Meditazione Trascendentale: come si pratica, benefici, controversie

fiore di loto meditazione trascendentale

Tra tutte le tecniche di meditazione, la meditazione trascendentale è sicuramente la più conosciuta e, probabilmente per questo motivo, anche la più controversa.

È considerata la meditazione dei VIP, sebbene io non ami molto questa definizione, perché dopo aver avuto un boom negli anni ’60 e ’70 grazie ad artisti di rilievo come i Beatles, è stata poi praticata da altri personaggi molto in vista come Oprah Winfrey, David Lynch e Lady Gaga.

Il risvolto positivo di questa notorietà è che è tra le pratiche meditative quella che vanta più ricerche e studi scientifici.

E questo sicuramente ci aiuta a comprendere meglio di cosa si tratta, quali sono i benefici reali e quali i rischi.

Le origini della meditazione trascendentale 

Le radici della meditazione trascendentale sono sempre da ricercare in quel paese da cui il Buddha nasce e con lui anche quasi tutte le altre tecniche e pratiche meditative.

La meditazione trascendentale non è però una religione.

La sua diffusione in occidente si deve allo Yogi Maharishi Mahesh che, dopo essersi laureato in fisica portando quindi un approccio scientifico e moderno a questa pratica, studiò e divenne poi maestro dell’antico insegnamento induista Advaita Vedanta da cui nasce la meditazione trascendentale.

Maharishi Mahesh dalla fine degli anni ’50 iniziò a diffonderla e insegnarla in tutto il mondo.

Il suo scopo era quello di rendere accessibile la comprensione dell’antico insegnamento vedico perché potesse essere praticato da chiunque, non solo dai monaci, convinto com’era che la strada per la pura coscienza fosse in realtà semplice.

Essendo basata anche sui suoi studi da fisico, Maharishi riteneva che la meditazione trascendentale fosse come un ponte armonizzante tra le varie parti del cervello.

Gli studi scientifici fatti successivamente si sono basati proprio sulle frequenze emanate dal cervello di chi praticava la meditazione trascendentale rispetto a chi non la praticava. 

La diffusione dei benefici rilevati da questi studi portò all’utilizzo della meditazione trascendentale nelle scuole, nella riabilitazione dei veterani di guerra, in varie patologie del corpo e della mente.

incensi e candele per meditazione trascendentale
*

Quali sono i principi della meditazione trascendentale

La chiave della meditazione trascendentale è nella parola stessa “trascendere”.

Trascendere il pensiero, non eliminarlo.

Trascendere è andare oltre le emozioni, le situazioni, per attingere a quella che Maharishi ha definito Quarta Coscienza o Quarto Stato di Coscienza, uno stato di piena consapevolezza in cui mente, corpo e cuore sono un tutt’uno.

Non si tratta di Stato di Veglia che per Maharishi costituisce il Terzo Stato di Coscienza dopo lo Stato di Sonno e quello di Sogno.

Nel Quarto Stato di Coscienza, studiato e definito dagli scienziati “stato di veglia metabolico”, il cervello, o meglio tutto il corpo, è pienamente presente e capace di attingere a un’energia che non si esaurisce e che risiede dentro di noi.

Si raggiunge uno stato di estremo rilassamento fisico, muscolare e mentale, che diventa una vera e propria pratica di autoguarigione, in quanto secondo Maharishi (e non è l’unico a sostenerlo) nel corpo risiede tutto ciò che ci serve per guarire il corpo stesso, la mente e lo spirito.

È un concetto di cui ho parlato anche in altri articoli: quello di non dualità, o meglio di unità tra corpo e mente, io e l’ambiente, materia e spirito.

Ora sembrerà banale dirlo ma è ovvio che, se abbiamo cura del nostro corpo e della nostra mente, viviamo sicuramente una vita migliore. Tu dirai: la scoperta dell’acqua calda!

In verità la cosa interessante è che, essendoci numerosi studi scientifici sull’argomento, ne abbiamo le prove. Le statistiche parlano chiaro. Ma di questo ti parlo tra poco.

Naturalmente non è una cosa immediata. Ci vuole tempo, pratica e molta pazienza.

Per Maharishi gli stati di coscienza sono sette.

Dopo lo Stato di Coscienza Trascendentale, il quarto, ci sono la Coscienza Cosmica che è quella che ci permette di portare il quarto stato nella quotidianità, quindi quando non siamo in meditazione ma conduciamo le nostre vite di tutti i giorni.

Poi abbiamo lo Stadio di Coscienza Cosmica Raffinata, detta così perché lo stato di consapevolezza si eleva ulteriormente dando significato più profondo a ciò che ci succede.

Infine c’è il Settimo Stato di Coscienza o Coscienza di Unità, che per l’appunto è quello stato in cui percepisci di essere un tutt’uno con l’universo stesso, con il tuo ambiente e gli altri esseri viventi. Quella che il Buddha chiamava illuminazione.

Come si pratica la meditazione trascendentale?

Innanzitutto è importante sapere che, a differenza di altre pratiche meditative, la meditazione trascendentale, soprattutto all’inizio, va fatta insieme a un maestro esperto, un insegnante TM certificato. Qui trovi la lista degli insegnanti TM certificati in Italia.

Successivamente una volta appresa la tecnica, se lo si desidera, si può continuare la meditazione trascendentale da autodidatta.

La meditazione va fatta due volte al giorno, per circa 20 minuti, senza superare i 30 minuti, e a stomaco vuoto.

Ci si siede con la schiena dritta, le spalle rilassate, le mani appoggiate sulle ginocchia con i palmi rivolti verso il basso, gli occhi chiusi.

Il luogo scelto deve essere il più possibile tranquillo, lontano da distrazioni esterne, rumori, e suoni di qualunque natura.

Vanno bene candele e incensi profumati che possano conciliare lo stato di trascendenza.

Il maestro ti affida un mantra, personalizzato per te, perché possa aiutarti a concentrarti sul suono distogliendo la tua attenzione dai pensieri.

Si inizia come per tutte le meditazioni concentrandosi sul respiro, sull’aria che entra e sull’aria che esce dalle narici. Nel momento in cui la respirazione si è stabilizzata in un ritmo lento e profondo che è il tuo, rispettando chi tu sei, è il momento di introdurre nella meditazione il mantra affidatoti dal maestro.

Quali sono i mantra della meditazione trascendentale?

I mantra sono suoni che attivano una vibrazione ben precisa.

Ogni mantra attiva la sua frequenza, che è unica, esattamente come unici sono i suoi effetti su corpo e mente.

Ecco perché il maestro ne sceglie uno appositamente per te.

Che tu ne conosca o meno il significato, i benefici ci sono comunque. E questo te lo dice una che pratica lo stesso mantra da oltre 27 anni.

Di mantra ce ne sono tantissimi, dal più famoso Om, che è un invito alla nostra natura divina a emergere, a Io sono uno che ci ricorda proprio la nostra unicità con il tutto. 

Effetto meditazione trascendentale

Come dicevo all’inizio di questo articolo, le ricerche e gli studi scientifici sulla meditazione trascendentale sono davvero numerosi. E le pubblicazione relative parlano di notevoli benefici per il nostro benessere psico-fisico.

Tra questi:

  • Miglioramento della concentrazione
  • Aumento della creatività
  • Controllo dei pensieri
  • Riduzione della pressione sanguigna
  • Riduzione della soglia del dolore
  • Aumento delle difese immunitarie
  • Riduzione dell’ormone dello stress, il cortisolo, e di conseguenza degli stati ansiosi e depressivi
  • Aumento dell’autostima
  • Aumento della produzione di serotonina, l’ormone della felicità
  • Senso di pace, benessere, armonia
  • Benefici sul sistema nervoso

Controversie sulla meditazione trascendentale

Così come sono stati appurati notevoli benefici, alcuni scienziati puntano l’attenzione sui pericoli della meditazione trascendentale.

Cercherò di usare termini molto semplici perché questa non è una sede tecnica e poi perché mi piace che il concetto possa arrivare a più persone possibili in maniera comprensibile.

Mettendo in relazione più parti del cervello contemporaneamente che normalmente funzionano in alternanza, si attivano delle onde cerebrali che da un lato, come abbiamo visto, portano tanti benefici, dall’altro possono portare, soprattutto nei soggetti con particolari problematiche, all’acuirsi di stati psicofisici disfunzionali come quelli dissociativi. Il ché diventa problematico laddove la cosa non è seguita da medici specializzati e quindi potrebbe peggiorare situazioni già di loro molto delicate.

Inoltre alcuni studiosi segnalano che la ripetizione costante per anni dello stesso tipo di meditazione, qualunque essa sia, può portare ad assuefazione e dipendenza, esattamente come per una sostanza.

Fatta la dovuta premessa di essere seguiti da professionisti e medici nel caso siano presenti patologie di qualunque natura (mi raccomando ché la nostra vita è preziosa e dobbiamo averne cura), ti racconto la mia personale esperienza.


Pratico il Buddismo Mahayana da 27 anni e questo non mi ha impedito di conoscere e approfondire altre tecniche di meditazione e crescita personale, anzi personalmente trovo che aprirsi a più metodi per capire cosa è più vicino a ciò che desideriamo o che semplicemente fa più per noi, ci consente una maggiore consapevolezza dei nostri “doni”, di ciò che siamo in profondità, in quel famoso quarto stato di coscienza di cui parla Maharishi.

È un po’ come viaggiare in posti che non conosci: i paesaggi, la cultura, la lingua, il cibo sono diversi. Ed è quella diversità che ti permette di andare più in profondità, quel conoscere l’altro per conoscere te.

Così è anche per le pratiche meditative e di crescita personale, o per lo meno, come ho detto prima, questa è la mia esperienza.

Sono tutta orecchie, anzi tutta occhi, se ti va di raccontarmi la tua esperienza in un commento qui sotto.


Ho approfondito altre tecniche di meditazione negli articoli che ti lascio qui di seguito se anche tu sei interessata/o all’argomento:

*foto in questo articolo di Zoltan Tasi by unsplash e di Elina Fairytale by pexels

Ho’oponopono: cos’è e come si pratica

Ho'oponopono articolo unadonnaalcontrario

Oggi approfondiamo un altro pezzo della crescita personale.

E lo facciamo attraverso una tecnica antichissima che ci porta in uno dei luoghi più magici del nostro pianeta: le Hawaii.

Sto parlando di Ho’oponopono

Cos’è Ho’oponopono

Letteralmente Ho’oponopono significa “rimettere le cose a posto”.

Una sorta di “Do the right think” (= “fa la cosa giusta”) dei giorni nostri.

Le sue origini ci parlano di una pratica potente che ha come principi cardine l’accettazione, la gratitudine e il perdono.

Ricorda un po’ il concetto di karma buddista per cui tutto ciò che noi facciamo ha delle conseguenze nella nostra vita, sia che si tratti di errori commessi verso noi stesse/i o verso gli altri sia che si tratta di azioni virtuose sempre verso noi stesse/i o verso gli altri.

Nel primo caso è il perdono la chiave per ristabilire l’equilibrio nella nostra vita, nel secondo caso la gratitudine.

Insomma tutto dipende da noi, tutto ha origine da noi e dalla nostra energia che è la stessa dell’universo.

È come una presa cosciente di responsabilità attraverso un’analisi obiettiva (per quanto obiettiva possa essere) delle nostre azioni.

ho'oponopono fiore hawaiano
* foto by pexels

Come si fa Ho’oponopono

Innanzitutto è importante sapere che Ho’oponopono può essere praticato da tutti e tutte, indipendentemente dalla propria religione, filosofia di vita, origine e cultura.

E puoi praticarlo per qualunque situazione della tua vita, da quelle familiari a quelle di salute, da quelle di lavoro a quelle di relazione.

Si può applicare persino alle cose insenzienti, come il denaro, se per caso hai un rapporto non positivo con i soldi, oppure nei confronti di una casa.

Puoi fare Ho’oponopono esprimendo pensieri di gratitudine verso te stessa/o, per quello che fai ogni giorno, o verso qualcun altro che ti è stato vicino anche solo con una frase che ti ha incoraggiato.

In questo senso può venirti in aiuto il diario della gratitudine.

Per fare Ho’oponopono si utilizza un mantra che si può ripetere più volte al giorno, anche quando cammini o stai bevendo un caffè. Puoi ripeterlo a voce alta o solo mentalmente se magari sei in giro e non vuoi farti sentire.

Qual è il mantra di Ho’oponopono

Il mantra per fare Ho’oponopono è: “Grazie, mi dispiace, perdonami, ti amo”.

Sì, lo so che all’inizio ti sembrerà strano. Ma in fondo che hai da perdere? È pure gratis!

Magari inizialmente lo ripeterai stile pappagallo, pensandoti un po’ scema/o.

Ma poi, pian, piano, mentre lo ripeterai, si formerà dentro di te un nuovo pensiero, e quel “grazie”, quel dispiacere, quel sentimento di perdono e di amore comincerai a sentirli davvero.

Per te e per gli altri.

A cosa serve il mantra Ho’oponopono

Ripetere il mantra più volte e per più giorni (ricordati che la costanza è sempre tutto qualunque cosa tu faccia nella vita, sia spirituale sia materiale), ti permette di assumere che ogni cosa che ti succede è nella tua piena responsabilità, sempre e comunque.

Il ché ti da un grande potere.

Perché se tu sei responsabile della tua vita, nel bene e nel male, sei responsabile anche di cambiarla in meglio quella vita.

Ricordati che tutti, nessuno/a escluso/a, sbagliamo e questo non vuol dire che non siamo delle belle persone.

Vuol dire semplicemente che è normale sbagliare e, anzi, dagli sbagli si possono imparare delle cose straordinarie su noi stessi/e e sugli altri.

In tal senso potrebbe interessarti l’articolo: l’incredibile occasione di sbagliare.

Inoltre accettare i tuoi sbagli ti farà vedere sotto un’altra luce anche chi ha sbagliato con te, perché anche lui/lei è un essere umano che sbaglia e che può migliorarsi.

Benefici di Ho’oponopono

La pratica di Ho’oponopono è molto utile per migliorare la gestione della rabbia verso se stesse/i e verso gli altri.

Grazie a questa tecnica riconosci che hai il potere di cambiare le cose e accetti che esistono anche le ombre dentro di te, e che quelle ombre non sono solo brutte ma possono essere fonti di immensi doni se illuminate.

Ho’oponopono agisce come una profonda pulizia dei ricordi, soprattutto di quelli che fanno male, e ci permette di trasmettere anche agli altri un atteggiamento diverso per affrontare le cose che ci mette davanti la vita, e che forse ci siamo provocate/i da sole/i.

In fondo siamo tutti/e collegati/e e ciò che faccio io nella mia comunità crea un flusso che coinvolge ogni membro di quella comunità. Che sia la mia famiglia, i miei amici, il mio luogo di lavoro, e a loro volta quelle persone con cui entro in contatto influiranno nelle loro comunità, famiglie, posti di lavoro.

Chi ha inventato Ho’oponopono

Le origini di Ho’oponopono risalgono a moltissimi anni fa, quando nella cultura antica polinesiana si riteneva che i nostri sbagli portassero malattie e squilibri di natura fisica e mentale. 

Oggi anche la scienza riconosce che covare rabbia ci predispone a malattie più o meno importanti.

Ne avevo parlato riportando dati scientifici nell’articolo Gentilezza e il suo benefico potere su corpo e mente.

Tornando alla Polinesia antica, a quel tempo, i sacerdoti delle isole praticavano Ho’oponopono in situazioni di malattia, problemi nella vita della comunità, relazioni tra i membri.

Si credeva che grazie alla pratica di Ho’oponopono l’errore commesso venisse liberato e, in questo modo, perdesse il potere di danneggiare le persone coinvolte.

La persona a cui dobbiamo la trasmissione di Ho’oponopono in occidente è la sacerdotessa Morrnah Nalamaku Simeona che, nei suoi studi, ha identificato come base di Ho’oponopono la relazione tra 4 aspetti del nostro essere:

  • Uhane, o madre, che rappresenta la mente conscia,
  • Unihipili, il bambino interiore, la mente subconscia,
  • Aumakua, o padre, la mente superconscia,
  • I, o Io, il Divino, la mente superiore.

I 12 passi di Ho’oponopono

Morrnah Nalamaku Simeona nel suo manuale descrive 12 passi per praticare correttamente Ho’oponopono che vengono insegnati durante i corsi che si svolgono in tutto il mondo.

Qui puoi trovare la lista di quelli che si svolgono in Italia.

Ho’oponopono esercizi pratici

Ma stai tranquilla/o, Ho’oponopono si può praticare in maniera molto semplice senza necessariamente partecipare a seminari e corsi.

E questa semplificazione la dobbiamo al dott. Ihaleaka Hew Len, che grazie a Ho’oponopono ha guarito un’intero reparto psichiatrico detentivo.

Il dott. Hew Len durante la sua vita, ha spiegato in varie interviste, insegnato e diffuso come semplicemente la ripetizione del mantra può guarire le ferite emotive delle persone.

Il mantra infatti agisce da purificatore energetico.

È un po’ come se facessi una dieta detox delle emozioni negative. 

Il dott. Hew len aggiunge al mantra l’uso di due metodi:

  • l’acqua solarizzata blu, cioè acqua raccolta in una bottiglia di vetro blu con coperchio non metallico, posta al sole per almeno un’ora, da usare per bere, lavare frutta e verdura, sciacquarsi da una doccia;
  • mangiare fragole e mirtilli sia freschi sia in composta. Secondo il dott. Hew Len questi frutti aiutano a eliminare le memorie negative.

Io non so se questo abbia basi scientifiche ma i frutti rossi, soprattutto i mirtilli, hanno qualità straordinarie per la salute e quindi sposo l’idea di consumarne regolarmente. Ovviamente sempre escludendo casi di allergia, e quindi come tutte le cose che riguardano la nostra salute è sempre meglio rivolgersi al proprio medico di fiducia per appurare che non ci siano controindicazioni.

Conclusioni su Ho’oponopono

A me piace pensare che la prima persona da perdonare siamo noi stesse/i.

Perché spesso anche in maniera inconsapevole, ci offendiamo con parole, azioni e pensieri che non ci fanno bene.

Le pratiche come quella di Ho’oponopono ci aiutano a farlo ogni giorno.

Non è l’unica e in questo blog ho parlato anche di altre pratiche di crescita personale e meditazioni oltre che di Buddismo.

La scelta resta sempre tua.

Perché l’importante è scoprire ciò che è allineato con te.

Io te ne racconto diverse proprio perché tu possa trovare la strada più adatta a te, che sia confortevole e calda come una coperta di lana d’inverno, che possa farti sentire coccolata/o e protetta/o, qualunque sia la tua scelta.

Buona vita, anima al contrario.

Fa che sia speciale come sei speciale tu!

Meditazione Vipassana: origini, pratica, benefici

fiore di loto meditazione vipassana

Prosegue il nostro viaggio nel mondo della meditazione.

Anzi delle meditazioni, perché di forme meditative ce ne sono davvero tante e oggi ti parlo di una delle più diffuse: la Meditazione Vipassana.

Cos’è la Meditazione Vipassana?

Per prima cosa cerchiamo di capire cos’è la Meditazione Vipassana e in cosa differisce dalle altre forme di meditazione.

Partiamo dall’etimologia della parola.

Vipassana in lingua Pali vuol dire “guardare dentro in profondità, vedere le cose come sono veramente” (Passana= vedere, vi= attraverso).

Ancor più:

  • Vedere chiaro i nostri pensieri.
  • Osservare le nostre esperienze in modo obiettivo e limpido, senza veli.
  • Vedere attraverso i meccanismi mentali che regolano le nostre emozioni e relazioni.

Si potrebbe dire che la Meditazione Vipassana ci aiuta ad avere una “visione” chiara della vita in sé, non soltanto durante la pratica meditativa ma durante tutto l’arco della giornata attraverso un’osservazione costante e consapevole.

monaco che medita meditazione vipassana

Origini della Meditazione Vipassana

La Meditazione Vipassana fu insegnata dal Buddha originale, Siddharta Gautama, oltre 2500 anni fa con lo scopo di vedere la nostra natura intrinseca, quella profonda, e andare oltre ogni tipo di sofferenza che affligge l’essere umano.

Shakyamuni trovò nella Meditazione Vipassana il modo pratico per trasmettere il Dharma, il suo insegnamento fondamentale.

Grazie infatti alla Meditazione Vipassana si diventa consapevoli del concetto di equanimità (in Pali Upekka) per cui le cose non sono solo negative o solo positive, né rimangono così per sempre perché tutto cambia e per questo possiamo distaccarci dalla sofferenza che queste cose ci provocano, nel bene e nel male, o meglio in ciò che noi riteniamo bene e male.

Ricordiamoci infatti che la nostra visione della realtà è soggettiva e non corrisponde necessariamente alla visione della realtà dell’altro/a. Ciò che fa soffrire me non è detto che faccia soffrire un’altra persona, e viceversa.

Fu sotto il regno dell’imperatore illuminato Ashoka che la Meditazione Vipassana prosperò in India e fu diffusa anche nei paesi confinanti. Per un lungo periodo venne dimenticata per poi essere reintrodotta in Myanmar da U Ba Khin e dal suo discepolo Goenka che la esportarono nel mondo occidentale alla fine degli anni ’60.

Come si fa la meditazione Vipassana?

Durante la Meditazione Vipassana ci si concentra dapprima sul nostro respiro (chiamato anche oggetto primario) e dopo su qualunque altra cosa richieda la nostra attenzione: un dolore nel corpo, un movimento, un suono (che prende il nome di oggetto secondario).

Per prima cosa perciò iniziamo a concentrarci sull’aria che entra ed esce dalle nostre narici, su come il nostro addome si gonfia ispirando e si sgonfia espirando (possiamo tenere una mano sulla pancia per aumentare questa consapevolezza). Questa pratica si chiama Samatha (= risiedere nella calma).

Mentre siamo immerse/i in questa pratica probabilmente accadrà che sentiremo qualcos’altro: una sensazione nel corpo, una vicina che parla al telefono, un ricordo. Quando questo accade, puoi etichettare questa cosa/sensazione con una parola non specifica, tipo “suono”, “dolore” (questa pratica si chiama “notazione”) e riportare nuovamente la tua attenzione al respiro in Samatha

In questo modo potrai osservare ciò che succede senza giudicarlo.

Va da sé che più ci alleniamo nella Meditazione Vipassana, più diventiamo consapevoli e in controllo di ciò che ci accade. Dentro e fuori.

Si può fare la Meditazione Vipassana anche in movimento, camminando, ma consiglio di iniziare prima da seduti, in una situazione di calma, senza distrazioni e concentrandosi solo sul respiro. Pian, piano che si diventa esperti/e, allora si possono provare delle pratiche in movimento, e anche mentre lavori, mentre conversi con qualcuno, mentre fai la spesa.

Il senso è raggiungere uno stato profondo di consapevolezza in ogni istante della nostra vita.

Con calma, senza forzare, perché un po’ come con i desideri, la consapevolezza è senza sforzo, è naturale.

A cosa serve la Vipassana?

La Meditazione Vipassana è anche chiamata meditazione consapevole perché uno dei suoi scopi è quello di aiutarci ad avere piena consapevolezza del nostro respiro e del nostro corpo, di conseguenza anche delle nostre emozioni e comportamenti.

In tal modo si riesce a osservare con obiettività tutto ciò che può crearci ansia, rabbia, sofferenza in senso lato, e aiutarci a liberarci dai due elementi che, secondo il Buddha, creano questa sofferenza: il desiderio e l’ignoranza (dove per ignoranza si intende il non conoscerci davvero, il non sapere chi siamo in profondità, qual è la nostra vera natura).

Ed è questo il momento in cui sperimentiamo la vera felicità, che il Buddha chiama Nibbana e che non dipende da niente e da nessuno e si trova solo nel qui e ora.

Per renderlo quotidiano, come piace sempre dire a me “pane al pane, vino al vino”, è un enorme aiuto quando magari durante il giorno ci prende un momento di ansia, il battito cardiaco accelera, ci sfugge il controllo del nostro corpo e, ahimè, della nostra mente.

E lì vai giù di casini, parole che non avresti voluto dire, azioni di cui ti penti subito dopo…

Se ci alleniamo nella Meditazione Vipassana, ci accorgiamo più velocemente di cosa ci sta succedendo e quali sono i meccanismi che innescano quelle emozioni (sia positive sia negative) e siamo in grado, riportando la nostra attenzione al respiro, di uscire il più velocemente possibile da quella situazione di impasse senza farcene travolgere o reagire in modo incontrollato.

L’obiettivo ultimo, lo scopo della Meditazione Vipassana è questo “vedere in profondità”, comprendere davvero il funzionamento della mente e della vita stessa.

Essere in controllo delle proprie emozioni, guarire e vivere più serenamente sono le dirette conseguenze.

Principi della meditazione Vipassana

I principi della Meditazione Vipassana sono:

  • Impermanenza (= Annica)
  • Insoddisfazione (= Dukkha)
  • Impersonalità (= Annata)

L’Impermanenza è uno dei principi cardine del Buddismo e, direi, della vita dell’universo: tutto è in costante movimento, nulla rimane statico o fermo.

L’insoddisfazione è quella che provoca la sofferenza, e viene fuori proprio quando ci dimentichiamo il principio di impermanenza: se stiamo bene, vogliamo che quella condizione non passi mai; se stiamo male, vogliamo che passi in fretta. In verità tutto cambia, che noi lo vogliamo o no.

L’impersonalità o assenza di ciò che è in sé vuol dire che non c’è un nostro vero Io, unico e universale, perché noi cambiamo continuamente. Se ti guardi indietro, sono certa che la/il te di adesso è molto diversa/o da quella/o di 10 anni fa, o anche di un anno fa. Vero? E questo ci dice, in linea con il principio di impermanenza, che noi cambiamo continuamente, istante per istante. 

Viviamo e moriamo e questo accade qualunque cosa noi facciamo. Idem per il bisogno di mangiare o di bere. Lo facciamo e basta. Quello su cui possiamo agire è cosa vogliamo mangiare, come vogliamo vestirci, come vogliamo prenderci cura della nostra salute.

Esserne consapevoli ci permette di non farci troppo condizionare, anzi di vedere le cose come fatti della vita in cui noi possiamo rendere più piacevoli le nostre esperienze di vita e lasciare andare quelle che ci fanno più soffrire.

Insomma perderci meno tempo ché, lo sappiamo, a farci menate siamo professioniste/i, eh, eh! 

Dove praticare la meditazione Vipassana

La Meditazione Vipassana è essenziale.

Per cui ogni cosa che potrebbe distrarci è sconsigliata. Dalla musica, agli incensi, alle candele.

E se per le prime volte forse è meglio fare delle meditazioni in gruppo, soprattutto se non lo si è mai fatto prima, in realtà la Meditazione Vipassana dà il meglio di sé in piena solitudine.

Tu, la tua casa, il tuo respiro. Nient’altro. 

Quindi puoi praticare la Meditazione Vipassana direttamente da casa tua, in un momento di tranquillità.

Se poi preferisci affidarti a centri specifici, beh, hai l’imbarazzo della scelta perché ce ne sono in tutto il mondo.

I corsi sono gratuiti e durano 10 giorni durante i quali ci si allena innanzitutto sul respiro. Inoltre durante i giorni del corso bisogna attenersi ai 5 precetti della Meditazione Vipassana:

1- Non uccidere né arrecare danni a te e agli altri.

2- Non rubare.

3- Non mentire.

4- Astenersi dal fare sesso.

5- Non consumare sostanze tossiche (alcol, droghe, caffè).

Come vedi, l’allenamento è, sì, mentale ma anche fisico perché non esiste separazione tra mente e corpo e perché lo scopo ultimo è il miglioramento del proprio stato psico-fisico a 360°.

A questo link trovi un elenco di corsi in Italia e all’estero.

Benefici della meditazione Vipassana

Sicuramente la gestione dell’ansia e dello stress è tra i primi benefici della Meditazione Vipassana, ma c’è anche la capacità:

  • di concentrarsi meglio.
  • di mettere più attenzione in ogni cosa che facciamo: dal lavoro al rapporto con i nostri figli, alle nostre passioni.
  • di vivere appieno il momento presente.

Ed è questa la vera chiave della felicità perché, se non esiste altro momento del qui e ora, è proprio adesso che possiamo essere felici, non cercare quella felicità altrove o quando accadrà chissà cosa che la nostra mente razionale ha deciso corrispondere alla nostra felicità.

Come sempre, non ti resta che provare.

Sperimenta la Meditazione Vipassana e, se hai voglia di raccontarmi la tua esperienza, ti aspetto nei commenti.


Per approfondire questo viaggio nel mondo della meditazione, ti consiglio di leggere anche:

*foto in questo articolo by pixabay

Meditazione Zen o Zazen: cos’è e come si pratica

meditazione zen articolo unadonnaalcontrario

Con la Meditazione Zen iniziamo oggi insieme un viaggio in cui indagheremo il mondo della meditazione.

Perché esistono tanti tipi di meditazione.

E conoscendo bene i suoi benefici, desidero mostrartene quante più forme possibili perché tu possa scegliere quella più in linea con te e poterne accogliere il massimo giovamento.

Per il tuo corpo fisico e per la tua anima.

Cominciamo oggi da quella più conosciuta in assoluto, per l’appunto la Meditazione Zen.

Premessa al contrario

Come per ogni cosa di cui parlo qui sul blog e sui social, mi piace unire gli aspetti spirituali con quelli materiali.

Da sempre, da quando mi sono approcciata al Buddismo e alla Crescita Personale, cerco di trovare strade spirituali che possano essere applicate alla vita di tutti i giorni.

Noi non viviamo in un eremo, almeno la maggior parte di noi, e per questo è importante nella nostra vita frenetica di occidentali trovare una strada spirituale che ci permetta di vivere le nostre vite al meglio.

E quando dico “al meglio”, non intendo giusto per stare bene ogni tanto, intendo un approccio profondo alla vita che coinvolga ogni suo aspetto, a 360°, dalle relazioni, al lavoro, alle passioni.

Adesso vediamo come la Meditazione Zen può aiutarci in questo senso.

Meditazione Zen o Zazen: origini e significato

Per andare alle origini della Meditazione Zen dobbiamo tornare indietro nel tempo ed esattamente nel VI secolo a.C. quando il Buddha originario, Siddharta Gautama Shakyamuni, sperimentò l’Illuminazione.

E lo fece proprio nella posizione che, secoli più tardi, venne definita Zazen (Za= seduto, Zen= meditazione). Per intenderci quella a gambe incrociate, con la schiena dritta e i palmi delle mani rivolti verso l’alto.

La Meditazione Zen dall’India viaggiò attraverso la Cina trovando il monaco Bodhidarma che la praticò e diffuse con il nome di meditazione Ch’an.

Proseguì poi verso il Giappone dove il monaco Dogen, nel XIII secolo, la rese quella che è oggi. Zen è infatti un termine giapponese e influenzò tutta la cultura giapponese, non solo quella religiosa, anche quella sociale.

Lo Zen infatti è un modo di essere, non solo una meditazione, che ti permette di vivere in equilibrio, ricercando la via dell’illuminazione in ogni cosa che fai.

So che nella nostra vita quotidiana questa idea dell’illuminazione potrebbe sembrarti un’utopia ma io sono la prova vivente che si può fare. E come me, conosco tante persone che hanno iniziato questo cammino e hanno avuto grandi benefici, seppur sempre immerse nella loro vita di tutti i giorni.

Illuminarsi infatti non vuol dire estraniarsi dal luogo in cui siamo e vivere lontano da tutto e tutti. Vuol dire risvegliarsi, prendere piena consapevolezza della nostra essenza più profonda e di quella di ogni essere vivente, cose e situazioni intorno a noi. 

Questo rende la Meditazione Zen estremamente pratica e sperimentabile in ogni momento: quando mangiamo, quando siamo in una riunione di lavoro, quando ci dedichiamo a un hobby o una passione.

Sempre, in qualunque momento noi possiamo vivere appieno quell’istante, situazione, relazione oppure lasciarli scorrere inconsapevolmente.

monaca che medita meditazione zen
*

Cos’è la Meditazione Zen

Lo Zen non giudica, semplicemente è.

Ed è quel semplicemente che all’inizio può fregarti.

Perché sì, è una pratica estremamente semplice. In fondo non ci vuole molto. È gratis. Ci si siede, si respira e ci si mette in ascolto.

Ma ci vuole un allenamento costante per sperimentarne i maggiori benefici, come in ogni cosa della vita che porta a un vero e solido cambiamento.

Non basta un giorno o 21 giorni o qualche mese.

È la costanza che fa la differenza.

Si tratta di una meditazione per conoscersi davvero, per attingere alla nostra essenza più profonda, quella che sta dietro il nostro Io, dietro l’immagine che hai creato di te da quando sei nata/o, dietro persino al tuo nome.

Praticando la Meditazione Zen puoi osservare tutte queste cose, metterle da parte (anche fosse solo per 10 minuti) e trovarti faccia a faccia con la tua natura più pura.

A cosa serve la Meditazione Zen nella vita quotidiana?

Perché sì, bello, quando si medita, che pace, che serenità!

Ma poi apri gli occhi e ti chiama il collega scorbutico, per strada ti suonano e ti ci mandano (sai bene dove) e tutta quella serenità dove va? Nello stesso posto dove ti ci ha mandato quello/a nel traffico.

Allenarti a osservare la tua essenza profonda, o presenza, durante la meditazione ti permette di riconoscere le emozioni che emergono quando interagisci con gli altri. Le riconosci come qualcosa che agisce in te ma non è te. Non ti identifichi più. E questo ti permette di superarle e trasformarle il prima possibile. 

Il ché non vuol dire che non accadrà più, che non soffrirai più o non sarai più arrabbiata/o. Semplicemente quando accadrà, te ne renderai conto prima possibile (questo dipende dall’allenamento alla meditazione) e non ti ci attaccherai più come fossero parte di te. Imparerai a gestirle e non fartene travolgere, anzi a volte le userai come tue alleate.

E vale anche per le emozioni come la gioia.

Se sei completamente presente quando fai qualcosa che ti piace, invece di pensare al futuro, starai lì, consapevolmente, e ne trarrai più gioia possibile.

A cosa si pensa quando si medita?

Molte persone si avvicinano alla Meditazione Zen sperando di far tacere la mente, di eliminare completamente i pensieri.

Ci tengo a parlare di questa cosa perché spesso si inizia a meditare spinte/i da qualche fuffa-guru che ti dice di “svuotare la mente”.

Dopo un po’ che si pratica la meditazione ci si rende conto che non si riesce a farlo e, come conseguenza, si innesca in noi una sensazione di frustrazione.

Beh, sappi che, se pensi durante la meditazione, sei assolutamente normale.

E questo perché il nostro cervello è programmato per farci sopravvivere, quindi pensa continuamente per trovare la strategia migliore a quello scopo.

Ti sembrerà buffo ma più dici alla mente di “non” pensare, più lei lo fa.

Questo perché la nostra mente (lo scrivevo nell’articolo sull’Overthinking) non riconosce il No.

Perciò parti dal fatto che i pensieri, anche durante la meditazione, sono assolutamente normali.

Il punto non è eliminarli ma osservarli e lasciarli andare, un po’ come quando vedi le nuvole nel cielo in una giornata di vento: si muovono velocemente e dopo un po’ non le vedi più. Magari ne vedi altre.

E ogni volta che vedi la mente distrarsi, ritorna al tuo centro. Come? Con il respiro.

Come si pratica la Meditazione Zen?

Nella Meditazione Zen il respiro è la chiave, lo strumento più potente.

Non è l’unico naturalmente e adesso ti racconto come, in maniera estremamente semplice, puoi iniziare a praticare la Meditazione Zen.

Come cominciare a fare meditazione

La prima cosa da fare, prima ancora di scegliere la posizione per la nostra meditazione, è creare uno spazio in cui possiamo rilassarci.

Scegli un luogo della casa dove sai che, per un po’, sei libera/o di dedicarti un tempo solo per te. Puoi mettere un po’ di musica soft, come quella con i suoni della natura. Puoi accendere un incenso o una candela dal profumo che ami. Insomma fai di quello spazio un luogo a tua misura e piacere.

Se hai la possibilità di avere un giardino oppure un luogo all’aperto dove poterti rilassare, va benissimo perché la natura ci aiuta ad allinearci con chi siamo essendone noi parte integrante.

All’inizio comincia con pochi minuti di meditazione per poi pian, piano allungare la tua sessione.

E adesso veniamo alla posizione da assumere.

Le posizioni della Meditazione Zen

Innanzitutto la parola d’ordine è: comodità.

Sì, perché per quanto le posizioni che ti andrò a elencare siano utili nella Meditazione Zen, se tu ritieni che per te è meglio star seduta/o su una sedia, va benissimo così.

Idem per l’abbigliamento: indossa abiti comodi e, aggiungo, che ti piacciono.

Perché tutto, tutto, ti porti al tuo centro e, se una maglia per te ha un profumo particolare o un ricordo piacevole che ti fa star bene, è quella perfetta per la tua meditazione.

Se scegli la posizione da seduta/o, potrebbe giovarti l’uso di un cuscino (puoi usare lo zafu ma anche un cuscino ben cicciotto che hai in casa). L’importante è che la schiena sia dritta e le spalle e le braccia rilassate.

Come una metafora della vita, la postura da assumere durante la Meditazione Zen è stabile e calma al contempo.

Le posizioni sedute della Meditazione Zen sono:

  • Posizione del loto o Padmasana: proprio quella assunta da Shakyamuni con le gambe incrociate, il piede sinistro appoggiato alla coscia destra, il piede destro a quella sinistra. La schiena rimane dritta, le mani sono appoggiate sulle ginocchia, i palmi delle mani sono rivolti verso l’alto. 
  • Posizione Birmana: anche qui le gambe si incrociano ma i dorsi dei piedi sono appoggiati al pavimento o al tappetino e, se riesci (con la pratica ci riuscirai, vedrai), anche le ginocchia.
  • Posizione Seiza: in questo caso ti puoi inginocchiare, sedendoti sui tuoi talloni. Se preferisci, puoi usare un cuscino o una piccola panca.

Respira

E adesso veniamo al respiro.

Perché dicevo prima che è la chiave nella Meditazione Zen?

Innanzitutto perché il respiro è ciò che ci rende vive/i. Ed è proprio a quell’essenza vitale a cui vogliamo attingere.

Inoltre ogni qual volta osserverai un pensiero arrivare, riportando la tua attenzione al respiro, tornerai al tuo centro e il pensiero scivolerà via.

Se poi senti quel pensiero ritornare, allora osservalo per qualche secondo.

Magari vuole aiutarti a fissare nella tua mente un impegno quotidiano. Bene, ascoltalo, fissalo e poi, sempre respirando, lascialo andare.

Succederà spesso? Assolutamente sì, soprattutto le prime volte.

Ma la vera essenza della pratica della Meditazione Zen è questo ri-centrarsi continuamente. Riportare l’attenzione al respiro.

Inspira ed espira sempre dal naso.

Ovviamente se hai le narici chiuse per via di un raffreddore, puoi tranquillamente respirare anche dalla bocca.

Segui il tuo ritmo cercando pian, piano di fare respiri sempre più lenti e profondi senza mai forzare la respirazione.

Scoprirai pian, piano che respirare bene e a lungo, porterà enormi benefici al tuo corpo, oltre che alla tua mente e questo è scientificamente provato (te ne parlo tra poco).

Contare può aiutarti a concentrarti sul respiro.

Puoi contare inizialmente 5 secondi inspirando e 5 secondi espirando. E poi in maniera il più naturale possibile, aumentare i secondi di inspirazione ed espirazione.

I Mantra nella meditazione Zen

Durante la Meditazione Zen è possibile introdurre dei mantra che favoriscano la concentrazione.

I mantra sono suoni emessi dalla nostra voce che innescano una vibrazione al livello di tutto il corpo.

Ci sono molti tipi di mantra, ognuno con un significato e una funzione ben precisi.

Puoi sceglierlo in base al suo significato o anche in base al fatto che quel suono semplicemente ti risuona, ti faccia star bene.

L’importante è ripeterlo costantemente, molto lentamente, senza sforzo.

Come arrivare allo stato di Zen

È fondamentale prendere consapevolezza che la nostra presenza è già in noi. Perciò non dobbiamo andare da nessuna parte.

Zazen non è estraniarsi dalla società, è riscoprire finalmente chi siamo e portare questa scoperta nella nostra realtà.

Essere presenza, come dice anche Eckart Tolle nel suo splendido Il Potere di Adesso, o stare nel Qui e Ora è ciò che ci permette di sperimentare una vita autentica dove per autentica intendo quella che da sempre siamo destinate/i a vivere, quella per cui siamo qui in questo preciso istante.

Essere presenza ci permette di comprendere la connessione profonda con tutto ciò che esiste intorno a noi e ci permette anche di valutare senza condizionamenti sociali, culturali e, senza le illusioni che ci siamo costruiti nel tempo, le nostre relazioni, emozioni, esperienze di vita. 

Stare nel qui e ora, in contatto con la tua presenza ti libera dal senso di “aver bisogno” di qualcuno, qualcosa.

Questo non vuol dire non avere obiettivi o desideri, assolutamente no.

Nel mio percorso di crescita personale, Da Crisalide a Farfalla, c’è un intero step dedicato ai desideri.

Anzi entrando in contatto con il tuo vero sé, anche i desideri e gli obiettivi saranno allineati con quel che sei nel profondo, semplicemente incarnerai il tuo vero sé nella vita di tutti i giorni.

Dove si pratica la Meditazione Zen in Italia

Come ho detto prima, puoi praticare la Meditazione Zen direttamente in casa oppure in un luogo della natura.

Ma se stai cercando un centro o un monastero Zen, dove poter fare un’esperienza ancora più immersiva, sappi che In Italia crescono sempre di più questi luoghi.

  • Per esempio i centri buddhisti zen de “Il Cerchio” sono 6 e li trovi sul loro sito ufficiale.
  • Il Centro Buddhista Zen Gysho ha due strutture, una a Cecina, in provincia di Livorno, e uno, il Sanboji Monastero di Montagna, nell’Appennino Tosco-Emiliano.

Benefici della Meditazione Zen sul corpo e sulla mente

Mi piace sempre portare la scienza nella dimensione spirituale e, per fortuna, di studi scientifici che dimostrano gli immensi benefici della meditazione ce ne sono tanti.

Per esempio si è visto che la respirazione lenta e profonda aiuta nei casi di tachicardia o disturbi dell’ansia.

Altri studi hanno dimostrato che meditare costantemente migliora notevolmente la concentrazione, la qualità della comunicazione con gli altri, le situazioni di stress.

Analizzando l’attività del cervello dei monaci buddisti durante la meditazione si è visto che il cervello produce delle onde responsabili del rilassamento e che si riduce la materia grigia che interviene con l’età.

Insomma non si tratta soltanto di consapevolezza interiore ma di benessere a 360 °.

Di respiro parlo anche nel mio percorso di Business, Luce perché, forse ti sembrerà strano, eppure persino nel marketing (ovviamente etico) la respirazione è una delle componenti fondamentali per raggiungere risultati concreti e in linea con il proprio vero sé.

E adesso tocca a te sperimentare e, se ti fa piacere, raccontarmi la tua esperienza con la Meditazione Zen.


Se vuoi approfondire l’argomento meditazione, ti lascio qui di seguito alcuni articoli scritti sull’argomento:

*immagini by pexels

Fasi lunari per il business e la vita personale

luna rossa fasi lunari

Da che mi ricordo, ho sempre cercato un punto d’unione tra scienza e spiritualità.

Sono una persona pratica e, al contempo, spirituale.

E non ho mai visto questi aspetti di me in modo separato.

Ho sempre pensato che l’unione delle polarità sia la chiave per rivoluzionare il nostro mondo fatto di nero e bianco, dritto o storto, quadrato o rotondo.

Credo nell’intuito ma mi piace che ciò che intuisco possa trovare la sua concretizzazione nella realtà.

Ecco perché oggi ti parlo delle energie delle fasi lunari non in modo mmmistico ma mostrandoti la loro applicazione pratica nella vita personale e nel lavoro.

In che modo la luna influenza la vita sulla terra?

Sicuramente ti sarà capitato di sentire che la luna influisce sulle maree.

Verissimo e, se come me ami andare al mare, te ne accorgi facilmente, perché in base alla fase lunare di quel momento vedrai la marea salire o scendere, a volte anche di parecchio. Dipende anche dal luogo del mondo in cui ti trovi.

La luna inoltre influenza il periodo riproduttivo degli animali. Spesso infatti i parti in natura avvengono durante la luna piena.

Ed essendo noi l’evoluzione di un animale, per deduzione sorge una domanda spontanea.

Come le fasi lunari influenzano le persone?

Ma che potere ha la luna sugli esseri umani?

Se influenza così tanto la natura e, facendo noi parte di questa natura (anche se a volte ce ne dimentichiamo), la conclusione ti sarà semplice: le fasi lunari influenzano anche noi.

Ci sono infatti numerosi studi scientifici che dimostrano quanto le fasi lunari influenzino la nostra salute fisica e psicologica.

Questo perché il nostro corpo è fatto soprattutto di acqua e quindi, come influenzano le acque del mare, le fasi lunari influenzano anche l’acqua dentro di noi.

Durante la Luna piena può verificarsi quella che gli studi definiscono “sindrome lunare” con episodi di depressione, maggiore irritazione o stanchezza. 

Sempre nel periodo di luna piena il corpo fa più fatica a drenare e si possono verificare disturbi del sonno.

Studi statistici dimostrano inoltre che, nei giorni successivi alla fase di luna piena, si verificano meno infarti e questo fa supporre che in quei giorni la luna abbia effetti positivi sul cuore.

Luna crescente fasi lunari
*

Le fasi lunari

Le fasi lunari sono 4 e dipendono dalla nostra stella più importante: il Sole.

Infatti in base alla posizione della luna rispetto al sole, noi la vediamo più o meno illuminata.

Quando non la vediamo, parliamo di luna nuova o novilunio e, sempre in base alla luce che riceve dal sole, abbiamo la luna crescente, la luna piena o plenilunio e la luna calante.

Quanto tempo durano le 4 fasi della luna?

Le fasi lunari durano 29,5 giorni e si calcolano a partire da una luna piena a quella successiva.

È il tempo che la luna impiega per fare il giro completo intorno alla terra e si chiama mese sinodico.

Le fasi lunari nel business e nella vita personale

E adesso vediamo insieme come ogni fase lunare porta con sé un’energia che può esserci utile nel nostro business e nella nostra vita personale se ci allineiamo con essa.

Un po’ come se corressimo i 100 mt con il vento a favore.

Prima fase: Luna Nuova

La Luna Nuova si verifica quando la luna è allineata tra il sole e la terra.

Quando l’allineamento è perfetto, accade quell’evento meraviglioso che chiamiamo Eclisse.

La Luna Nuova nella vita personale

Questa fase lunare è il momento ideale per dedicarsi alla cura di sé.

Prenditi del tempo per te stessa/o, per riposarti e ri-centrarti.

È una fase introspettiva in cui è utile portare una lanterna nel tuo sé interiore, illuminando le parti di te che sono ancora in ombra e, con molta cura, creare il terreno migliore per portarle fuori nella prossima fase.

Puoi:

In questo periodo ti sarà utile seguire un piano alimentare detox o, se il tuo medico di fiducia è d’accordo, il digiuno.

La Luna Nuova nel business

Come ti prendi cura del tuo benessere fisico, allo stesso modo in questa fase di Luna Nuova è opportuno prendersi cura del proprio business.

È il momento perfetto per:

  • concentrarti sulla tua visione,
  • analizzare cosa funziona e cosa no,
  • decidere cosa mantenere e cosa è il momento di abbandonare.

Ed è anche la fase ideale per progettare: esattamente come nella vita personale, anche nel tuo business puoi creare il terreno adatto su cui far germogliare le tue nuove idee e realizzare una moodboard che sia una guida per non perdere mai di vista la direzione del tuo progetto.

Seconda fase lunare: Luna Crescente

La fase di Luna Crescente è quel momento in cui vediamo la luna a spicchio.

Tecnicamente in questa fase la luna si sposta verso oriente e, in base alla nostra posizione nel globo terrestre, vedremo illuminarsi la parte destra o la parte sinistra.

La Luna Crescente nella vita personale

Fisicamente è il momento in cui aumenta la ritenzione idrica e, in generale, le attività del corpo.

Per questo nella fase di Luna Crescente è consigliato tagliare i capelli o qualunque altra attività di cura della persona.

È un momento di rinascita.

Dopo aver guardato dentro di noi con la Luna Nuova, adesso è il momento di:

  • sbocciare,
  • fare passeggiate nella natura,
  • organizzare cene e momenti felici con chi amiamo.

La Luna Crescente nel business

Nel business è il momento di sperimentare.

Durante la Luna Crescente infatti anche le nostre energie sono maggiori.

Ecco perché è il momento migliore per:

  • imparare qualcosa di nuovo,
  • mettere le basi per i progetti che avevi seminato durante la Luna Nuova,
  • pianificare in base alla tua visione.

Puoi lavorare sulla tua Brand Identity e ottimizzare il tuo piano editoriale con nuovi contenuti per i social e per il tuo sito.

Terza fase: Luna Piena

Eccoci alla fase energetica più intensa tra le fasi lunari: la Luna Piena.

È il momento in cui la terra si trova esattamente a metà tra la luna e il sole e in cui la luna influisce maggiormente sulla natura e su noi esseri umani.

La Luna Piena nella vita personale

Innanzitutto sappi che, se in questa fase non riesci a dormire bene, è assolutamente normale.

È un momento che può portare con sé irrequietezza.

Perciò fatti una coccola speciale, quella che ti fa gioire di più.

La parola d’ordine è: celebrarti!

Dedicati alle tue relazioni, alle amiche e amici, al/la tuo/a partner, insomma divertiti e mostra alle persone che ami chi sei con piena fiducia in te stessa.

La Luna Piena nel business

È il momento di agire a testa alta e di mostrarti al mondo.

Se stai organizzando un lancio o una diretta social, fallo durante questa fase lunare.

Idem per intessere collaborazioni con altri/e professionisti/e.

Interagisci più che puoi con la tua audience tramite webinar, sondaggi, corsi.

Consapevole del tuo valore, concentrati sulla tua missione, su come cioè vuoi portare la tua visione nel mondo e fallo.

Quarta fase: Luna Calante

La fase di Luna Calante è quella in cui pian piano vediamo la luna tornare allo spicchio e successivamente volgere verso il novilunio ricominciando il ciclo lunare.

La Luna Calante nella vita personale

Nella fase di Luna Calante siamo fisicamente più forti e quindi sono consigliate tutte le attività fisiche che in altri momenti sarebbero troppo faticose, ma anche i piccoli interventi medici perché aumenta la nostra sopportazione del dolore e diminuisce il sanguinamento.

Dal punto di vista delle relazioni è il momento ideale per affrontare le situazioni non risolte, per depurarci dai pensieri limitanti e da tutto ciò che impedisce il naturale fluire delle nostre intenzioni.

È anche il momento perfetto per fare un po’ di pulizie di casa, per buttare cianfrusaglie e abiti che non ci servono più e per seguire un’alimentazione il più sana possibile.

La Luna Calante nel business

Anche nel business la Luna Calante è la fase perfetta per lasciare andare.

A partire da ciò che sentiamo come un fallimento (ma non lo è, è solo una nuova lezione che abbiamo imparato), ma anche da cose che magari necessitano di un esagerato dispendio energetico e che ritieni non più sostenibili per te.

Dopo aver eliminato, hai fatto spazio per decidere cosa tenere e come vuoi rendere i tuoi progetti operativi:

  • delegare qualcosa a un collaboratore o collaboratrice,
  • ridefinire il tuo business plan mensile e annuale,
  • migliorare progetti già in essere.

App fasi lunari calendario

In rete si trovano calendari lunari per tutti i gusti ma se sei una persona tecnologica, ti farà piacere sapere che ci sono delle app utilissime con il calendario delle fasi lunari.

Qui di seguito ti lascio quelle che preferisco.

Sono sia per iOs sia per Android.

  • Moonly sia per iOs sia per Android
  • Lunatio sia per iOs sia per Android

Se l’argomento allineamento con le energie della natura ti interessa, leggi anche questo articolo in cui ti racconto come allinearsi con il ritmo delle stagioni:

*foto by pexels