Sukhi. Storie di donne, di mani, di sorrisi

*in collaborazione con Sukhi

Da quando ho iniziato questa mia avventura alcontrario, sono sempre stata convinta che raccontare storie sia il modo migliore per crescere come esseri umani.

Sono una curiosa, da sempre, e a spingermi in viaggio, è stata proprio la curiosità di scoprire nuove storie, storie di donne in particolare.

Perché da quelle ho sempre imparato qualcosa di nuovo, qualcosa che mi aiutasse a diventare la persona che desidero essere.

La tv spesso ci racconta storie tristi, di guerre e soprusi. Mette l’accento su violenze e sfruttamenti. Ma non c’è solo questo, per fortuna.

Amo le Good News perché sono profondamente convinta che, puntare i riflettori sulle cose positive, sia contagioso.

Credo nel valore dell’essere umano. Credo fermamente in questo tipo di contagio.

Lo so che facciamo tanti, troppi danni, alle vite dei nostri simili, alla terra che ci ospita, agli animali che, mai e poi mai, si sognerebbero di far del male solo per il gusto di farlo.

Ma so anche che siamo capaci di grandi cose.

Quando tutto il nostro essere lavora in una direzione che è in armonia con l’ambiente intorno a noi, realizziamo cose impensabili, stupende, meravigliose.

La storia dell’umanità è piena di queste testimonianze.

Ed io punto tutto su questo.

Hira, Rita e Mina Sukhi
Hira, Rita e Mina

Sukhi: storie di donne col sorriso

Ecco perché ci tengo proprio tanto a parlarti di Sukhi, che in nepalese significa felice (nome non scelto a caso).

E a raccontarti tre storie di donne speciali:

  • la storia di Hira che è stata costretta a lasciare la scuola a 12 anni e, nel suo paese, questo vuol dire non riuscire a trovare facilmente lavoro.
  • e la storia di Rita e Mina che lavorano da casa per potersi occupare della loro famiglia.

Sukhi, ha fornito loro una formazione professionale e artistica completa.

Hira, Rita e Mina, come altre donne in Nepal, realizzano tappeti a mano, guadagnano 2/3 volte più del salario nepalese medio e questo permette loro di vivere una vita dignitosa e di poter mandare i propri figli a scuola.

Le loro mani sono attente, sapienti, hanno bisogno di tempo e attenzione per realizzare questi incredibili tappeti.

E non parliamo di semplici tappeti, ma di tappeti di feltro intrecciati, tappeti di palline, tappeti beni ourain in pura lana di pecora.

Sentirsi valorizzate in quello che fanno, riempie i loro volti di sorrisi.

Per me questo è il vero valore aggiunto: sapere che nella difficoltà, lontano da me, dove i media mi dicono che è tutto brutto e complicato, ci sono delle donne e degli uomini che lavorano con il sorriso, che sono felici di quello che fanno, che vengono rispettate/i e la loro maestria valorizzata come è giusto che sia.

Questo non avviene solo in Nepal, ma grazie a Sukhi anche in Marocco, in India e in Turchia.

Storie di donne nepalesi

Il circolo virtuoso di Sukhi

Il risultato di questo circolo virtuoso sono tappeti bellissimi, realizzati con materie prime naturali e tutti personalizzati.

Che poi non fa altro che confermarmi che, quando un oggetto o un’impresa è realizzata con passione e serenità d’animo, può essere solo bella e di qualità.

In fondo per non andare troppo lontano, anche nel nostro paese ci sono situazioni ingiuste, dove il rispetto per il lavoro e le competenze non sono contemplati.

Quante testimonianze di mobbing o sfruttamento salariale ascolto ogni giorno dalle persone che mi stanno vicino.

E quanto sarebbe più semplice e proficuo (intendo proprio nel senso economico del termine) un atteggiamento rispettoso e motivazionale nei confronti dei lavoratori, di qualunque ambito si parli?

Sukhi lo fa, già da tempo ed è per questo che mi è sembrato giusto raccontarti di loro, della loro storia.

Acquistare un tappeto da Sukhi, supporta queste comunità e supporta quel cambiamento di cui spesso parliamo senza sapere che tipo di azione far seguire ai nostri propositi.

Che ne dici? Facciamo un’azione insieme che contagi altre azioni positive?

8 risposte a “Sukhi. Storie di donne, di mani, di sorrisi”

  1. Il tuo post mi ha fatto ripensare al viaggio di volontariato che ho fatto in Brasile. Era incentrato sul sostegno al femminile, cosa che reputo importanissima. Grazie per aver raccontato un progetto così importante.

  2. Una storia bellissima, davvero!! E sono assolutamente d’accordo con te sulla necessità di diffondere più notizie positive e creare un circolo virtuoso anziché parlare solo di cose negative, che per carità accadono, ma è sbagliato marciarci sopra!

    1. Sì, negli ultimi anni mi sembra ci sia un accanimento verso le tragedie e poca attenzione verso il bello della vita

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