Gente dell’Umbria: cuore vincente

È il cuore che detta i miei passi… che spinge le mie dita mentre scrivo di Umbria.

Un cuore che ho deciso ormai di seguire con una fiducia incontrastata, perché laddove mi sono fidata, mi ha portato nella direzione migliore possibile.

È successo con Safari, il mio libro, così come per il giro del mondo.

Ecco perché, al di là dei miei limiti che sono ancora tanti, cerco di mettermi il più possibile nella direzione di quel flusso.

Dalla Puglia sono risalita verso l’Umbria, dalla pietra bianca al cotto, dai Monti Dauni ai colli del Trasimeno.

Ancora borghi fatti di viuzze, salitine, strettoie che si aprono su un paesaggio costellato di vigneti e ulivi.

Ancora castelli, baluardi medioevali.

Ancora arte, di quell’arte che non può stancarti.

I colori sono differenti, gli accenti pure, le bandiere ancor più.

Ma resta un comune denominatore, forte più che mai.

Tra i vicoli di Città della Pieve
Una feritoia tra i vicoli di Città della Pieve*

L’elemento umano in Umbria

È piacevole farsi raccontare da Roberta e Albertina, con quel fare sbarazzino, gli aneddoti e le feste secolari della loro Ficulle.

Amo chiedere alla signora affacciata alla finestra se, visto che come al solito mi sono persa, mi può dire dov’è andato quel gruppo di strana gente con le macchine fotografiche al collo.

L’Umbria di cui ti parlerò oggi non è quindi solo quella della sua bellezza territoriale che mi auguro potrete godere grazie alle foto.

Ti racconterò tre storie, tre piccoli, grandi racconti di vita, tre esempi che il nostro genio italico, nonostante i continui bastoni tra le ruote che in primis la burocrazia fa a gara per mettere, il nostro genio scorre ancora nelle vene di chi questo stivale lo ama e lo irriga di questo sentimento.

Allerona in Umbria
Incontri mattutini ad Allerona*

Cambio vita in Umbria

Andiamo, lo so benissimo che almeno una volta nella vita ci siamo dette/i: “Quanto sarebbe bello mollare tutto e aprire una piccola attività nella natura”.

Si sa che poi tra il dire e il fare, ci si mette la nostra quotidianità, i nostri impegni, la famiglia, il lavoro.

Poi però c’è qualcuno che ad un certo punto si dice: “Sai che c’è? Stavolta lo faccio”.

Così comincia la storia di CASA ANTHEIA, così comincia la storia di Cesare e Maria che chiudono la loro società di consulenza a Torino e iniziano a fare un lavoro che non avevano mai fatto prima: gli agricoltori. Decidono subito di puntare sul biologico e di creare alcuni prodotti e un agriturismo che rispecchino i loro valori.

Sono stata ospite di Cesare e Maria e ho ascoltato la loro storia decidendo senza che loro lo chiedessero di raccontartela. Sono certa che se un giorno decidessi di andarli a trovare o di soggiornare a Casa Antheia, capiresti i motivi per cui ho deciso di dedicare la prima storia a loro.

Non hanno avuto grandi aiuti economici ma sono stati in grado in pochissimi mesi di creare un luogo curato nei minimi dettagli, di produrre olio e zafferano biologici, e soprattutto di inventarsi qualcosa che non esisteva prima in commercio: uno sciroppo allo zafferano che io ho assaggiato sopra a del buon pecorino e ti assicuro che è un’alternativa al classico miele da degustazione con cui farai una splendida figura a cena con i tuoi amici.

Se andrai, come mi auguro, a Casa Antheia, fatti raccontare da Cesare e Maria la storia della loro piccola Belle (non ti dirò chi è).

Aggiornamento del 24 giugno 2022. Purtroppo il sogno di Cesare e Maria oggi ha terminato il suo ciclo. Sono molto dispiaciuta che Casa Antheia non ci sia più ma ho tenuto a mantenere questa parte dell’articolo perché possa arrivarti lo spirito di questi due esseri umani meravigliosi e di ciò che hanno realizzato.

Casa Antheia
Casa Antheia all’alba*
Breakfast Casa Antheia
La colazione a Casa Antheia*

Dal veleno la medicina

“Trasformare il veleno in medicina” si dice nel Buddismo.

Vuol dire che una situazione complicata, a volte disastrosa, ha la potenzialità di trasformarsi in una bellissima esperienza positiva.

Questo è accaduto a Fabrizio Ratti, uno dei più importanti produttori di Cotto in Italia. Parliamo di chi restaura le nostre piazze più antiche, i nostri monumenti più famosi e nonostante questo, durante la “crisi” dell’edilizia, ha rischiato di chiudere.

Un bel giorno, in sinergia con un amico, Fabrizio mette in campo un’idea: l’utilizzo della terracotta a servizio dell’industria del vino. Così per dodici anni studiano, non lasciando nulla al caso, e poi brevettano un sistema di anfore che a differenza delle botti in legno, non rilasciano sapori e permettono una buona ossigenazione.

Le Anfore Sirio, oggi prodotte anche per l’olio e già esportate in numerose aziende vinicole del mondo, sono la base portante dell’azienda di Fabrizio.

Ti consiglio di dare un occhio al loro sito per approfondire la conoscenza di un gioiello della genialità italiana. Anche questo prodotto, un po’ come lo sciroppo allo zafferano di Cesare, non esisteva in commercio e oggi è uno dei fiori all’occhiello dell’economia italiana, anzi pievese.

Anfore Sirio
Le Anfore Sirio per il vino e per l’olio*

La forza di una donna

Ho lasciato per ultima questa storia, non perché sia meno interessante, anzi. Come ben sai, l’argomento femminile mi è molto caro.

E l’ultima parte del mio articolo è dedicata a una donna molto speciale.

Una donna che quasi esclusivamente da sola si occupa di un’azienda agricola di 30 ettari. Una donna che parla dei suoi ulivi come se fossero figli suoi. Li conosce uno ad uno. Sa benissimo di cosa hanno bisogno, ne va fiera perché sono piante sane, anche queste biologiche. Ognuna ben aerata, con il suo spazio vitale.

Una donna che riconosce a questa terra umbra una posizione e un clima che protegge le sue piante dagli attacchi dei parassiti e lei ha saputo sfruttare queste belle qualità.

Rita è il suo nome, origini umbre, studi sociologici nella capitale, grinta da vendere, ma soprattutto una predisposizione ai rapporti umani che ho visto ben poco là fuori. E so che, sebbene ci sia qualche scettico, in molte/i saranno d’accordo con me quando ti dirò che la bontà dei suoi prodotti, l’olio d’oliva in primis, è direttamente proporzionale a questa sua qualità.

Olio di cornieto in umbria
L’Olio prodotto da Rita*

Questa è l’Umbria che non ti aspetti, l’Umbria che ho voluto raccontare.

Così mi auguro di invogliarti a visitarla.

Goditela in lentezza.

In silenzio, gustandoti un buon vino davanti ad un tramonto che parla da solo di questa terra.

Goditela tra la gente, tra i suoi racconti, i suoi ricordi.

Goditela con i tuoi tempi, che siano tuoi e non quelli di alcun altro.

Enjoy your Umbria!

Un angolo di Panicale in Umbria
Un angolo di Panicale*

18 risposte a “Gente dell’Umbria: cuore vincente”

  1. La loro storia è incredibile! Anche io sogno di lasciare Milano per iniziare qualche attività nella natura! Chissà.. magari un giorno!

    1. Sicuramente la storia di Cesare e Maria ci incoraggia tutte/i a non mollare i nostri sogni, che si può fare e loro ci sono riusciti

    1. Ha davvero tanto da offrire. Anche se nemmeno io ci vivo, ci vado almeno un paio di volte all’anno. Sicuramente abitare a Roma, me la rende vicina ma in fondo si trova al centro dell’Italia ed è facilmente raggiungibile da qualunque altra regione. Tu di dove sei?

  2. Si sente proprio… la passione, il calore che hai avvertito. Il coraggio e la grinta, lo slancio di queste storie sono in perfetta sintonia con il tuo spirito, e si annusano fin qui.

    1. Apprezzo molto le tue parole, ormai lo sai. Hai imparato a conoscermi e sai bene che non parlerei di nulla se non fossi veramente motivata

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