Il Codice dell’Anima di James Hillman

Il codice dell’anima e il daimon: una visione rivoluzionaria.


Hai presente quando leggi qualcosa e pensi: “Ehi, qui sta parlando proprio con me, anzi di me”.

Ecco, questo mi è accaduto fin dalle prime pagine de Il codice dell’anima di James Hillman.

E più leggevo, più mi chiedevo: “Come mai sono arrivata a questo libro solo adesso nonostante sia stato pubblicato nel 1996? Dov’era prima di adesso?”.

Si sa, a volte è meglio non farsi troppe domande. Evidentemente allora non ero pronta.

Oggi te ne parlo perché, se anche tu sei un’anima al contrario, probabilmente questo libro parla anche con te, di te.

Uno psicologo a servizio dell’anima

Parto dal suo autore, James Hillman, perché voglio fugare le perplessità di chi probabilmente mi e si chiederà: “Ma quale mente ha partorito queste strane idee?”.

Beh, sappi che James Hillman è uno psicanalista e filosofo, considerato una vera autorità nel suo campo.

Da profondo conoscitore della psicoterapia classica, ha sviluppato un approccio analitico che va a scandagliare non solo la mente e il razionale, ma anche la parte più arcaica dell’essere umano, mettendo al centro dei suoi studi l’anima e gli archetipi.

Diciamo che tra gli psicoterapeuti è uno di quelli “non incasellabili” e sai bene quanto, tra queste pagine al contrario, gli incasellabili siano estremamente graditi.

E adesso veniamo al libro.

Recensione il Codice dell'Anima di James Hillman
Teoria della ghianda Il codice dell’anima

Il codice dell’anima e la teoria della ghianda

Non c’è libro al mondo che esprima meglio de Il codice dell’anima ciò che pulsa dentro.

Quella vocina interiore che, a volte, ci fa pensare di non appartenere ad alcun luogo, ad alcuna famiglia conosciuta, persino a questa terra.

Citando Platone, Hillman spiega che, prima di nascere, ognuna/o di noi ha scelto il suo “disegno di vita” e ha ricevuto in dono un daimon, una sorta di partner inscindibile da noi che ci ricorda il perché siamo venute/i al mondo.

Scrive così:

“… noi ci siamo scelti il corpo, i genitori, il luogo e la situazione di vita adatti all’anima e corrispondenti… alla sua necessità…. E se ora la scelta mi sembra incomprensibile, è perché ho dimenticato”.*

La Teoria della ghianda spiega che “siamo venuti al mondo con un’immagine che ci definisce”. E il daimon è come “la spinta della quercia dentro la ghianda”.

Hillmann definisce “quercità” della ghianda quella motivazione, vocazione che spinge da dentro.

Hai presente quando da bambina/o ti stavano strette le regole? E se ti rifiutavi di obbedire, erano guai?

Ecco, Hillman paragona le punizioni dovute a questi comportamenti fuori dalle regole a una “violenza” nei confronti della dignità del bambino e della bambina, della sua personalità… aggiungerei, del suo daimon.

Critiche alla psicologia classica

Secondo Hillman, la psicologia applicata pedissequamente senza tenere conto del daimon, ha dei limiti sostanziali: il ridurre tutto al superamento di blocchi o fissazioni, a quella che lui chiama “superstizione parentale” per cui tutto ciò che ci capita dipende quasi esclusivamente dall’influenza dei genitori.

L’insegnare al bambino a difendersi fin dalla più tenera età, il cercare di curare tutte le cose di questo mondo, soprattutto quelle invisibili, che non comprendiamo.

Il dare soprattutto alle nostre madri un potere che è anche un enorme fardello.

Hillman propone una visione diversa.

Invece di considerare le madri le uniche artefici dei nostri problemi, persino a 50 anni suonati, secondo Hillman il vero potere delle madri è quello di “riconoscere e proteggere il daimon del figlio”*.

Approvarlo senza condizioni di sorta, fargli/le sentire che è sempre dalla sua parte e soprattutto, invece di considerare la figlia o il figlio come la propria ragione di vita, riconoscere il proprio daimon e portare a compimento la sua personale missione in questa vita. La sua, non quella della figlia o del figlio.

Il codice dell’anima e l’invisibile

Facciamo fatica a credere in ciò che i nostri occhi non vedono, vero?

Ma, ti invito a rispondere a questa domanda: è davvero sempre così?

Scrive Hillman:

“… non sono invisibili le astrazioni della fisica, le energie, le verità teologiche, gli ideali che portano alla guerra, l’amore, la follia? Queste le diamo per scontate.”*

Come crediamo in queste cose, possiamo credere anche alla presenza di una specie di angelo che è con noi fin da prima di nascere, che non ci abbandona mai e che ha a cuore il nostro interesse, perché il nostro interesse è il suo interesse.

*Il codice dell’anima frasi

Il daimon e la solitudine

Ti è mai capitato di sentirti sola/o? Esclusa/o?

Di sentire una voce da dentro che ti dice: “Tu sei diversa/o”.

Di provare una strana nostalgia ma non capire da dove provenga?

Di sentire qualcosa pulsare da dentro, qualcosa che vuole uscire, volare in alto e non comprendere di che si tratta?

Ecco, quello è il tuo daimon, spiega Hillman con la teoria della ghianda.

E il daimon vuole solo essere visto e riconosciuto da te.

Il codice dell’anima ci invita ad esplorare questa solitudine, questa sensazione di stranezza, a portare fuori la nostra più profonda vocazione, il motivo per cui siamo qui e ora, in questo mondo, in questa epoca.

Il daimon non è un moralista

Non si tratta di moralità: il daimon non è giusto o sbagliato, non è buono o cattivo.

La sua natura è lontana da tutto ciò che è teologico o considerato dalla nostra società come “bene” o “male”.

Il daimon non è etico o moralista, è piuttosto “un agente della sorte personale”.*

Ne Il codice dell’anima vengono citati moltissimi esempi di personaggi illustri, da Judy Garland a Woody Allen, da Richard Nixon a Gandhi mostrando come il daimon ha agito nelle loro vite, talvolta in modo costruttivo, talvolta in modo distruttivo.

Hillman non si erge a giudice del bene. Osserva e analizza.

Quel che è chiaro, dice, è che alla luce del daimon, “diventa straordinariamente facile comprendere la nostra vita: comunque siamo, non potevamo essere altrimenti. Niente rimpianti, niente strade sbagliate, niente veri errori. Svela che ciò che facciamo è soltanto ciò che poteva essere”.*


Preferisco non aggiungere altro di questo libro che ritengo fondamentale per scoprire qualcosa di più di noi e approfondire certe parti che forse ancora sono nascoste.

Credo sia una grande occasione poter fare esperienza attraverso le parole e le spiegazioni de Il codice dell’anima e ti invito fortemente a farlo.

Se lo hai già letto o, dopo che lo leggerai, sarei felice di conoscere la tua opinione. Meglio ancora la tua esperienza. Ti aspetto nei commenti a questo articolo.

*Tutte le citazioni sono riportate dal libro Il codice dell’anima di James Hillman, 1997, Adelphi Edizioni.

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