Come trattare gli altri e farseli amici: i miei sì e i miei no

Ho riflettuto a lungo sulla possibilità di scrivere o meno questa recensione.

Come trattare gli altri e farseli amici è un libro che, se avessi trovato in libreria, in uno scaffale di crescita personale, sicuramente non avrei comprato.

Non fanno presa su di me questo genere di titoli, stile “manuale” da coach.

Ma di Come trattare gli altri e farseli amici avevo letto molto bene in rete e ne ero davvero incuriosita. Così in uno dei miei ultimi acquisti online, tra i vari libri, ho messo nel carrello anche questo.

E alla fine, dopo averlo letto ben due volte, ho deciso di parlartene come ne parlerei a un’amica, senza troppi giri di parole né fronzoli.

Ti dirò cosa mi è piaciuto e cosa no, senza spoilerare troppo il contenuto perché merita di essere letto e gustato secondo la propria personalità.

Chi è Dale Carnegie

Partiamo da qui, da chi ha scritto Come trattare gli altri e farseli amici, perché raccontare la storia di Dale Carnegie è fondamentale per capire il messaggio contenuto dentro.

Dale Carnagie era un ragazzo del Missouri, un cow-boy che percorreva cinque chilometri al giorno per poter studiare. Lavorava duro nella fattoria del padre e soffriva molto per la sua condizione di povertà.

Proprio al college capì che quelli che sapevano parlare bene in pubblico esercitavano un forte potere di influenza sugli altri. E così decise di diventare un campione nell’arte oratoria.

Si esercitava sempre, persino con gli animali di cui si occupava, e divenne davvero uno studente eccellente.

Nonostante questo, visse la povertà ancora a lungo, viaggiò facendo vari lavori, dal venditore all’attore, finché un giorno si mise a insegnare, insegnare quello per cui si era esercitato tanto: la capacità di esprimersi in pubblico e in privato.

Divenne ben presto famoso in tutto il paese grazie soprattutto al suo stile colloquiale e poco accademico.

Il suo scopo era aiutare le persone a superare le proprie paure e a tirare fuori il coraggio dalle vite di tutti.

Come trattare gli altri e farseli amici ha proprio in questa motivazione le sue origini.

Carnegie voleva arrivare a più persone possibili e questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1936, fu il suo modo per farlo.

Come trattare gli altri e farseli amici pollice in su

Come trattare gli altri e farseli amici: cosa mi è piaciuto

Non posso che partire da Dale Carnegie stesso.

Il suo esempio, lo scopo che aveva nel cuore, la sua determinazione sono l’ingrediente principale di questo libro.

Una delle cose che ho apprezzato di più è la quantità di esperienze citate da Carnegie.

Esperienze di suoi allievi ma anche esperienze di uomini come Lincoln che magari sembrano molto lontani nel tempo da noi e che Carnegie è riuscito a rapportare alla nostra quotidianità.

L’importanza della lode

L’altro aspetto che sposo in pieno è l’importanza di lodare le persone intorno a noi, sia che si tratti di lavoro, sia che si tratti di relazioni personali.

Non credo e non crederò mai che trattare male gli altri, avere un atteggiamento dispotico o che incuta timore, aiuti gli altri a tirare fuori il meglio di sé.

Anzi. Credo fermamente il contrario.

Puntare i riflettori sui punti di forza delle persone, gratificarle anche solo con un complimento, purché sincero naturalmente, è l’unico modo perché quella persona faccia quello che sta facendo con gioia, sia più produttiva e soprattutto crei valore.

Questo lo vedo da sempre, con le persone con cui lavoro e soprattutto con mia figlia.

Non c’è benzina più performante della lode sincere

Ci tengo a ribadire “sincera” perché i complimenti o le frasi dolci dette tanto per far gongolare il piccolo “io”, non servono a nulla, forse sono anche controproducenti.

Ma fa tanto, anzi tantissimo dare fiducia, offrire una possibilità, scovare le potenzialità nascoste nell’individuo che abbiamo davanti.

Ammettere i propri errori

Un’altra cosa che condivido pienamente è l’importanza di prendersi le proprie responsabilità, di ammettere i propri errori se ne abbiamo fatti, di non scaricare sugli altri le nostre mancanze.

Non importa che ruolo lavorativo e/o sociale abbiamo.

Avere l’atteggiamento di chi ammette i propri errori, beh, è un grande punto di partenza per un essere umano che vale, secondo i miei parametri.

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Come trattare gli altri e farseli amici: cosa non mi è piaciuto

Un po’ come il titolo del libro, anche per tutti i titoli dei capitoli interni lo stile è quello, come ho detto prima, “da manuale”, che forse fa presa sui seguaci dei guru della crescita personale, ma non su persone come me che, sì, vogliono approfondire la crescita personale ma in un modo meno da bullet points.

“Come conquistare la fiducia degli altri”, “Se non seguite questo consiglio, avrete dei problemi” mi sembrano riduttivi per il genere di libro che è Come trattare gli altri e farseli amici.

La mia impressione è che questi titoli a effetto impoveriscano il messaggio di Carnegie e il contenuto prezioso di questo libro. Sì, hai letto bene, prezioso.

Inoltre c’è da dire che, nonostante le revisioni apportate nel tempo e la validità, come accennavo sopra, delle esperienze riportate, il linguaggio potrebbe sembrare ancora un po’ desueto.

Le mie conclusioni

Come trattare gli altri e farseli amici è un libro assolutamente da leggere.

È ricco di esempi pratici, di racconti che possono essere utili a chi sta cercando di superare certi limiti personali, a chi vuole migliorare le proprie relazioni, a chi vuole emergere in situazioni che lo schiacciano.

Poi magari a te le liste piacciono, così come questo genere di titoli e allora non troverai alcun difetto a questo libro.

Ci tengo molto a dire che tutto quello che ho scritto è frutto esclusivamente del mio parere personale.

E sono ben aperta ad ascoltare le opinioni e i giudizi di chi questo libro lo ha letto e che magari ha visto sfumature che io non sono riuscita a vedere.

Oppure di chi ha esperienze su come ha utilizzato la lode e il rispetto profondo nei suoi rapporti interpersonali. Questo mi interessa particolarmente.

2 risposte a “Come trattare gli altri e farseli amici: i miei sì e i miei no”

  1. Non lo conosco e non è proprio il mio genere di letture, soprattutto in questo periodo, peò credo molto nell’ars oratoria e…nelle recensioni “sincere e senza fronzoli”!

    1. Grazie per la fiducia. Anche io ho pensato subito “non fa per me” ma poi devo dire che leggendolo con calma, dando fiducia a chi me l’aveva consigliato e, soprattutto ingoiando il titolo, mi è sembrato molto interessante. Adesso sto leggendo un libro che esattamente l’opposto di questo. Non vedo l’ora di parlarne qui sul Blog ma per adesso me lo sto solo godendo 😉

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