il risultato mi soddisfa molto e i capelli rimangono lucidi e con un effetto naturale.

Ci tengo a dire che non ho usato Photoshop o altri filtri. Le foto mostrano “tutta la verità, nient’altro che la verità. Lo giuro”.

Insomma io te la consiglio.

La spazzola lisciante Jade Hair Straightening Brush ha passato l’esame alcontrario ed è assolutamente tra gli Approvati per voi!

spazzola lisciante dopo

Perché non esiste il letargo umano?

Letargo umano? Ma di che stai parlando?

Sì, lo so che adesso diventerò impopolare tra gli amanti del freddo, gli imperterriti della neve e del ghiaccio.

Ma che ci posso fare? Io non amo l’inverno.

Non mi piace vestirmi a strati, mi sento l’omino della Michelin con i maglioni e il piumino. Non mi piace il grigino del cielo. Non mi piace avere mani e piedi simili a ghiaccioli.

Non mi piace passare il tempo a prendere vitamina C e tisana allo zenzero.

Ché con tutte le cose della to-do-list mammamoglieamicadonna, mi devo mettere i promemoria anche per quello.

Amo la luce del sole, i primi fiori di Primavera, la natura che si risveglia, il verde intenso dei prati. Mi piacciono i vestiti leggeri e i sandali.

Che ne so, magari in una vita precedente ero un orso o uno scoiattolo, uno di quegli animali che durante la stagione fredda vanno in letargo.

Perché se fosse per me, dal giorno dopo Natale ai primi di Aprile me ne starei ben accucciata sotto il piumone.

Ma poi te lo sei mai chiesto perché gli animali vanno in letargo?

scoiattolo letargo
Esemplare di scoiattolo newyorkese 🙂

Una riflessione sul letargo

Che poi avrei fatto anche una riflessione…

Ma non è una contraddizione che, nel periodo dell’anno in cui la natura in generale si protegge (gli animali si richiudono nelle tane, le piante si spogliano, curano le radici), tutto per rigenerarsi e prepararsi alla primavera, noi esseri umani, che pur animali siamo, ci arrabattiamo tra impegni, appuntamenti, visite mediche, lavori, bollette, scuola, palestra, crema per le screpolature, ehm… chi più ne ha, più ne metta?

Non è che stiamo sbagliando qualcosa?

Adesso tu mi dirai: Noemi, ma ti pare che con tutti i casini che abbiamo, ci possiamo fermare a fare una riflessione filosofica sulla vita?

Eh, no, hai proprio ragione.

Eppure questa domanda me la faccio mentre sono in ballo con un lazzaretto familiare, nessuno esente, nemmeno la figlia felina che sembra essere quella in condizioni peggiori visti i suoi 16 anni*.

Anzi è proprio perché mi sono accorta che molti casini convergono nel periodo invernale (mi sono mica dimenticata la caldaia rotta?!) che mi si è accesa una lampadina.

La risposta a questa domanda non la conosco.

So però che l’unico modo per affrontare questi momenti che l’anima sfranta chiamerebbe “sfigati”, e quella illuminata (è nascosta ma c’è anche lei), chiamerebbe “occasioni”, è lasciarsi andare.

*poche settimane dopo aver scritto questo articolo la nostra Nuvola ci ha lasciato. Ne ho raccontato la forza e la lezione che mi ha insegnato nell’articolo: Il Mio San Valentino al contrario.

Non creare resistenza

Che non vuol dire arrendersi a come stanno le cose.

Non vuol dire diventare apatici, apatiche.

Vuol dire agire lasciando che il flusso della vita faccia il suo corso.

Ché, con un po’ di fiducia e buona fortuna, le cose si aggiusteranno… nel migliore dei modi.

Ecco questo devo proprio farlo.

Voglio proprio farlo.

Invece di dare sfogo alla rabbia, di muovermi come una forsennata per risolvere i mille problemi, con l’unico risultato di avere l’occhiaia spiaccicata a terra appena alle 8 di sera, voglio provare a vivere queste difficoltà con più leggerezza.

Non voglio lottare, né con me stessa, né con le situazioni.

Voglio cambiare qualcosa e magari lasciare che la mia parte animale mi guidi più di quella mentale.

Per lo meno, voglio provarci.

E tu? Come affronti i periodi complicati?

Accetto i tuoi consigli come manna dal cielo!


Qualche tempo questo articolo, scoprii la Ruota dell’Anno e il motivo per cui in inverno dovremmo riposare anziché agire in questo modo non naturale.