Il coraggio della vulnerabilità

Non sono una persona che considera la vulnerabilità una debolezza.

Credo siano momenti della vita.

C’è uno scritto buddista che recita: “Quando c’è da soffrire, soffri; quando c’è da gioire, gioisci. Considera allo stesso modo sofferenza e gioia”.

In questi momenti, quelli in cui mi sento vulnerabile, per me l’unica soluzione è il nutrimento.

Ho bisogno di staccarmi da tutto e da tutti, di buttarmi in letture rinfrescanti, di ascoltare persone che riescano a toccare delle corde dentro, ho bisogno della bellezza dell’arte, di ricentrarmi su chi sono profondamente ritrovando la direzione del cuore.

Il problema è quando si accumulano situazioni su situazioni che richiedono la tua presenza, fisica e psicologica, che non ti lasciano nemmeno un secondo per quel famoso nutrimento e che si sommano al carico emotivo che hai già.

Insomma qualche volta schiodo… e di brutto.

Prima di tutto, respira”, mi disse una volta una mia amica.

Più che respirare, avevo una specie di asma, ma l’ho fatto.

E cerco nutrimento.

Il nutrimento che ho trovato è talmente succulento che voglio condividerlo con te.


Momenti di Vulnerabilità
It’s me 🙂

La ricercatrice della vulnerabilità

Mi riferisco a un Ted, di una donna, una ricercatrice, che col suo fare da texana combattente e allo stesso tempo ironica (mi ricorda qualcuno che conosco bene), parla di vulnerabilità.

Attenzione, di vulnerabilità come chiave della creatività, dell’innovazione, del cambiamento!

Và che questo discorso mi interessa”, ho pensato e, in un’alba insonne, ho finalmente trovato il tempo di nutrirmi.

Cosa vuol dire essere vulnerabili?

Ma cosa implica l’essere vulnerabili?

Brene Brown, questo il suo nome, parla dei suoi anni di ricerca, della difficoltà di comprendere la vulnerabilità, dell’esaurimento (che la sua analista ha definito “risveglio spirituale”) che ne è conseguito – ehi, non ti preoccupare, sembrano robe pesanti ma vedrai che riderai moltissimo durante il suo discorso – e delle conseguenze che ne ha tratto.

Di una in particolare: “L’unica cosa che divide le persone che hanno un forte senso di amore e di appartenenza da quelle che non lo hanno è che le prime credono di meritarsi amore e appartenenza…  La nostra paura di non meritarci la connessione, ci tiene lontani dalla connessione stessa”.

Queste persone che lei ha chiamato “di tutto cuore”, hanno tre caratteristiche:

  • Coraggio = dal latino cor, che non è audacia ma il cuore di essere imperfette/i.
  • Compassione = essere gentili prima di tutto con se stesse/i.
  • Connessione = come conseguenza dell’autenticità, allontanarsi da quello che si pensa di dover essere.

Dice Brene Brown: “Per creare un vero rapporto di connessione, dobbiamo essere visti… Dobbiamo entrare nella vergogna, camminarci dentro e cercare la nostra strada”.

E anche se quando lo faremo, un certo folletto interiore, che sono certa tutte/i noi conosciamo bene, ci dirà “Non sei mai abbastanza, chi ti credi di essere” e ci ricorderà tutti i nostri fallimenti, uno a uno, senza dimenticarne nessuno; sarà lì che capiremo che…

Accettare la vulnerabilità è assolutamente necessario”.

Che cosa indica la vulnerabilità

Brene Brown parla della vulnerabilità come della “culla della gioia”, della vera felicità.

Insiste sul fatto che noi tentiamo di addormentare la vulnerabilità emotiva, mentre siamo immerse/i in un mondo che è vulnerabile.

Continua dicendo che, se addormentiamo le emozioni che reputiamo negative come la vergogna e la paura, sopprimeremo di conseguenza anche gli affetti e le emozioni positive.

Invita a lasciarci osservare profondamente, a essere grate/i e gioiose/i nei momenti di terrore, a smettere di urlare per iniziare ad ascoltare e, questa in particolare mi è piaciuta molto, a non rendere i bambini perfetti.

Anzi dir loro: “Non sei perfetta/o. Sei nata per lottare e meriti amore e senso di appartenenza”.

Già da qualche tempo non ho più paura di essere vista, non ho vergogna della mia vulnerabilità e ci sto camminando proprio dentro.

Voglio lavorare ancora su quell’“essere gentili prima di tutto con se stesse/i” che non è mi è così immediato.

Un solo dubbio mi è rimasto: il nostro mondo (e non parlo della società, ma proprio quello più vicino, della famiglia, degli amici, dei colleghi) è pronto a vederci allontanare da quello che pensiamo di dover essere? E noi per prime/i lo siamo?

Ti lascio i link dei TED di Brene Brown e ti consiglio davvero di cuore di prenderti del tempo per ascoltare le sue parole con l’augurio che più persone accettino di mostrare la propria vulnerabilità per vivere in un mondo senz’altro più coraggioso.

Ted – Brene Brown: Il potere della vulnerabilità.

Ted – Brene Brown: Ascoltare la vergogna.

12 risposte a “Il coraggio della vulnerabilità”

  1. Ho letto con interesse questo post, hai trattato un tema che merita di essere discusso ancora e ancora. Viviamo in un’epoca che relega le vulnerabilità, troppo spesso, al tabù, mentre sono proprio loro le chiavi per conoscere meglio se stessi e migliorarsi. L’ultimo anno per me è stato piuttosto difficile, ma proprio nel momento in cui me ne sono fatta una ragione e ho cercato di volermi conoscere ed accettare con indulgenza, ho iniziato la ripresa. E ora considero il mio periodo difficile, nel mio percorso di vita, come nient’altro che un valore aggiunto. Ciao e in bocca al lupo per tutto!

    1. La tua esperienza mi tocca davvero tanto e ti ringrazio per averla condivisa. Accettarsi con indulgenza è un percorso che sto cercando di fare proprio in questo periodo. Grazie davvero!

  2. Ancora una volta mi sento in perfetta sintonia con te. E spero che questo periodo così pesante passi presto. Nel frattempo mi saranno preziosi i tuoi suggerimenti. Grazie

    1. Grazie a te per aver condiviso il tuo momento. Io comunque non ne sono ancora uscita veramente. Organizziamo un bel viaggio di gruppo alle Isole Cook? Sono convinta che ci farebbe bene 🙂

  3. Questo ottobre è stato un mese complicato anche per me: poco tempo, poche energie, molte maschere. Lasciare spazio al proprio lato vulnerabile, ai sentimenti è un punto di ripartenza. Grazie per questi pensieri e per aver condiviso questo Ted.

    1. Vedo che è stato un inizio anno complicato per molte di noi. Vedrai che anche solo ascoltare Brene Brown ti darà spunti interessanti

  4. Secondo me essere vulnerabili fa un gran bene in certi momenti della nostra vita: ci ricorda quello che siamo e ci dà la possibilità di cambiare ciò che sentiamo. Lasciamo uscire il male ed entrare il bene.

    1. Quello che scrivi mi dà molta carica. L’idea di lasciar uscire il male e far entrare il bene ha un retrogusto leggero che mi serve molto in questo periodo 🙂

  5. Non conoscevo queste letture Ma le trovo davvero interessanti soprattutto in questo momento che anche per me non è particolarmente facile

  6. Come tu stessa in qualche post passato insegni: GRAZIE. Incredibilmente ho trovato tante coincidenze, in queste tue righe, mi fanno pensare a me, ma anche a Sarah, che domani compirà gli anni e che – come sai – è in un periodo difficile che non molla. Proprio un’ora fa ho scritto un pezzo per lei e parlo appunto del bisogno di mollare la perfezione. Quelle paure che le vengono sempre, io spesso le chiamo “folletto”, come hai fatto tu. Infine che la connessione ce la impediamo perché abbiamo paura di non meritarla: altra verità sottile e, pure, fortissima. Sai che sono molto sensibile su queste cose, e anche io, come te, nei periodi di crisi faccio ricerca e cerco di dissetare bisogni profondi. Mi segno il TED. Grazie ancora, carissima. Un abbraccio.

    1. Ed io ringrazio te. Devo dire che questo TED è davvero rivoluzionario. Forse non dirà cose rivoluzionarie ma il fatto di renderle così chiare e trasmetterle con questa semplicità, beh, per me è stato come uno schiaffo in faccia, o forse una carezza. È sottile, come dici tu, e sicuramente non facilmente applicabile, soprattutto per chi non è cresciuta/o pensando di meritarsi amore e senso di appartenenza.

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