Accettarsi per un cambiamento consapevole

Accettarsi non è faccenda da poco.

Viviamo in una società che ci vuole tutte/i magre/i, belle/i, e pure di successo.

E a noi donne anche accasate, con figli e la piega sempre perfetta.

Visto che ci siamo, aggiungiamo un rene?”, mi verrebbe da dire.

L’importanza di accettarsi

In verità il bisogno di essere accettati e accettate è un bisogno atavico nell’essere umano.

Forse il primo bisogno legato alle emozioni, perché lo desideriamo da quando siamo bambine/i.

E se per sbaglio, per un limite che nemmeno loro riconoscono, i nostri genitori ci hanno rimproverato con un: “Sei una bambina (o bambino) cattiva. Non si fa”, lì si è creato un solco dentro di noi che poi è diventato una cicatrice indelebile.

Magari nella stessa situazione potremmo dire a nostra figlia o figlio: “Questa cosa è sbagliata perché ti puoi fare male o puoi fare male a qualcuno anche se non lo vuoi”.

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Difficoltà ad accettarsi

Non sono solo le esperienze d’infanzia a creare le ferite dell’anima.

Ogni volta che ci impelaghiamo in relazioni sentimentali o lavorative dipendenti e, pur di essere accettati e accettate, facciamo la qualunque, snaturando chi siamo davvero…

… ogni volta che ci vediamo difettose/i, che il nostro naso non ci piace, che quel vestito, figurati, non lo metterò mai (perché riuscire ad accettarsi fisicamente sembra impossibile)…

… alimentiamo quel bisogno di essere accettate/i dagli altri dimenticandoci che l’unica persona da cui veramente ha importanza essere accettate/i siamo noi.

Io da me. Tu da te.

Mi sono data addosso per tantissimo tempo perché il bisogno di essere accettata era sovrumano.

Per quel bisogno ho tentato di cambiarmi, di diventare la copia carina e sorridente della Noemi “giusta” per quelle persone da cui volevo essere accettata a tutti i costi.

E poi ho semplicemente realizzato che io non sarei mai potuta essere quel tipo di persona perché io ero io e andavo bene così.

È stato allora che sulla mia strada ho incontrato altre persone simili a me, è stato allora che ho smesso di ricercare l’accettazione altrui, e ho ricercato esclusivamente la mia.

Accettarsi non è accontentarsi

Non ti sto dicendo di non affrontare le cose di te che ti fanno soffrire e vuoi cambiare.

Qualche volta si pensa che accettarsi significhi accontentarsi. Una sorta di resa, siamo come siamo e non cambieremo mai. E vai che tiriamo i remi in barca!

Non è questo quello di cui parlo.

Ma nella mia personale esperienza, non ho mai cambiato nulla senza prima accettarlo.

E già, anche i tuoi, i miei “difetti” hanno bisogno di essere accettati.

Il primo passo verso il cambiamento è proprio quello di essere consapevoli.

Io sono così come sono. Io vado bene così come sono. Qui e ora. Al futuro ci pensiamo un passo alla volta.

L’autoconsapevolezza è fondamentale perché se non ci permettiamo di essere noi stesse/i a 360 gradi, se non siamo sincere/i prima di tutto con noi, beh, quel cambiamento non può avvenire.

Spesso dietro il bisogno di accettazione si nascondono problemi che si fa fatica a vedere.

È proprio quella autoconsapevolezza, quel vederci per la prima volta con i nostri occhi fisici e dell’anima, a mostrarci anche quei problemi.

E se anche fa male, nel cominciare ad affrontarli, senza paura, ci rendiamo conto di quanto questo processo diventi liberatorio.

Noi non siamo e non saremo mai individui perfetti. Possiamo anche mirare alla perfezione, pensando che solo quando saremo perfette/i, nessuno ci potrà più criticare e ci amerà follemente, ma l’unico risultato che otterremo sarà perdere tempo prezioso.

Non voglio sembrarti dura ma l’obiettivo qui è la nostra felicità, la tua felicità.

Ecco perché sono diretta e non parlo per voli pindarici.

La tua felicità è l’unica priorità.

Mi accetto per come sono

Cominciamo dal fatto che darsi addosso è totalmente inutile.

Sarà pure arrivato il momento di smettere di punirti gratuitamente, non trovi?

Arrabbiarti con te stessa/o, addirittura arrivare a odiarti, non solo non serve a nulla ma è controproducente.

E spesso questa tendenza masochista è così forte che tendiamo ad attorniarci di individui deleteri, che ci ricordano costantemente proprio quei difetti. Guai se se li fanno sfuggire!

Ma ti chiedo: sono davvero difetti?

Magari rispondiamo più tardi a questa domanda.

Cosa vuol dire accettarsi

Quando si parla di accettarsi entra in gioco la nostra autostima.

Chiaramente più la nostra autostima è alta, più sarà facile accettarsi per chi e per come si è.

La nostra autostima dipende da come siamo cresciute/i, dalle esperienze che abbiamo incontrato nei vari periodi della vita, da come abbiamo reagito a quelle esperienze.

Va da sé che, se fin da piccole/i, ci hanno insegnato ad avere stima di noi, probabilmente negli anni sarà stato più facile confermarla e nutrirla. Viceversa è stato un bel disastro.

Eccomi: io faccio parte di quel disastro.

In passato non è stata molto alta la mia autostima. Ho dovuto costruirla da grande, un pezzetto per volta, affrontando situazioni esterne che mi spiattellavano in faccia: “Tu non meriti nulla. Tu non conti nulla. Tu non avrai mai quello che desideri”.

Se sei qui, probabilmente sai di cosa sto parlando e sai che è dura.

Contemporaneamente hai la prova vivente che, sebbene non sia facile, si può fare: tadà… io.

Si può, pian, piano, accettandosi per quel che si è, puntando tutto sui propri punti di forza, allontanando le persone “prosciuga-energia” (io le chiamo così), attorniandosi di chi invece quell’energia la nutre e la rispecchia, si può costruire quell’autostima che pensavamo di non avere.

Si può, se vuoi te lo ripeto a vita, eh, eh.

E quando quel bel giorno ti dirai: “Ma perché quella volta lì non ho fatto così? Perché di nuovo mi sono comportata/o così?”, prima di autosabotarti, ricordati di quella donnaalcontrario che ti diceva: “Si può!”.

Imparare ad accettarsi e piacersi

Prova a chiederti: “E le mie qualità? I miei talenti?”.

Io lo so che li hai. Forse la tua mente ti porta a pensare che hai più difetti che punti di forza, ma fermati un attimo a riflettere.

Forse sei una persona silenziosa che sa ascoltare.

Forse al contrario sei una persona con la battuta sempre pronta che strappa un sorriso a chi le è accanto.

O forse ancora sei una persona gentile, che sa prendersi cura di un’altra persona, di un progetto, di una situazione.

Adesso prendi carta e penna e scrivi bene queste cose belle che hai tu e solo tu e poi rileggile, rileggile, rileggile.

Come si fa ad accettarsi?

  • Comincia col darti il valore che hai. Perché ce l’hai.
  • Continua fregandotene di quello che pensano gli altri.
  • Se quello è il tuo pensiero, esprimilo. Se vuoi indossare quell’abito, fallo.

Come direbbe mia nonna, futtitìnne (traduzione dal siculo language = fregatene) e ricordati che gli altri sono una conseguenza sempre e comunque.

  • Perdonati per quello che non hai fatto, non hai detto, non hai realizzato. Quello era nel passato, e nel passato hai fatto tutto quello che potevi con gli strumenti che avevi in quel momento. Ora è ora. E tu stai già cambiando.
  • Smetti di paragonarti all’amica perfetta, dal corpo perfetto, dal conto in banca perfetto.

La bellezza è davvero soggettiva, e non perché lo dico io. Ho visto uomini statuari innamorarsi di donne dagli evidenti difetti fisici ma con una carica emozionale che scansate. E personalmente gli uomini che ritengo belli hanno tutti un naso molto particolare: vedi quel gran figo di Javier Bardem.

Qualche volta penso che siamo noi a rendere i nostri difetti “inaccettabili” e che invece proprio quelli ci rendono uniche e unici al mondo.

Anzi ti dirò di più, credo che le nostre unicità, sia quelle che riteniamo debolezze, sia quelle che riteniamo figaggini, sono la base per costruire la nostra piena realizzazione personale, la vita che possiamo vivere solo noi, nessun’altra o altro al mondo.

Tutto l’amore che hai

E infine, ma non infine, amati.

Amati una volta per tutte.

Non cercarlo altrove quell’amore. Trovalo in te.

Inizia dalle piccole cose, quelle che ti fanno sorridere, quelle semplici e quelle inconfessabili (mica le devi dire agli altri).

Fai un’azione quotidiana per te stessa/o, solo per te.

Vedrai che non toglierai nulla agli altri. Perché l’amore vero è per te e per gli altri.

Non c’è separazione. Quando fai per te, fai contemporaneamente per le persone che ti circondano.

Perché una persona felice trasmette felicità e le altre persone sono naturalmente attratte da chi emana felicità.

E allora, adesso ti chiedo: “Sono davvero solo difetti?”.

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