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Melbourne: la nostra prima settimana

Confesso che, dopo Bali, ho subito un piccolo contraccolpo.
Non che Melbourne non ci abbia accolte bene. Anzi!
L’impatto iniziale è stato decisamente positivo.

Carlton, il quartiere italiano

Melbourne… com’è cominciata

Il vigilante dell’Immigration sembrava un surfista di quelli abbronzati e sempre sorridenti.

I bagagli sono arrivati in pochissimi minuti.

Tutto è stato semplice, veloce, efficiente.
Però… non so dirti… forse il freddo, la pioggia… o semplicemente il contrasto tra una cultura e un’altra.

Sta di fatto che i primi giorni in questa città, mi sono sentita persa, un po’ confusa.
Che poi (sarà il caso?) proprio qui ho deciso di rimanere più a lungo che in qualunque altra tappa.
Invece quasi volevo andare via dopo appena due giorni.

So bene che le cose non capitano mai senza un significato ed è questo che non mi fa perdere la bussola.

Sapevo che qualcosa doveva cambiare e doveva cambiare a partire da me.

Del resto lo dico da sempre che questa non è per me una vacanza, piuttosto è un’esperienza che, sapevo, avrei inciso nel mio cuore.


Sogno l’Australia da quando ero bambina e non potevo permettere a un “piccolo” demone interiore di rovinare il mio sogno.
E così mi sono rimessa in moto… dentro innanzitutto.

E subito dopo, fuori.

Guardare i Koala dormire fa venire tanto sonno 😴

È stata la natura a venirmi in aiuto


Uscire dalla città, immergermi tra le terre immense, popolate da bestiame e tanti, tantissimi cavalli.

Arrivare all’Oceano.

Osservare la vastità di questa terra così lontana da casa. Conoscere animali visti soltanto in foto. Parlare con la gente.

Ecco che riprendevo la bussola.

Ecco che la città assumeva un altro aspetto.

Ecco che tutto ricominciava ad avere un senso.

Oggi dopo 6 giorni qui a Melbourne mi sento a mio agio.

Riflettendo con la mia socia, ci siamo dette, passeggiando per il molo di St. Kilda che quest’Australia ci fa sentire al sicuro.

Tutto sembra ordinato, chiaro. La gente lavora ma ha un fare, come dire, “leggero”. Si percepisce il loro attaccamento alla natura, alla terra.

Le case hanno cancelletti sempre aperti.

A Roma chiudiamo con la doppia mandata, mettiamo antifurti e mi sembra che abbiamo la tendenza a chiuderci, piuttosto che ad aprirci. Non ci fidiamo dell’altro.

Non so, ripeto, forse è solo una mia impressione ma quello che, per il momento, l’Australia mi sta lasciando è proprio questo senso di leggerezza e di apertura che non sentivo da parecchio.

Come dicevo…

La potenza dell’ Oceano a PHILIP ISLAND

Tutto torna ad avere un senso

La vista di Melbourne dal fiume Yarra

In Safari Lisa scriveva rispetto all’Australia: “L’onestà intellettuale mi ha dato la speranza che un mondo così può esistere, anzi esiste già… da questa parte del mondo”.
Ed è proprio così. Un mondo così può esistere, anzi esiste già… da questa parte del mondo.

P.s. Questo post lo dedico a Marco di Viaggiinaustralia per avermi aiutato prima della partenza in ogni modo possibile, non solo per quel che riguarda l’Australia, per avere avuto tanta pazienza con me e ad avermi sempre consigliato nel modo migliore possibile.

Questo piccoletto lo abbiamo incontrato a St. Kilda stamattina 😍
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