È strano scrivere di pace in questi giorni frenetici.
Sono rientrata dal viaggio e sono stata subito sommersa da impegni quotidiani, richieste lasciate nel passato, email accumulatesi e, dulcis in fundo, casini tecnologici che, come sempre, mi fanno fondere il cervello.
Uffa! Non sono proprio fatta per queste cose… disse quella che ha un Blog e lavora con i Social!
Ma forse è proprio per questo che ogni tanto sento il bisogno di staccare da tutto e immergermi in una cultura profondamente diversa dalla nostra, grazie ad un biglietto aereo e tanta voglia di conoscenza.
Quando sono arrivata a Bali, lasciavo in Italia una situazione complicata.
In più sentivo forte la responsabilità di avere la bambina con me.
Non ero esattamente rilassata.
Il dolore al braccio era ancora molto forte ed era da un po’ che non dormivo bene.
A Bali ci ha accolto un ragazzo col sorriso e la musica dance in auto.
Dopo 2 ore di strada, in piena notte, ci ha detto di salire sul motorino con un suo collega. In 3 su un motorino in mezzo alle risaie.
È stato lì, in quel primo momento, che ho cominciato a sentire la sua brezza, il suo sentore.
Era la pace di Bali e bussava proprio alla mia porta
Ogni giorno che passava, si faceva largo dentro, pezzettino per pezzettino.
Confesso che l’ho un po’ aiutata con il mio impegno di viaggiare in lentezza.
Perciò se un giorno facevamo un tour, il giorno dopo era dedicato a passeggiate senza meta, tra cortili interni e risaie.
Mi ricordo quando ho deciso che era ora di provare un massaggio balinese ma tutte quelle SPA per strada proprio non mi convincevano.
Vicino al nostro alloggio c’era una piccola palafitta con un cartello “Massaggi” ma non c’era mai nessuno.
Un giorno per caso ho visto rientrare un ragazzo in motorino. Un piccolo scambio di parole e ho fissato il mio massaggio per quel pomeriggio.
Un massaggio su una palafitta con il solo suono della natura: uccellini, rane e il fruscio del vento.
Un massaggio energico di quelli che ho provato solo in Cambogia, fatto da una ragazza minuta.
In certi momenti mi sembrava mi spezzasse in mille pezzi e invece ha rigenerato le energie di questo corpicino bistrattato.
E la pace si espandeva ancora un pezzettino in più
La delicatezza degli abitanti di questa isola serena è stata la medicina più potente per la mia inquietudine. I sorrisi sempre presenti, la loro incapacità di arrabbiarsi, i cuori generosi.
Certe volte ci infilavamo dentro i loro cortili chiedendo il permesso di entrare e ci ritrovavamo insieme a bambini che facevano i compiti, donne che pregavano o che spazzavano per terra.
E la pace attecchiva dentro di me
Mi ricordo tra tutti un momento particolare: eravamo a cena nel nostro posto di fiducia, praticamente attaccato al Solo Villas, col cameriere che era talmente lento nei movimenti che per noi era anche motivo di grandi sorrisi.
Lo adoravamo.
Beh, stavamo lì, nella lunga attesa tra l’ordine e l’arrivo dei nostri piatti, c’era luna piena, e ho sentito dentro LEI che spingeva, spingeva e si irradiava dappertutto.
“Sai, amore, qui mi sento proprio in pace”, ho detto alla mia socia.
“Per forza, mamma. Qui la gente non si arrabbia mai, non corre ed è gentile”. Saggezza infantile.
Mi son fatta l’idea che non sarebbe male organizzare delle spedizioni dirette a Bali per alcune persone “molto stressate” che conosco.
Già, una bella settimana lì e tornerebbero come nuove, stressando meno se stesse e noi intorno a loro.
Trovi tutti i miei consigli per un viaggio a Bali nell’articolo:
Questo non è il classico post su cosa fare e dove dormire a Bali. Sì, certo, troverai anche tutte queste informazioni necessarie per organizzare il tuo viaggio nella splendida isola indonesiana.
Ma prima voglio parlarti del perché ho scelto questo titolo: Bali, terra di pace e di sorrisi.
E lo farò raccontandoti delle storie perché, quando viaggio, sono le storie a colpirmi davvero.
Storie di esseri umani e dell’ambiente in cui vivono.
La gente di Bali
Storie di gente sempre, e dico “sempre”, col sorriso.
Come quella di Gede, il nostro driver, che per strada non si scompone mai. Gli tagliano la strada, un motorino gli si infila da sinistra (qui si guida a destra), la macchina davanti si ferma di botto senza freccia e lui, senza fiatare (neanche uno sbuffo), mette la freccia e sorpassa. Al massimo fa uno squilletto di clacson.
Seeeee, ce lo vedete a Roma uno di noi che “non” reagisce così?
E quando gli chiedo con la domanda scema per eccellenza: “Ma perché voi sorridete sempre?” (cioè, ti rendi conto di che domande faccio?), lui con il suo sorriso pacato, risponde: “È la nostra cultura”.
Come la storia di Desi, moglie di Gede, che un giorno è venuta insieme al suo bimbo di 2 anni in tour con noi e che mi ha raccontato che a Bali, una volta l’anno, c’è il silence day o Nyepi Day, un giorno in cui tutta l’isola è completamente spenta, l’elettricità non funziona, nemmeno gli aerei possono volare.
Un giorno perfetto per godersi Bali in totale silenzio.
La stessa Desi che mi ha raccontato di come ogni giorno le donne balinesi porgono offerte agli dei dentro e fuori la porta di casa perché la giornata possa andare bene…
… che le si illuminano gli occhi quando passa davanti alle vetrine dei negozi per turisti…
… che scende un attimo dalla macchina e ritorna con dei regali per noi.
Dove dormire a Bali: Solo Villas
Come la storia di Laurie che viene dal Canada e gestisce il Solo Villas Resort, che ci ospita.
La storia di una donna che ha deciso di investire nella cultura locale, di vivere nel rispetto delle tradizioni di chi lavora per lei.
Una donna che proprio mentre eravamo a Bali è diventata nonna e la sua felicità esplodeva da ogni poro del viso.
Una donna che ha cucinato la pasta per mia figlia perché per lei cucinare per i bambini è la felicità più grande.
E il Solo Villas rispecchia esattamente questo suo spirito.
Un luogo incantato lontano da tutto.
Ti dico soltanto che per arrivare qui c’è una stradina immersa nelle risaie che si può fare solo a piedi o in motorino.
Una stradina dove puoi incontrare un omino che realizza quadri di una bellezza mozzafiato e che ogni volta che incroci il suo sguardo, ti saluta giungendo le mani e inchinandosi. Un posto dove nulla è lasciato al caso, ma in maniera del tutto naturale.
Un luogo speciale dove il silenzio è rotto solo dai suoni della natura, delle rane e degli uccelli, dall’acqua che scorre costante intorno a noi.
Non hai idea di quanto sia piacevole svegliarsi e guardare dalla propria finestra un’estensione infinita di risaie e qualche bungalow qui e là…
… di quanto sia ristoratore il bagnetto in piscina dopo la faticaccia dei tour intorno all’isola…
…. di quanto sia appagante uscire dalla stanza ed essere accolte dai sorrisi discreti di chi qui ci lavora.
Una sera ho chiesto a Putu (una donna dello staff) se la mattina dopo potevamo fare colazione alle 7 perché cominciavamo il tour presto e lei mi ha detto: “Sarò qui alle 6 per prepararla”.
Io mi sono sentita in colpissima. Ho cominciato a balbettare: “Ma no, facciamo alle 7,15, dai”. E lei sempre con quel sorriso disarmante: “Sarò qui alle 6”.
Mia figlia dice che il suo “Your welcome (Prego)” sembra una musica e ha proprio ragione.
Così puoi dare un occhio anche alle foto dall’alto per renderti conto della meraviglia del paesaggio qui intorno.
Cosa fare e cosa vedere a Bali
Cosa vedere a Ubud
E che dire delle location?
Ubud è una cittadina graziosa, turistica quanto basta.
Niente a che vedere con la più popolare Kuta e gli altri posti affacciati sul mare.
Del resto è per questo che l’ho scelta come base.
Gli altri abitanti di Bali la definiscono “creativa” e posso confermare che la creatività scorre nelle vene dei suoi abitanti.
Di solito i turisti si fermano qui 2/3 giorni ma sono convinta che 2/3 giorni non bastino per assaporare questo luogo.
È proprio la lentezza di questi 8 giorni che mi ha permesso di “sentire” le persone, i luoghi, i profumi, i gesti.
E sinceramente questo non mi ha impedito di girare tutta l’isola perché Ubud si trova in una posizione centrale da cui si possono raggiungere facilmente le montagne a nord, come le spiagge a Sud.
Qui a Ubud la tappa fondamentale è la Sacred Monkey Forest che mi ha ricordato molto il nostro parco sacro di Bomarzo per via delle statue ritraenti figure mitologiche.
La differenza principale è che questa foresta è abitata da una popolazione infinita di scimmie che, devo dire, sono abituate ai turisti e perciò non sono moleste come in altre parti di Bali.
Attenta/o, però, a cosa metti nelle tasche.
Ho visto rubare banane, bottigliette e tutto quello che per loro era “interessante”.
Sicuramente addentrarsi nell’isola è la cosa che mi è piaciuta di più.
Dentro Bali
Ore di macchina immerse nella vera Bali, dove i cartelli non conoscono più l’inglese ma solo la lingua locale.
Le montagne e le cascate.
I templi in luoghi già baciati da una bellezza naturale mozzafiato.
Tutto questo e altro ho visto grazie a Gede che, mentre io ero distrutta dalla stanchezza, non si è mai fermato.
“Vi porto qui e poi qui. Se volete anche qui”.
E per fortuna gli ho sempre detto di sì perché ogni volta ne è valsa la pena.
I templi più belli di Bali
Non semplice fare una classifica dei templi più belli di Bali.
Tanah Lot
C’è il Tanah Lot vicino a Denpassar con a fianco, a sua protezione (o per lo meno sembra sia nato per questo), il Batu Bolong.
La posizione è spettacolare.
Ti basta guardare la foto qui in basso per vederlo tu stessa/o.
Ulan Dani Bratan
Dedicato alla dea dell’acqua Dewi Danu, il tempio Ulan Dani Bratan si trova sul Lago Bratan.
Probabilmente il tempio più romantico di Bali, l’Ulan Dani Bratan é situato tra le montagne di Bali, in una delle zone più affascinanti dell’isola, soprattutto per la presenza di risaie e di villaggi locali.
Taman Ayun
Chiamato anche il Tempio del Giardino sull’Acqua, Taman Ayun si trova a sud di Bali nella zona di Mengwi.
La sua bellezza risiede non solo nell’ampiezza dell’area, ma soprattutto nei suoi bellissimi giardini.
È uno dei sei Templi Reali di Bali e si percepisce subito che ti trovi in un edificio nobile.
Tra fossati, padiglioni, statue, qui sarai avvolta/o da un’atmosfera sacra e intrisa di pace.
Uluwatu
Tra tutti però il luogo che mi ha travolta di emozioni è senz’altro il tempio di Uluwatu.
Arroccato su una scogliera altissima.
Una vista che ti rimane incisa nel cuore e una sensazione di sacralità che ho percepito solo in pochi altri luoghi al mondo.
Se vai Bali, non puoi perderti l’appuntamento con il tramonto all’Uluwatu.
Mi darai ragione, vedrai!
Cascate di Sambangan: the Secret Garden
Di cascate a Bali ce ne sono davvero tante ed è difficile anche qui dire quali sono le più belle.
Posso dirti quali sono state le mie preferite, anche perché raggiungerle per me che soffro le curve, è stata una bella sfida.
Ma poi quando arrivi, nonostante le curve e il successivo e impegnativo trekking necessario per raggiungere le cascate, beh, che dirti, ti passa qualunque cosa.
Sto parlando delle Cascate di Sambangan a nord di Bali, e in particolar modo di Aling Aling, una delle più alte di tutta l’isola.
C’è anche una parte in cui è possibile tuffarsi e divertirsi, ma confesso che io non l’ho fatto. L’acqua era troppo fredda per me. Magari tu sarai più temeraria/o di me!
Le spiagge più belle di Bali
E per quanto riguarda le spiagge?
Personalmente sono due quelle che ho amato di più: Nusa Duae Padang Padang.
Anche per scegliere le spiagge da visitare a Bali, ti consiglio vivamente di scegliere guide locali.
Conoscerai meglio l’isola e soprattutto persone che ti racconteranno tante meravigliose storie di vita.
Quando andare a Bali
A Bali ci sono due stagioni, una secca, che va da aprile a ottobre, e una umida, quella delle piogge per intenderci, che va da novembre a marzo.
In generale c’è un’umidità assurda tutto l’anno a Bali.
Noi siamo state a settembre e ti assicuro che caldo e umido facevano festa.
Quindi forse l’ideale è la parte centrale della stagione secca, giugno e luglio.
In ogni caso anche quando piove, si tratta di piogge tropicali che spesso sono forti e abbondanti ma finiscono anche in fretta.
Basta portarsi un impermeabile di quelli che si arrotolano e si infilano nello zaino senza ingombrare troppo e il gioco è fatto.
Come muoversi a Bali
Probabilmente avrai sentito dire che a Bali tutti si muovono in motorino.
Personalmente il mio consiglio se non sei super esperto/a di guida a sinistra e del traffico senza regole, che neanche a Napoli, è di affidarsi a un driver locale come io ho fatto con Gede.
Puoi scaricare l’app Grab che funziona benissimo e, un po’ come la più nota Uber ma decisamente più economica, avrai sempre un driver che ti verrà a prendere dove sei e ti porterà dove vuoi.
Ecco tutto. Concludo dicendo che non pensavo sarebbe stato tanto dura lasciare Bali e invece è stato proprio così.
Era da tanto tempo che non mi sentivo così in pace come quando sono stata qui.
Ecco anche perché una volta rientrata in Italia, scrissi anche un articolo in cui racconto come ho riconquistato la pace a Bali. Te lo lascio qui di seguito: Riconquistare la pace a Bali
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