Fashion blogger, io? Anche no!

Fashion blogger? No, grazie!

Attenzione! Questo non è un post contro le Fashion Blogger.

Molte di loro le seguo entusiasticamente. Riguarda la mia esperienza personale. Nient’altro!

Ecco, adesso posso cominciare.

Quando ho aperto questo blog, in molte/i mi hanno chiesto:

«Perché non un blog di moda?».

Domanda comprensibilissima. Mi occupo di moda e costume da quando ero bambina ma non mi era proprio passato per la capa.

Detto tra noi, credo che il web non abbia bisogno dell’ennesima Fashion Blogger.

Non che non ce ne siano di brave, ce ne sono, e poi la caratteristica principale del web è che è democratico quindi ognuno facesse il ca**o che vuole. E come loro anch’io.

Ora, formulato il mio pensiero philosophychic del mercoledì, vado ad aggiungere qualcos’altro.

fashion blogger
Sartoria cinematografica

Io e la moda

Tralasciando i primi due punti che sono personali perché la verità è che ci sono molte quarantenni fighe al mondo e che io non ho aspirazioni da palcoscenico, mi concentrerei in questa sede sul punto 3 e su quella che è la mia visione, anch’essa al contrario, dell’universo moda/costume.

Mi piacciono i bei vestiti, mi piacciono scarpe e borse, esattamente come a milioni di donne italiane e anche di uomini, sebbene in pochi lo ammettano.

Ma della moda la cosa che più mi interessa è il suo ruolo emotivo-sociale.

E qui ti elenco alcuni dei motivi.

La moda è arte allo stato puro

1- È arte allo stato puro.

Sei mai entrata/o in una sartoria?

Sia che si tratti di un atelier di moda, sia che si tratti di una sartoria teatrale, preparati a scoprire un mondo fatato.

Sbuffi di ferro da stiro, matite che risuonano sui fogli, mani immerse in ore e ore di lavoro, schiene chine sui tessuti, aghi che ricamano sete fluttuanti, pentoloni fumanti di tinte evanescenti.

Pura poesia.

2 – È una delle industrie italiane che fa andare meglio questo paese, il ché le dà valore anche a livello di Pil. Questo è meno poetico ma non da sottovalutare.

3 – Chiunque, e dico chiunque (anche tu che stai pensando: “A me non frega un bel niente della moda. Mi metto la prima cosa che mi capita”), chiunque comunica con l’abito.

Psicologia dell’abito

Questa è una delle parti più interessanti del mio lavoro.

Per questo l’ho inserita anche nel mio percorso di Crescita Personale Da Crisalide a Farfalla.

L’abito parla, l’abito racconta chi c’è dentro quel vestito, e lo fa che tu voglia o no.

Che ce ne accorgiamo o no, indossiamo continuamente divise. Non sempre le stesse, certo, un giorno una, un giorno un’altra, in base a tanti fattori: umore, ruolo sociale, lavoro, vita privata.

Poi ci sono i recidivi, quelli che “Io mi vesto solo di blu” o di grigio, o di nero, “così non devo perdere tempo a scegliere”.

Credimi, comunichi tantissimo anche solo con questa frase. E scegli mia cara, mio caro, scegli eccome.

Altro dettaglio. Non c’è solo l’abito, ma come lo porti in giro.

Ti faccio un piccolo esempio. Due amiche comprano lo stesso abito, ovviamente l’una a insaputa dell’altra. Sono diverse, fisicamente: una è rossa, l’altra castana, una è tg 46, l’altra tg 42. Una sceglie di indossarlo con una ballerina, l’altra con un tacco 12.

Secondo te, l’effetto sarà lo stesso?

Chiaramente no!

E non solo per le differenze fisiche, ma soprattutto perché sono due persone differenti, due modi diversi di sentire la vita, due esseri umani unici e irripetibili.

Io personalmente credo che chi snobba la moda a prescindere, si perda moltissimo, persino nella sua crescita personale. E sappi che sono la prima a odiare lo shopping sfrenato, a non sopportare le file chilometriche dei saldi, le riviste di gossip, e le vallettine sceme alle sfilate.

Unadonnaalcontrario Sabaudia

La moda non è solo questo

La moda fa parte del nostro essere italiane/i, del nostro modo, quello bello, di portare l’arte in tutto il mondo, rispecchia la sensibilità del nostro popolo, ci permette di scoprire qualcosa di più di noi e degli altri.

Nella mia esperienza personale, ho visto uomini e donne di tutte le età e possibilità economiche che, dopo un percorso insieme, mostrando loro quello che comunicavano con l’abito, la postura, le parole, e trovando insieme cosa invece volevano comunicare, hanno ritrovato una sicurezza personale che non sapevano d’avere.

Ed era lì. Non gliel’ho data io, ce l’avevano già, la loro, non la mia.

Io sono stata solo un mezzo per vedere allo specchio come sono realmente dentro.

L’abito non nasconde più ma rivela l’essenza della persona stessa.

Qui mi fermo.

Ci sarebbe molto altro ma questo non è un fashion-blog e io non sono una Fashion blogger.

Se però l’argomento ti interessa, fammelo sapere e magari ne riparleremo. Chissà!

2 risposte a “Fashion blogger, io? Anche no!”

  1. Può sembrare stupido che a quasi 47 anni vorrei ancora trovare un mio modo di comunicare attraverso l’abbigliamento? Non che io non abbia la mia personalità, ma rimane comunque la voglia di cambiare e provare altri modi di porsi. Anche se non sei una fashion blogger, ma proprio per la tua esperienza che posso immaginare (taaaaaaaaaaaanti anni fa collaboravo con alcune redattrici), penso che potresti aggiungere molto altro!

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