Usciamo dalla latrina: il mio augurio alcontrario

So benissimo che ti starai chiedendo:

– “Ma che cavolo di augurio è? Noemi, sei impazzita?”

No, non sono impazzita. Almeno lo spero.

Questo è il periodo dell’anno in cui spopolano i post sui bilanci dell’anno appena trascorso, sui nuovi propositi per l’anno futuro.

Si fa i conti con quello che si è o non si è realizzato. Si comincia a pensare a che direzione dare al nuovo anno.

Io quest’anno ho preferito guardare altrove, o meglio alcontrario.

Dammi un attimo e cerco di spiegarmi meglio.

Farfalle

Cominciamo dalla latrina

C’è un testo buddista che recita:

Coloro che restano a lungo nelle latrine si dimenticano di quanto siano maleodoranti” *

Ancora nebbia?

Vediamo quel che ho capito io e, se ho capito male, aiutami a capire meglio.

La latrina è la sofferenza a cui rimaniamo attaccate/i e che non riusciamo a scollarci di dosso, quasi facesse parte di noi, quasi sentissimo necessaria alla nostra sopravvivenza.

La latrina è quella situazione in cui siamo immerse/i da tanto di quel tempo che ce ne siamo anche dimenticate/i.

La latrina è quel pensiero costante che ci dice: “È tutto inutile. Questa cosa non cambierà mai”.

La latrina è quel rapporto che “ormai va così da 10 anni“.

Latrina 2018

Conosco bene quella latrina

Diciamo la verità, ognuna/o ha la sua latrina, che conosce tanto bene e, talmente la conosce, che non ne sente più il puzzo.

Poi ti capita quel momento mistico, quell’azione differente dalle altre, quel dono della vita (che ci procuriamo da sole/i, questo ormai è chiaro, no?) e

TADÀ!

Cacchio, se lo senti quell’odore nauseabondo!

E a quel punto te lo dici: “Ma come ho fatto a star lì dentro per tutto questo tempo?”.

A volte non ce ne si rende neanche conto, immerse/i come siamo nella quotidianità, nel lavoro, nelle scadenze.

A volte abbiamo poco tempo per noi, dobbiamo dar retta ai figli, ai genitori, amici, partner.

Ci diciamo che prima o poi faremo quella cosa lì, che arriverà l’attimo giusto, che prima o poi arriverà il nostro momento… e intanto passano i giorni, i mesi, gli anni.

Per me è stato il Giro del Mondo il momento mistico.

L’ho scelto io, l’ha scelto la mia vita profonda.

Non avevo soldi, non sapevo da dove cominciare, avevo una bambina che rendeva il viaggio più complicato (sempre per ansie derivate da quella latrina).

Ma poi siamo partite, al di là di tutti i “Non potrei”.

E mi è bastato qualche giorno, mica settimane, per sentire un odore diverso.

Mi è bastato allontanarmi da quella latrina per chiedermi: “Ma davvero stavo lì dentro? Ma davvero non avevo abbastanza amore per me stessa da rendermene conto?”.

E più i giorni passavano, più sentivo allontanare quel cattivo odore. Più il corpo si rilassava. Più la gioia prendeva posto dentro e fuori di me.

pappagalli a Villa Pamphili

Stare alla larga dalla latrina

Poi sono tornata e quel cattivo odore l’ho sentito più forte che mai.

Eccola la latrina che mi aspetta di nuovo.

Mi attira come un’aguzzina. Conosce i miei punti deboli. Sa come adularmi.

Ecco perché è questo l’augurio che faccio a me e a noi per l’anno che arriverà tra qualche giorno.

Usciamo dalla latrina…

… non necessariamente con un viaggio.

Basta una piccola azione a volte, un piccolo gesto differente da tutti quelli ripetuti giorno dopo giorno.

Basta un NO invece dei continui SÌ.

Basta cercare dentro di sé che cosa ci rende felici e farlo senza pensarci, senza se e senza ma.

Basta andare dove voleva andare la bambina o il bambino che eravamo a 5 anni (lo so bene che ce lo ricordiamo).

Allora sì che eravamo consapevoli, sapevamo bene di che pasta eravamo fatte/i.

Che ne dici, ci proviamo? Io questa volta in quella latrina non voglio più tornarci. E tu?

Ehi, a proposito buon anno!

*”Rissho Ankoku Ron”, Nichiren Daishonin

Sydney 2018

Non so come inserirti nel data base

“Mi piace tanto il tuo blog e come scrivi… e poi che belle le tue foto su Instagram! Però abbi pazienza, non so come inserirti nel data base. Cosa sei? Mamma-blogger, Lifestyle, Travel… ?”

Eh, già! Quella necessità di doverci inquadrare, incasellare, infilare in un data base.

Di dover rispondere alla domanda “Cosa sei?” con una definizione che risponderebbe più alla domanda “Che fai?”.

Non sono una da data base
Fashion-blogger?

Una Multipotential in un data base?

Per quelle/i come me, multipotential fin nel midollo, con mille interessi tra le mani, non c’è casella.

Non importa se lavori bene, se ti appassioni a ogni progetto come se fosse l’ultimo della tua vita.

Non importa se studi, ti dai da fare, se lavori su un post ore e ore. Non importa se quello che crei è buono e professionale.

Importa più se sei “inquadrabile”, se sei “definibile” o meglio “definito”. È più semplice del resto.

Più semplice per chi?

Siamo tutte diverse

Ragusa Ibla resort
Travel-blogger?

Sarò un’idealista ma a me piace pensare che là fuori siamo tutte/i diverse/i.

Che non siamo robot, macchine tutte uguali programmate con un unico interesse.

Siamo esseri umani pensanti, emotivi, multi-tasking.

Esseri umani che vivono le loro vite nelle mille sfaccettature di cui è fatta la vita stessa.

Mi piace pensare che questo sia un blog ispirazionale* e l’ispirazione può arrivare non solo da una persona, solo da una storia, solo da un viaggio, o anche solo da un buon vino, o solo da uno stile di vita healthy.

Mi piace pensare che là fuori, ci siano persone che vivono la vita a 360°, che tentano di usare tutta la potenzialità del nostro essere (mente e corpo), non solo una piccola parte.

Mi piace pensare che la curiosità la faccia da padrona, che chi si infila tra le mie pagine virtuali faccia parte di questa “categoria” di persone, i non-inquadrabili.

Anzi no, il mio obiettivo grande è che in queste pagine possano trovare un luogo ideale sia gli inquadrabili sia i non-inquadrabili. Perché io amo l’interezza, l’unicità.

Super foods
Food-blogger?

Io amo la gente al di là dei Data Base

È questo che faccio in questo blog e sui miei social: racconto storie, intervisto persone che hanno viaggiato, che hanno creato un’impresa dal nulla, che hanno vinto una malattia.

Racconto di persone che, cambiando dentro, hanno cambiato tanto fuori.

E queste persone le trovo dal fruttivendolo sotto casa, qui a Roma, come in ogni altro paese del mondo. Non c’è stato luogo o continente dove non abbia trovato qualcuno che abbia realizzato o stia realizzando questo cambiamento.

In questo credo e in questo voglio continuare a credere.

Sono forse un’illusa? Pazienza (questa volta me lo dico io).

Preferisco restare fedele a me stessa.

Preferisco restare fedele a tutte queste persone incredibili che hanno arricchito la mia vita.

E a te che non riesci a inquadrarmi, a inquadrarci nel tuo data base, rispondo:

– “Allora mettimi in tutte quelle caselle. In fondo che male c’è?” -.

Ché il mondo è bello perché è vario e, sì, forse è una frase fatta ma qui ci sta tutta.

*so che non è un termine corretto in italiano ma rende l’idea.

Lifestyle data base
Life-Style Blogger?

E se poi anche tu sei un’incasellabile, una persona che di farsi infilare in un data base non ne vuole proprio sapere, ti lascio qui di seguito alcuni link in cui puoi approfondire chi sono e come lavoro:

Sul lavoro mi occupo di Crescita Personale e Business etico. Ecco le pagine in cui puoi approfondire: