Perché abbiamo bisogno di Good News!

Sì, sto parlando proprio di Good News, delle belle e sane Buone Notizie.

Di solito mi guardo bene dal parlare di attualità. Non è il mio mestiere e so che questa non è la sede giusta.

Ma credo che per tutte/i noi sia difficile non essere coinvolte/i dalle brutte notizie che i TG ci propinano.

È da qualche tempo ormai che faccio fatica a guardarli. Lo confesso.

Soprattutto nelle ore in cui si mette qualcosa nello stomaco.

Mi rendo conto che sia giusto e necessario essere informati su quello che accade intorno a noi, nel mondo in cui viviamo, nel mondo in cui lavoriamo, facciamo crescere i nostri figli e ci sbattiamo per realizzare i nostri sogni.

È giusto essere informate/i, ma qualche volta mi viene in mente che ci sia una specie di “corsa alla disgrazia”.

Lo so, sto dicendo qualcosa di forte, e non voglio accusare i giornalisti di “cercare la notizia brutta che fa audience”. Ma qualche volta lo penso, lo ammetto.

E qualche volta le cose sono diverse, e spero, farà cambiare la mentalità di chi fa informazione.

Good News

Le Good News fanno audience

Qualche volta l’audience ce l’ha la Good News, la Buona Notizia.

Il momento in cui si ritrova viva una persona rapita, in cui la luce si accende sui soccorritori, la loro gioia e gli sguardi nel momento in cui hanno tirato fuori quell’essere umano.

Si riaccende in loro e in tutte/i noi la speranza e il desiderio di ritrovare anche altre persone, di assistere ad altre buone notizie.

Nell’ultimo anno ho fatto attenzione a quest’aspetto dell’informazione dei media. E sono andata a cercarmi altri “luoghi” di informazione.

Luoghi, prevalentemente sul web, dove c’è chi parla non solo di catastrofi, politici ignoranti e omicidi.

Luoghi in cui si diffondono le Buone Notizie.

Luoghi in cui si parla soprattutto del buono che c’è in questo nostro mondo.

Luoghi che alimentano la speranza e la fiducia nella vita e nelle persone.

Siamo diventati un popolo cupo, sospettoso. La conquista della globalità ci ha fatto rinchiudere dentro confini inesistenti se non perché li abbiamo costruiti noi.

Ricordiamoci chi siamo

Abbiamo dimenticato che siamo un popolo di artisti, navigatori, scopritori del mondo e che, mischiandoci con il resto del mondo, abbiamo creato le cose più belle.

Abbiamo dimenticato che è la conoscenza la nostra più grande risorsa.

Conoscenza delle cose ma soprattutto dell’altro.

Conoscenza di una cultura diversa dalla mia.

Conoscenza di cucine differenti dalla mia.

Conoscenza di colori diversi dal mio.

Abbiamo dimenticato che il mondo intorno a noi è soprattutto un mondo di risorse, di grandi possibilità, di infinita speranza.

Ecco perché abbiamo bisogno di Good News.

Per ricordarcelo.

Per non dimenticare.

Per ritrovare ogni giorno la speranza.

Per avere fiducia che il nostro non è soltanto il mondo triste e cattivo che ci vogliono far credere perché “fa audience”.

Che nel nostro mondo esiste quella parte oscura ed esiste anche la parte luminosa.

Come ho scritto nei ringraziamenti di Safari: “mi piace l’idea che felicità generi altra felicità”.

Sono assolutamente convinta che “la felicità sia contagiosa” e mi auguro che questo potente virus si diffonda il più velocemente possibile.

Mi auguro che possiamo mettere l’attenzione anche e soprattutto sulla luce, non solo sull’oscurità.

Mi auguro che smetteremo di lottare contro gli “altri” e che ci lasceremo contaminare da loro.

Mi auguro con tutta me stessa che invertiamo la tendenza, qui e ora, non domani, che tempo da regalare al buio mi sembra proprio non ce ne sia più.

7 risposte a “Perché abbiamo bisogno di Good News!”

  1. Hai perfettamente ragione guardare la TV nelle ore dei pasti fa passare l’appetito ma non solo a volte viene una depressione assurda. Io oramai leggo le notizie sul web così scelgo quando farlo e durante i pasti nulla tutto spento. Le food news andrebbero date più spesso fanno bene allo spirito e all’anima.

    1. Vuoi sapere una cosa? Io non accendo più la TV da dicembre scorso. Ecco, l’ho detto. Come te, preferisco il web cercando informazioni nei canali ufficiali.

  2. Ah quanta ragione in queste righe. Io non accendo mai la tv ( ma da sempre, per me è al pari di un suppellettile ) e non apro mai le notizie sui social. Ho pochi siti da cui prendo informazioni, e sono quelli ufficiali. Il resto è noia. Anzi sarebbe da segnalare sempre la fake news. In queste settimane ad esempio, per non leggere scemenze e sentire baggianata, vado al circolo letterario. Apro un libro, annuso, comincio a leggerlo li e poi continuò a casa.

    1. Quanto ti capisco! Io come te mi informo solo sui siti ufficiali però l’idea del circolo letterario non mi era ancora venuta in mente. Adoro i libri e, anche per me, sono un rifugio dell’anima.

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