New York City: la mia casa nel mondo

Il Taxi ci lascia sotto casa.

Pago, sistemo un attimo le valigie sul marciapiedi e mi giro verso destra.

Lui è lì. Sempre bello.

Non ci vediamo da 6 anni ma sembra non sia passato un solo giorno.
Oggi brilla di giallo e blu.

È l’Empire e io penso: “Eccomi, sono di nuovo a casa”.

Sì, New York è la mia casa nel mondo.

Chrysler a New York
Chrysler e taxi giallo 💛

New York City: il mio vestito perfetto

Sai di quelli che non hai bisogno di provarlo perché lo sai già che ti starà bene?

E poi, quando lo metti addosso: Wow!
Non ha bisogno di ritocchi, l’orlo è giusto per la tua statura, il colore è il tuo preferito, il taglio ti fa una linea da urlo.

Ecco: New York è questo per me.

Dumbo New York city
Dumbo a Brooklyn

Cosa vedere a New York

Il primo giro lo dedico sempre a Central Park

… perché c’è il signore, vestito come in un film di Francis Ford Coppola, che suona il jazz…

… perché mi diverto a guardare le foche dello Zoo che si mettono in posa per le foto…

… perché osservo le/i Dog Sitters portare in giro 10 cani di razze diverse…

… perché mi piace dar da mangiare agli scoiattoli…

… e per molto di più.

Ma non c’è fretta. Ormai la conosco bene.

Non devo chiedere indicazioni, anche se i newyorkesi, nonostante siano sempre di corsa, si fermano sempre se ti vedono con lo sguardo perso nel vuoto.

Razza affascinante, il newyorker.

È stato bello mostrare la mia casa alla socia che naturalmente l’ha amata da subito perché…

New York City è sbrillucicosa come piace a lei.

Il tempo poi è stato in linea con il nostro umore.

Giorni di sole e caldo in un ottobre che non sembra neanche autunno.
Un unico giorno di pioggia ma la City era comunque bella anche con l’ombrello.

Eccoci qua, a concludere un’avventura al femminile che dura da quasi due mesi.
Un viaggio lungo, faticoso e così tanto incredibile.

Siamo stanche a New York, anche se camminiamo, camminiamo e camminiamo, perché non vogliamo perderci niente.

Dove vedere il Gospel a New York

Lei rimane a occhi spalancati quando assistiamo al Gospel del Brooklyn Tabernacle.

Non so se lo sai, ma il loro coro ha vinto diversi Grammy’s.

Mi dice: “Mamma, ma io ci verrei ogni domenica in chiesa”.

Adora gli scoiattolini che qui sono a ogni angolo.

All Around New York

Le piace la gente nella Subway (la Metro di New York) che spesso balla e canta e non gliene frega a nessuno: “In Italia penserebbero che sono pazzi”, lei mi dice.

Le piacciono gli show in mezzo alla strada, fatti da rapper e ballerini di hip hop che, per mia fortuna, si esibiscono senza maglietta. Guarda che addominali!

Le piace il Ferry per Staten Island e la vista di New York dal ponte.

E poi vuole andare da Tiffany, ebbene sì, “perché lì, ci hanno girato i film”. Però poi le piacciono anche i diamanti e mi dice: “Io su questo sono rigida. Se non mi regalano quello che mi piace, glielo ridò indietro”. Oh, my God!

Washington Square Park
Washington Square Park: uno dei miei luoghi newyorkesi preferiti

Stiamo bene a New York City

Si pensa al rientro, che non ci va, perché tornare al quotidiano dopo questa esperienza intensa sarà dura.
Ridiamo a New York perché anche ridere come due sceme in mezzo alla strada, qui è ok, non ti giudica nessuno, semmai ti sorridono tutti con quel loro: “Hi, guys” come se fossimo tutti della stessa banda… innamorati di New York City.

Ho appena fatto il check-in online. Domani si fanno le valigie, le ultime, e poi si riparte.


Un ultimo saluto. Un arrivederci che sa di due amanti che sanno di doversi lasciare ma non vogliono dirsi “Addio”, “Chissà un giorno, forse tra un anno o tra qualche mese, ci ritroveremo e sarà tutto come adesso, come se non fosse mai finita”.

Non c’è dubbio.
Questo giro del mondo poteva concludersi solo qui. Non c’era altra possibile tappa.

Halloween a New York City
New York si prepara ad Halloween ed è sempre più bella 🎃

Venice Beach e il suo mondo al contrario

Qualcuno mi aveva detto che prendere un appartamento a Venice beach non sarebbe stata una buona idea, che Venice era lontana da tutto, che Downtown o Hollywood sarebbero state più comode per girare la città.


Quel qualcuno aveva assolutamente ragione.

Venice beach è lontana da tutto, soprattutto per noi che abbiamo deciso di usare i mezzi pubblici a Los Angeles e di non noleggiare una macchina.

Ma… per fortuna anche stavolta ho dato ascolto al mio sesto senso e non al “buon” consiglio.

Canali a Venice beach
I canali di Venice

Venice Beach

Per noi tornare a Venice all’ora del tramonto, goderci le esibizioni degli skateboarders con lo sfondo dell’oceano, passeggiare sulla sabbia fresca, era il modo migliore per concludere le nostre giornate lunghe e accaldate in giro per LA.

Venice beach è un pullulare di personaggi alcontrario.
Quale posto poteva perciò essere migliore per me?


L’anziano con i rollerblade che suona la chitarra elettrica, la chiromante che legge le carte al piano terra della sua casa lungo la boardwalk, neo-surfisti che provano a stare in piedi sulla tavola, la ruota del Santa Monica Promenade che di notte si colora di luci psichedeliche.

Un tratto di spiaggia che sembra uscito da un libro fantasy metropolitano. Niente a che vedere con il resto della grande città americana.

Ed è stata la giusta via di mezzo per passare dal paradiso delle Isole Cook all’immenso e tanto occidentale continente nord americano.

Venice beach
Venice Beach ed è subito Bay Watch 😅

Come muoversi a Los Angeles

Dicono che Los Angeles non sia bella. A questo non saprei rispondere.

La città è enorme e i quartieri sono molto lontani l’uno dall’altro.

Per chi pensasse che siamo state delle matte a non noleggiare l’auto, voglio dire che, per chi come noi è abituato a città grandi come Roma dove il trasporto pubblico non è esattamente perfetto e le distanze sono molto grandi, non è stato un grande shock.

Noi abbiamo fatto l’abbonamento settimanale con 25$ a testa che, rispetto ad altre città del mondo, è decisamente economico e che consente di prendere tutti i mezzi Metro (Bus e metropolitana inclusa).

Ricordati però che in quei 25$ non sono compresi i Blues Bus, autobus veloci che portano dalla città alle località vicine all’Oceano, nè i Dash, minibus urbani a minor raggio che ti consentono di vedere alcuni posti non raggiungibili dai bus Metro.

Walk of Fame los Angeles
La stella dedicata a Charlie Chaplin sulla Walk of Fame

Los Angeles: cosa vedere

In quattro giorni siamo riuscite a vedere tutto quello che ci eravamo prefissate:

  • Downtown e El Pueblo, la parte storica di Los Angeles, che più che in America ti sembra di stare sul set del film Zorro.
  • Sunset Strip e Sunset Boulevard per gli amanti delle band rock. Qui ci sono i locali in cui si sono esibite per la prima volta band che oggi sono famosissime.
  • Rodeo Drive, Beverly Hills e Melrose: per chi ama le soap, i telefilm anni ‘90 (90210, Melrose Place) e i bei negozi. Giuro che non ho mai visto tante macchine di lusso tutte insieme come in un lavaggio auto di Beverly Hills.
  • Il Griffith Park e il suo Observatory che merita assolutamente la sfacchinata a piedi lungo un sentiero in salita e, nel caso nostro, sotto un sole cocente (ma puoi prendere anche il Dash. A noi piace camminare… e poi in questo modo la mia socia ha potuto vedere un po’ di scoiattolini lungo il percorso). Dal Griffith Observatory puoi ammirare un panorama unico su tutta Los Angeles e i bambini possono assistere a diverse simulazioni sul funzionamento dell’Universo. Dentro il Griffith Observatory c’è anche una macchina inventata da Tesla che viene messa in funzione a determinati orari (dipendono dai giorni della settimana) e i bambini, ma anche gli adulti, rimangono sempre molto impressionati da questo enorme macchinario spara fulmini.
  • E naturalmente Hollywood che per me ha più un significato affettivo per la mia storia personale. Confesso che la Walk of Fame me l’aspettavo tenuta un po’ meglio. Mi ha fatto un po’ tristezza con quei personaggi vestiti da supereroi e le Marylin Monroe finte. I turisti cinesi che fotografavano tutte le stelle lungo il famoso marciapiede. I negozi di souvenir.
    Mi sono emozionata davanti al Chinese Theater e al Kodak Theater e, ancora di più, quando ho visto le stelle dedicate a Charlie Chaplin e ad Alfred Hitchcock.
    Ma questa è solo la mia storia…
Griffith Observatory los Angeles
La vista dal Griffith Observatory

Qual è il mio verdetto su Los Angeles?

Personalmente credo che sia una città vivibile solo per chi ha molti soldi e un bel lavoro.

In quel caso immagino sia strepitosa.

Per quel che ho potuto vedere, ho trovato una città stressata, dispersiva e piena di contrasti. Quartieri molto ricchi e quartieri molto poveri.

Ma forse passare dal continente Oceanico a quello Americano ha reso il contrasto più forte.

Detto questo, penso che meriti una visita, soprattutto la parte che si affaccia sull’Oceano. Ho intenzione di tornarci per fare la Highway 1 che porta da San Francisco a LA e godermi i paesaggi della Big Sur (sono nella mia Bucket list).

In questo momento sono sul volo che ci porterà a New York, ultima tappa del nostro giro del mondo.

Il viaggio sta per concludersi ma solo fisicamente.

Nel cuore c’è molto fermento.

Ieri notte non sono riuscita a dormire. Continuavano a tornarmi in mente volti, paesaggi, chiacchierate, imbarazzi, risate, scoperte di questo lungo e incredibile viaggio.

Una sola frase che li contiene tutti, ma solo per adesso perché ho ancora molto da raccontare di questo giro del mondo:

Kia Orana!

Una casa a venice beach

P.s. Mentre passeggiavo per il Venice BoardWalk ho incrociato questa casa e non ho potuto non pensare che era proprio così che immaginavo la casa di James (questa è dedicata a chi ha letto Safari con tutta la mia gratitudine).

Isole Cook, il paradiso della Polinesia neozelandese

Il paradiso esiste e si chiama Isole Cook.

Oh, sì… le Isole Cook,


Credo che scriverò ancora delle Isole Cook… un po’ perché ho ancora bisogno di metabolizzarle… un po’ perché ho davvero tanto da raccontare… un po’ perché spero che, grazie alla mia esperienza, tu possa decidere di fare questo lungo viaggio per raggiungere queste isole magiche, certa che non te ne pentirai.

Personalmente non conoscevo nulla delle Isole Cook prima di intraprendere questo giro del mondo.

L’agenzia inglese del RWT mi aveva proposto le Fiji o le Cook Islands e, visto che non le avevo mai sentite nominare, ho scelto subito le Cook.

Per fortuna do ascolto al mio istinto.

Siediti comoda/o perché in questo articolo, prima di darti tutte le informazioni utili su quando andare alla Isole Cook, come arrivare, dove dormire, etc., voglio farti assaporare la magia di queste isole e farti respirare la loro magia.

Rarotonga Isole Cook
Muri Beach a Rarotonga

Kia Orana, l’inno delle Isole Cook

Kia Orana, dicono qui.

È il loro modo di dire “Buongiorno”, “Buonasera”, ma è anche di più.

Un papa (come chiamano qui gli uomini) mi ha detto: “È il nostro augurio per una lunga vita”. Lo si dice con forza, con grinta, ed è davvero importante rispondere con un sonoro Kia Orana.

Ma se queste isole mi sono entrate nel cuore non è solo per le palme da cocco e le splendide spiagge.
L’altro giorno mentre fissavo l’Oceano oltre il reef (potrei stare ore in silenzio a guardare e ascoltare l’Oceano), all’idea che dovevo lasciare tutto questo, mi sono sentita un vuoto dentro. Finora non mi era mai capitato di arrivare alle lacrime pensando all’imminente partenza.

Che dirti? Sono Isole di gioia, dove la prigione non ha controlli all’ingresso, né poliziotti, né cancelli chiusi (se non mi credi, guarda la foto qui in basso. L’ho fatta apposta perché ero allibita anche io).

Del resto qui la criminalità è relegata a qualche rissa per alcol e a poco altro. Che poi, fatti una domanda: secondo te, chi ce l’ha portato l’alcol fin qui?

Rarotonga prison Isole Cook
L’ingresso della prigione di Rarotonga

Isole dove comandano le donne

Isole dove sono le donne a comandare e con loro non si scherza, tanto che quando il governo ha cercato di far passare la legge per l’obbligo del casco, le Mamas sono riuscite a non farla passare.

E sai perché?

Perché la domenica mattina vanno in chiesa con i loro bei cappellini decorati con fiori freschi e conchiglie.

Puoi immaginarti con il casco come avrebbero potuto? E come potremmo dare loro torto?

Alla fine la legge è passata ma solo per i turisti. Le Mamas possono continuare ad andare a messa in motorino con le loro acconciature fiorite.

Che poi sono sempre gli occidentali ad ubriacarsi e a fare gli incidenti. Non si sa come, siamo sempre noi a portare guai!

Isole dove le affissioni pubblicitarie portano il volto della gente che qui vive.

Isole dove la terra appartiene solo ai locali, gli stranieri possono solo affittare.

Laguna di Aitutaki
La laguna di Aitutaki

La potenza dei 4 elementi

Isole in cui l’Oceano, la Pioggia, la Terra, il Vento puoi non solo osservarli nella loro potenza ma sentirli integrati con la gente, con te.

Isole dove ho visto un culto dei morti molto sano.

Sai che le tombe sono nel giardino di casa?

Nel posto dove chiunque passando possa vederle e, se non si vedono abbastanza, loro le decorano con fiori e luci. Insomma non puoi non notarle. E più la persona era amata e popolare, più tutto questo aumenta.

Io sinceramente ho trovato più serenità in questo modo di onorare i propri cari rispetto ai nostri lugubri e tristi cimiteri.

Isole in cui ti capita di assistere a uno spettacolo sulla cultura locale e il giorno dopo trovarti uno degli attori che fa l’impiegato all’aeroporto. In abiti decisamente diversi ma sempre lui. Oppure il ragazzo del negozio di telefonia che il giorno dopo vende souvenir al mercato.

Aitutaki Isole Cook
La laguna di Aitutaki vista da una Vaka, la tipica imbarcazione Maori

Natura e paesaggi da sogno

Poi ovviamente la Natura, rigogliosa, ingombrante, predominante.

A Rarotonga le montagne e le piantagioni.

Ad Aitutaki la laguna dalle 8 sfumature di blu… che poi è anche il mio colore preferito.
Se hai visto le mie foto e le stories su Instagram sai bene di cosa sto parlando.

Non ti ho ancora convinto?
Io credo proprio di sì!

La mia socia un giorno, passeggiando, mi ha detto: “Vedi, mamma, qui comandano le donne e va tutto alla grande!”.

I maschietti non ce ne abbiano, ma ha proprio ragione.

Ma adesso veniamo alle informazioni utili per un viaggio alle Isole Cook.

Qual è il periodo migliore per andare alle Isole Cook

Un’altra cosa che caratterizza le Isole Cook è che hanno un clima stabile tutto l’anno. Le minime difficilmente scendono sotto i 18° e le massime non raggiungono quasi mai i 30°. Te l’ho detto che sono un paradiso, mica scherzavo!

C’è una stagione piovosa che va da Novembre ad Aprile ma gli acquazzoni sono piuttosto rapidi e poi torna il sereno.

Un consiglio che ti dò è: non guardare le previsioni. Non so perché danno sempre pioggia ma di pioggia ce n’è davvero poca.

Come andare alle Isole Cook

Puoi arrivare alle Isole Cook dall’Italia con voli che fanno tappa in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti. Io personalmente sono partita con un volo di Air New Zealand (la compagnia aerea migliore al mondo secondo me) da Sydney diretto a Rarotonga, dove si trova l’unico aeroporto internazionale delle Isole Cook.

Documenti per le Isole Cook

Se starete alle Isole Cook meno di un mese (io vi augurerei di trasferirvici per sempre), l’unico documento che vi servirà sarà il passaporto con 6 mesi di validità. Se rimarrete di più, vi servirà un visto che dovrete farvi rilasciare dall’ambasciata della Nuova Zelanda in Italia.

Dove dormire alle Isole Cook

Naturalmente come in tutte le isole polinesiane, anche alle Isole Cook potete trovare molte strutture alberghiere di varie fasce economiche.

Ci sono ovviamente resort dove puoi godere di tutti i servizi possibili.

Siccome qualcuna/o mi ha scritto se è possibile trovare una sistemazione non troppo costosa, ti rispondo che noi abbiamo affittato un cottage sulla spiaggia, con una stanza da letto, un bagno e la cucina (comoda per me che viaggiavo con mia figlia) e soprattutto un patio sulla laguna di Muri che è stato il mio principale luogo di meditazione.

Diciamo che io amo questo tipo di lusso.

Vista Cottage Muri Beach
La vista dal mio cottage

Valuta alle Isole Cook

La moneta delle Isole Cook è il dollaro neozelandese che è decisamente conveniente rispetto all’euro.

Ti conviene cambiare all’aeroporto di Rarotonga ma sarebbe meglio farlo in Australia, se fai tappa lì, o qui in Italia se puoi.

Sicurezza alle Isole Cook

C’è chi mi ha chiesto se le Isole Cook sono sicure, se una donna da sola può viaggiare alle Cook.

Come accennavo prima, qui la criminalità è praticamente nulla. Restano ovviamente le normali raccomandazioni di sicurezza personale e di buon senso. Noi (che siamo due donnine) comunque ci siamo mosse sempre in tranquillità, sempre accolte da sorrisi e tanta, tanta buona educazione.

Che lingua si parla alle Isole Cook?

La lingua ufficiale è il Maori delle isole Cook ma tutti parlano l’inglese correttamente.

Cosa si mangia alle Isole Cook

Devo dire che se c’è un posto al mondo dove ho mangiato da dio, quello sono le isole Cook.

Oltre al pesce freschissimo e la frutta tropicale che qui ha un sapore che non posso neanche spiegarti da quanto è buona, persino la carne e il latte sono buonissimi perché provengono dalla vicina Nuova Zelanda che con i suoi vasti pascoli è garanzia di ottima qualità.

Perché si chiamano Isole Cook

Il nome isole Cook viene dal capitano James Cook che qui sbarcò nel 1773, lo stesso che scoprì l’Australia.


Per tutte le info sulle Isole Cook ti consiglio di visitare il sito ufficiale dell’ufficio del turismo www.cookislands.travel/it.

E se vuoi qualche idea su itinerari e tour, trovi tutti i miei consigli nel mio articolo: Cook Islands: itinerari, tour e curiosità.

All’alba di Sydney

È passato ormai un mese da quando questo giro del mondo è cominciato.


Non posso non dire che ci sia un po’ di stanchezza nel corpo. Le caviglie sono un po’ doloranti e la schiena provata.
La mente nel poco tempo a disposizione, riflette.


Poco… perché la mia socia richiede attenzione continua e il resto del tempo lo dedico a guardare dove andare, a imparare di ogni singolo luogo come funzionano i mezzi, a lavare panni (ahimè), a fare del mio meglio per condividere con te il viaggio che stiamo facendo.

Perché per me è fondamentale portarti con noi.


Ma la mente sa il fatto suo e riflette anche se tu non lo vuoi.
E la mia riflette moltissimo.

Sai, domani è il nostro ultimo giorno in Australia e questo paese mi ha colpito davvero tanto.


Da quando sono qui trovo che tutto sia semplice.

Anche per me che sono straniera e devo chiedere informazioni.
I mezzi sono precisi. I marciapiedi, i parchi, le spiagge… tutto pulito e ordinato.

Un senso di sicurezza che non mi ricordo d’aver mai provato. Mai.
Il tutto condito da una natura che ti lascia senza fiato, che ti penetra nel cuore, che ti fa sentire parte di essa.

Gordon Bay Sydney
Gordon’s Bay – parte del Coogee Walk

Sydney nel cuore

Siamo a Sydney da giovedì scorso, dopo aver lasciato Melbourne.
Sydney è davvero molto diversa da Melbourne.

Innanzitutto il clima.

Qui ci ha accolto una primavera piena. Un sole piacevole.

La città si sviluppa in salite e discese continue (non ti dico che fatica… ahahah).

E soprattutto c’è l’acqua, ovunque ti giri, baie dopo baie, spiagge dopo spiagge.

Per noi, confesso, è stato amore a prima vista.

Forse perché io vengo da una città di mare e, avere l’Oceano qui a fianco, mi fa stare proprio bene.

La mia socia dice che qui la gente è più chic che a Melbourne.

Devo dire che non ha torto. La gente di Sydney è più attenta al look.
Farà piacere sapere alle ragazze che i maschietti qui sono super-palestrati.


Un’altra cosa buffa che ha notato la mia socia è che qui i cani non abbaiano e sono tranquilli. Probabilmente anche loro avranno imparato dai padroni!

coogee walk sydney
Un passaggio del Coogee Walk

Da chi/cosa dipende?

E non hai idea di quanto questo mi faccia pensare che proprio tutto dipenda dalla gente che popola un paese.


Mi sono chiesta mille volte: “Perché qui è possibile e da noi no?”.

Perché qui non ho mai visto una “cacca” di cane sui marciapiedi e io invece devo fare lo slalom per accompagnare mia figlia a scuola tutte le mattine?


Perché qui ogni spiaggia è libera, pulita, ha i bagni, le docce, lo spazio per il picnic, e persino i pannelli solari?
Lo ammetto, quando ho visto i pannelli solari, volevo piangere.

Non lo so, alla fine sono convinta che dipenda dalla gente. Sono convinta che dipenda da noi.

Non voglio fare la negativa ma permettimi questo sfogo.

È dettato da un amore puro.

L’Italia è in un momento di estrema decadenza e, da fuori, purtroppo si percepisce chiaramente.

E cavoli se mi dispiace perché non c’è dubbio che sia uno dei paesi più belli e incredibili al mondo.

Mi dispiace perché amo fottutamente il mio paese.

Mi dispiace perché però non si riesce a uscire da una fogna in cui ci siamo buttati dentro e dalla quale facciamo fatica a venir fuori.

Opera House Sydney
L’ Opera House

Cosa vedere a Sydney

Torno a Sydney per dirti i posti che, se verrai, devi assolutamente visitare:

  • È turistico ma non andare a vedere l’Opera House sarebbe davvero un insulto. È bella da qualunque parte ti giri. Ti consiglio di vedere la vista dal Mrs Macquaries Point e dal Ferry che porta a Manly.
  • Please, please, fai il Coogee Walk, il percorso che da Bondi Beach ti porterà a Coogee Beach. Sono 5,5 km, è un po’ faticoso ma sarai ripagata/o dalla bellezza dei paesaggi che si riveleranno ai tuoi occhi. Passerai per Tamarama Beach, Bronte, Clovelly per arrivare a Coogee beach. Dopo Bronte attraverserai un cimitero che è proprio appeso sulle rocce. Non hai idea della meraviglia. Bellissima Gordon’s Bay e il Dolphins Point poco prima di arrivare a Coogee. Ma se hai visto le mie stories su Instagram, le avrai viste con i tuoi occhi.
  • Prendi il Ferry da Circular Quay e vai a Manly. Ma non fermarti solo a Manly Beach, vai nelle due spiaggette che ci sono una ad ovest e una ad est di Manly Beach. Lungo il percorso ti capiterà anche di incontrare il Drago di Mare, che sembra molto docile ma non si può assolutamente toccare.
  • Visita il Chinese Garden. Non solo è un giardino bellissimo, tipicamente cinese con i templi e le cascate ma soprattutto i tuoi bambini potranno fare dei laboratori, dare da mangiare ai pesci e fare la caccia al tesoro dei segni zodiacali cinesi. Si divertiranno tanto.

Ecco tutto!

Noi domani partiamo per le Isole Cook, definite anche Polinesia Neozelandese.
Ora chiedimi: sei eccitata????
E io ti risponderò: non hai idea di quanto!

Enjoy, anima al contrario!
Ti porto con me.

Chinese Garden a Sydney
Chinese Garden