Curiosità sul nostro giro del mondo

Con questo post provo a rispondere a tutte quelle persone che mi hanno scritto durante questi due mesi, alle tue curiosità sul nostro giro del mondo.

Durante il viaggio infatti non ho potuto farlo. È stato difficile persino inviare messaggi alle persone più care. Eravamo sempre di corsa e con fusi molto diversi da quello italiano.

Rispondo subito alla domanda più ricorrente, che sembra essere il più grande ostacolo alla realizzazione di un desiderio come quello che noi abbiamo realizzato.

In verità la risposta a questa domanda contiene risposte anche ad altre domande, perciò…

Staten Island Ferry giro del mondo
La vista di Manhattan dallo Staten Island Ferry

Piccola premessa sul giro del mondo

Non ho scritto “viaggio” ma “desiderio” perché i desideri di ognuna/o di noi sono differenti.

Non a tutte/i interessa viaggiare, c’è chi ha il sogno di aprire una caffetteria, chi di diventare genitore, chi di fare successo come cantante, insomma a ognuna/o il suo.

Quello che mi interessa esprimere in queste pagine è che quei desideri vanno tirati fuori dal cassetto e realizzati… perché “Se lo vuoi, Puollo”” (per i precisini, è un errore voluto e, secondo me, rende bene l’idea).

Taman Ayun curiosità sul nostro giro del mondo
A Bali tra le porte del Taman Ayun

Quanto costa il giro del mondo?

Fatta questa premessa, veniamo alla questione annosa: i soldi.

Eh, già… “quanti soldi servono per fare il giro del mondo?”, “Che lavoro fai per poterti permettere una vacanza così lunga?”.

Per rispondere a questa domanda, c’è un’altra specifica che devo fare.

Coogee Walk curiosità sul nostro giro del mondo
Giro del mondo. Un tratto del Coogee Walk a Sydney

Viaggio o Vacanza?

Il nostro è stato assolutamente un viaggio.

La vacanza, almeno per me, è quella che fai in pieno relax, magari sdraiata su un lettino, in una bella spiaggia tropicale e un mojito nel bicchiere.

Il viaggio invece (è sempre la mia opinione personale) è un percorso.

È conoscere le persone che vivono quel luogo.

È fare la spesa nei loro supermercati.

È entrare nel paese e conoscere anche i luoghi meno turistici.

È capire come in quel posto si vive.

È respirare la sua lingua, sentirne la musica, imparare la sua storia.

È percepire quello che io chiamo il “karma” di quella terra. O almeno provare a farlo.

Questo tipo di viaggio non è sempre rilassante, qualche volta é fisicamente faticoso, a volte ostico. Ma per la maggior parte del tempo è leggero e nutriente.

Non siamo quasi mai andate in ristoranti per turisti.

Spesso facevo la spesa al supermercato o ai mercati locali.

La cena la preparavo in casa e organizzavo dei panini per le giornate fuori.

I panni li ho sempre lavati a mano con una saponetta di marsiglia e solo due volte (quando l’appartamento che ci ospitava ne aveva una) ho avuto la fortuna di lavarli in lavatrice.

In giro andavamo prevalentemente con i mezzi, niente taxi tranne che per andare in aeroporto.

Non abbiamo fatto grandi acquisti, anche perché non avevamo spazio nelle valigie che erano già piene per via del fatto che abbiamo attraversato le quattro stagioni e ho dovuto portare 2/3 cambi per ognuna di esse.

Ecco che rispondo in parte alla domanda: “Ma i soldi?”

Viaggiando così, si risparmia notevolmente. Certo, sarebbe stato più semplice usare una lavanderia, mangiare sempre fuori, prendere il taxi soprattutto quando per tornare a casa ci volevano 2 ore di autobus.

Ma se avessi dovuto mettere in conto un budget per tutto questo, non saremmo mai partite.

E il desiderio non si sarebbe mai realizzato.

I biglietti aerei sono stati la voce più costosa di questo viaggio e, come sai, ho comunque risparmiato notevolmente perché ho acquistato il RWT, il biglietto per il giro del mondo, che ti consente di viaggiare in direzione est o ovest, facendo tutto il giro del globo ad un prezzo decisamente conveniente.

Per cui ho fatto il giro del mondo quasi allo stesso prezzo che se avessi pagato un biglietto A/R per la Polinesia.

Quei soldi sono il frutto di anni di risparmi. Non fumo, vado spesso in giro in bici anziché in macchina, non compro mille vestiti e scarpe ad ogni stagione. Eppure non mi sembra mi manchi niente.

Muri Beach Cook Island
Muri Beach a Rarotonga- Cook Island

Voglio raccontarti una cosa “molto” personale

Di solito la mia vita privata (“privata”) resta fuori da queste pagine ma siccome so che questo dei desideri è un argomento “complicato”, pieno di resistenze e sotterfugi della mente, ci tengo davvero tantissimo a mostrarti come ha funzionato questo meccanismo su me stessa.

Anch’io per anni mi sono detta “Non posso permettermelo”, continuo a dirmelo su tante cose perché “non mi sento in grado”, perché “in fondo ci ho provato ma non ci sono riuscita”, perché “quella è meglio di me” e per tanti altri giustificatissimi motivi.

Da luglio dello scorso anno il mio braccio sinistro era bloccato. Bloccato, nel vero senso della parola. Riuscivo ad alzarlo fino a 90 gradi in avanti e lateralmente. E il blocco era accompagnato da dolori lancinanti alla spalla sinistra.

Ho fatto esami, risonanze, ecografie, provato con l’agopuntura, fisioterapia, osteopatia, di tutto e di più, ma niente. Alla fine ho tentato anche con i farmaci. Li ho ritenuti necessari e li ho usati ma nemmeno questi hanno sortito effetto.

Ormai ci avevo messo una pietra sopra: avevo un handicap e me lo sarei tenuta per tutta la vita.

In fondo al cuore però sapevo che mi ero bloccata per altro, per una situazione difficile che ancora oggi non si è risolta del tutto. Una situazione per la quale mi sentivo sovraccarica e impotente.

Dopo aver prenotato il RWT ho cominciato ad avere i primi segni di miglioramento.

I dolori erano ancora forti ma il braccio migliorava. Sono partita preoccupata perché due zaini e due valigie pesavano sulle mie spalle e non ero convinta di poterle “sostenere”.

Ci sono stati dei momenti durante il viaggio in cui ho pensato “Domani mi alzo completamente bloccata” per degli sforzi che avevo fatto.

E invece non solo non ho mai avuto un torcicollo ma in questi due mesi ho “completamente” ripreso l’uso del braccio. Completamente, in alto, lateralmente, dietro.

Non è successo perché l’ho desiderato o ho fatto esercizi durante questo viaggio. È successo e basta.

Con questo voglio solo dire che è fondamentale andare verso la propria felicità e che a volte gli ostacoli che ci poniamo davanti li rendiamo più grandi di quello che sono.

È importante credere in quello che siamo, in ciò che desideriamo perché, se lo desideriamo, è esattamente quello che ci serve, quello che nutre la nostra vita.

E non è giusto chiudere questa cosa così nutriente e felice dentro un cassetto per anni o, ancor peggio, per tutta la vita.

Lo so che può sembrare una di quelle frasi fatte, stile new age, ma se lo ripeto in continuazione, è perché vedo intorno a me tante meravigliose anime che mettono da parte la loro felicità, che rimangono attaccate alla sofferenza e invece starebbero, staremmo, decisamente meglio se andassimo nella direzione della nostra felicità.

Se hai altre curiosità sul nostro giro del mondo, scrivile pure nei commenti.

Canali Venice Beach
I canali di Venice

17 risposte a “Curiosità sul nostro giro del mondo”

  1. Avete esaudito un desiderio bellissimo. So che sei sempre molto riservata per ciò che riguarda la tua vita privata ma è stato bellissimo che tu abbia condiviso questa tua esperienza di viaggio ma non solo. A volte siamo noi a metterci dei paletti, volontari o involontari che siano. Sta a noi poi cercare di capire da cosa derivino e come superarli e credo che questo viaggio, questo desiderio avverato sia stato per te le svolta. Condivido anche il tuo pensiero sui costi. Con un po’ di attenzione si riesce a risparmiare parecchio e a poter realizzare desideri che all’inizio non sembravano fattibili! 🙂

    1. È vero, ci mettiamo una marea di paletti per non so davvero quale motivo. Che poi non è neanche paura perchè poi, quando vai, va tutto benissimo.

  2. grazie per questa testimonianza, anch’io avevo questo sogno che per ora ho accantonato per problemi famigliari, ma è li nel cassetto pronto per essere tirato fuori. Intanto mi concedo quello che posso e lo vivo in modo, appunto, terapeutico.
    grazie grazie!

    1. Vedrai che prima o poi lo realizzerai. È più facile farlo che pensarlo. Credimi. Poi quando parti, tutto si mette a ritmo con te 🙂

  3. Hai fatto davvero un bel viaggio, mi piacerebbe molto acquistare un biglietto RTW. Magari in futuro 🙂 anche per me spesso e volentieri il viaggio è terapeutico!

  4. Penso che hai colto tutti i punti fondamentali del viaggio
    Mi piace pensare che esistano ancora viaggiatori che non pensano al lusso e alle comodità ma all’avventura

    1. A volte si aspetta che ci sia il momento perfetto per fare le cose ma, se avessi aspettato questo momento, non sarei mai partita. Qualche volta è meglio buttarsi che la rete arriva sempre 🙂

  5. A parte che le foto sono straordinarie… ma poi, come ormai saprai, amo il tuo modo di viaggiare, che è ance il mio. Questo backstage del braccio mi colpisce, sono sempre scettica su queste verità, lo ammetto, però la lettura in generale dei desideri e la tua interpretazione ha un’energia bellissima. E quando una desidera una cosa ma certi giorni le sembra che anche il desiderio si affievolisca che fa?

    1. Una persona giapponese una volta mi ha detto “La determinazione dura 3 giorni”. Quindi ogni 3 giorni bisogna rilanciare. È vero, non sempre ce la la si fa, ma qualche volta, se il desiderio è grande, ne vale la pena. Non trovi?

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