È mattina. Molto presto.
La mia casa dorme ancora.
Il silenzio intorno a me è rotto solo da qualche cinguettio fuori dalla finestra e dal fedele ronzio del frigorifero.
Il caffè fuma nella mia tazzina.
Ci sono momenti che non sai collocare nel tempo.
Forse perché li hai vissuti molte volte in epoche diverse della vita.
Questo è uno di quelli.
Potrei essere in un lontano 1992, adolescente e ombrosa, con un cuore che brama rivincita e una mente ambiziosa.
Potrei essere ancora più in là nel passato, bambina che tenta di non far rumore, di non disturbare ché mamma ha altro a cui pensare.
Potrei catapultarmi alla laurea, quando quel senso di rivincita sembrava essersi placato.
O più avanti alla fine di un amore malato che ha messo k.o. la sicurezza in me stessa.
In silenzio.
Alle prime luci dell’alba.
Io intera, eppure piena di cicatrici.
Cosa vuol dire Kintsugi?
Poi un giorno senti un termine, di quelli un po’ strani, giapponesi: Kintsugi.
La parola Kintsugi significa letteralmente “Riparare con l’oro”.
Il ché mi ha intrigato notevolmente e così ho deciso di approfondire.
Come si fa il Kintsugi
È una tecnica per gli oggetti andati in frantumi, caduti, scivolati, rotti nel loro unico modo, in quel determinato momento.
Kintsugi insegna a non buttare via i cocci, a metterli insieme, a riparare gli oggetti e impreziosirli con polvere d’oro.
L’oro rende ancora più evidente la ferita, ops, la crepa.
Quell’oro la illumina, la mostra, ne fa parte integrante.
Cavoli, questi giapponesi quante ne sanno! Eppure dovrei saperlo dopo 25 anni di Buddismo giapponese!
Quando nasce il Kintsugi: storia e tecnica
La tecnica del Kintsugi nasce intorno al XV secolo durante il periodo Higashiyama, un momento storico che subì l’influenza della filosofia wabi-sabi (wabi=solitudine, malinconia, sabi=freddo, povero).
Si racconta che una tazza da tè cadde dalle mani dello shogun, Ashigaka Yoshimasa, e che, in suo onore, alcuni artigiani decisero di ripararla impreziosendola con l’utilizzo di lacca e oro.
Che colla si usa per il Kintsugi?
Si usa la lacca urushi ricavata dalla pianta allergizzante Rhus verciflua, alla quale viene aggiunta farina di riso o di grano.
La lacca va fatta essiccare per circa tre giorni, poi si carteggia fino ad ottenere una superficie completamente levigata e, infine, si colora con lacca rossa sopra la quale si spolvera l’oro.
La metafora del Kintsugi
E le tue cicatrici? Stranamente adesso le osservi con un altro occhio.
Cominci a vederle brillare, a notare l’oro con cui sono saldate e scopri che quell’oro sei tu.
Perché sei tu che di quelle ferite ne hai fatto qualcosa, sei tu che, anche se hai sofferto maledettamente, ti sei rimessa/o in carreggiata.
Sei tu che le hai disinfettate e ne hai fatto la tua opera d’arte, la tua preziosa opera d’arte.
Che l’arte, si sa, non si può giudicare, la si può solo respirare, assaggiare, imprimere dentro.
Non è bella né brutta. Comunica. Emoziona. A volte disgusta. A volte commuove.
Non serve giudicarmi. Non serve giudicare. Né dentro, né fuori.
Mi viene in mente una parola, di quelle che senti dire e poi ci devi avere a che fare per farla tua: resilienza.
Mi tocca ricordarmi, ancora una volta, che sono preziosa esattamente come qualunque altro essere vivente.
Non meno, non più.
Che sono qui sulla terra adesso e che ho un’unica sola missione: vivere esattamente come la persona che sono, offrire al mondo il suo unico talento, mostrarsi nella sua interezza, cicatrici comprese…
… Che non è debolezza, è la mia unicità.
La tua unicità.
Se vuoi approfondire…
Libri sul Kintsugi
Ti lascio qui di seguito due libri molto belli per approfondire l’arte del Kintsugi e il suo significato metaforico:
Dove comprare Kit per Kintsugi
Quello che vedi nella foto di questo articolo è il mio personale Kintsugi, fatto con le mani di chi ama creare bellezza, sempre e in ogni ambito.
Se ti vuoi cimentare in quest’arte, su Amazon ho trovato questi kit per Kintsugi.
Magari possono esserti utili. Io lo trovo un hobby estremamente meditativo.
E chissà magari mentre sei all’opera con dei cocci fisici, rifletterai su quelli della tua anima.
Buona vita, anima al contrario!