Francesco Grandis: un uomo sulla strada giusta

immagine libro Francesco Grandis

La prima volta che mi sono imbattuta in Francesco Wil Grandis,  il mio libro era finito già da un po’ e mi stavo chiedendo cosa farne.

Surfa di qua, surfa di là, mi ritrovo tra le pagine degli eventi di Together.

Mmm” – ho pensato – “Questa storia sembra interessante“.

Ho passato le successive due ore sul blog di Wil e, a ogni articolo, continuavo a esclamare “Ma guarda che coincidenza”, “Nooooo, incredibile!”.

Come non andare a conoscerlo alle presentazioni romane del suo libro “Sulla strada giusta” (all’epoca 5000 copie vendute senza uno straccio di editore)?

Ho ascoltato la sua storia dal vivo, ho comprato e regalato il suo libro e ho continuato a dire: “Certe volte il caso fa proprio strani scherzi”.

La storia di Francesco Grandis

Francesco, un bel giorno del 2009 si ritrova in macchina a piangere, una disperazione che viene da un modo di vivere che non riconosce più come suo.

Laureato in ingegneria elettronica, lavora nel campo della robotica ma… non è felice.

Quella sofferenza lo porta a licenziarsi contro il parere di tutti e a fare un viaggio in giro per il mondo, a contatto con la natura, alla ricerca della sua personale strada per la felicità.

Incredibile” – mi dico – “il punto di partenza di Lisa in Safari è lo stesso“.

Certo, quella di Francesco è una storia vera, la mia un racconto ma nascono entrambe dalla stessa disperazione. Quella di sentirsi in gabbia in una realtà che non ti appartiene più.

Ho realizzato che non ero l’unica a pensare che quel che ci hanno insegnato fin da piccoli (tipo: studia, lavora, sposati, fai figli) non è esattamente la ricetta perfetta per la felicità, o almeno non per tutte/i.

Il gruppo Facebook di Francesco Grandis

Francesco fece un’altra azione “balorda”!

Creò un gruppo Facebook dove riunì certa “strana gente”, lettori del suo libro che, pensa che roba folle, si confrontano tutti i giorni sulle loro trasformazioni personali, si incoraggiano a vicenda e, posso dire per mia esperienza personale, finalmente non si sentono più sole/i e matte/i, soprattutto quando fanno azioni che per molti altri sono al limite dell’assurdo.

Di questo a Francesco Grandis voglio dire pubblicamente: Grazie!

A lui piace incontrare la gente in posti semplici, magari in un bar in compagnia di una buona birra e di quella “strana” gente e, quando ho preparato questa intervista, me la sono immaginata proprio così. Un gruppo di amici, in un pub a passare una serata piacevole, poi pian piano alcuni vanno via e si rimane in pochi, abbastanza sobri per chiacchierare di cose un po’ più profonde… o almeno credo.

Sulla strada giusta di Francesco Grandis

Intervista a Francesco Grandis

N: Certo che hai messo su un bel casino. 5000 persone che hanno scelto di acquistare e leggere il tuo libro? Te lo saresti mai immaginato quando la tua avventura è cominciata?

F: No. Ho aperto il blog Wandering Wil nell’autunno del 2013 senza un vero progetto. Non avevo idea di cosa sarebbe stato di me nell’immediato futuro, sapevo solo che per proseguire dovevo mettermi al centro di un vortice di energie, persone, idee. Il blog, per me, sarebbe stato il mio pentolone magico che avrebbe fatto “accadere cose”. Quando un giorno decisi che era arrivato il momento di scrivere la mia storia, qualcuno commentò: “Era ora, cosa aspettavi?”. Mi resi conto di aver avuto i lettori prima ancora di aver immaginato il libro. A quel punto ho fatto tutto quello che era in mio potere per non deluderli. So di essere arrivato al giorno della pubblicazione pensando “Non avrei potuto dare più di così”. Era un pensiero rassicurante, non avrei avuto rimorsi se le cose fossero andate male. Ma le cose non sono andate male: nemmeno otto mesi dopo ho festeggiato le 5000 copie vendute. Per un esordiente autoprodotto in Italia sono numeri immensi.

N: Ma dentro di te, quando sei solo con te stesso, ci credi davvero in un cambiamento reale, concreto della nostra società?

F: Se devo essere sincero, sono un po’ pessimista. I poteri che lavorano giorno e notte alla distruzione del nostro pianeta e a mantenere le ingiustizie sono molto forti e molto esperti, ma anche nel suo piccolo l’uomo tende troppo spesso a essere egoista e ottuso. Mi viene il nervoso se penso a quanto l’umanità potrebbe essere più avanzata se avessimo speso meglio le nostre risorse e la nostra intelligenza, se sapessimo cooperare e vedere al di là del nostro naso. Cosa può fare una persona come me per cambiare questo stato di cose? O anche mille persone come me? Possiamo iniziare a diffondere una consapevolezza di tipo diverso, cercare di svegliare le coscienze. Dicono che anche la goccia rompe la pietra se ha abbastanza tempo, ma noi abbiamo abbastanza tempo? Spesso penso di no. Questo, però, non è un motivo sufficiente per non provarci lo stesso, non credi? Potrei sempre sbagliarmi, ed è quello che spero.

N: Nolente o volente, sei diventato un punto di riferimento per un bel po’ di gente. Come te la vivi questa cosa? Ti senti addosso la responsabilità?

F: All’inizio la sentivo di più. Prendevo a cuore ogni singola persona che mi scriveva per raccontarmi i suoi problemi e per chiedermi un’opinione o un consiglio. Ora sono più distaccato. Credo sia una reazione normale all’aumento di interesse che è stato rivolto verso di me. Arrivato a un certo punto non ero più in grado di partecipare alla storia di tutti, erano troppi, anche volendo non ne avrei avuto il tempo o le energie. In fondo non mi sono mai presentato al pubblico come guru o coach: io racconto solo la mia storia e condivido le mie riflessioni, ma lascio all’intelligenza delle persone trovare quel che c’è di buono, se c’è, e farlo proprio.

N: E domani? Cosa stai progettando per il futuro?

F: Seguirò due progetti allo stesso tempo. Da una parte lavorerò ancora sul blog e sul libro, in particolare traducendoli e aprendoli al mondo di lingua inglese. Dall’altra inizierò qualcosa di nuovo: al momento sto preparando due piccole “guide”, una editoriale e l’altra più filosofica, poi spero di iniziare –finalmente!- quella che sarebbe la mia vera passione: scrivere romanzi. Sul fronte familiare intanto stiamo valutando anche un’esperienza all’estero. Insomma, un po’ di movimento. A stare fermi non si va da nessuna parte, no?

Fisica quantistica e dintorni

Prendi una mattina uggiosa, una di quelle mattine di fine febbraio che la Primavera sembra non arrivare mai.

Ho pulito casa, risposto alle e-mail arretrate, sbirciato sui social, scritto un messaggino all’amica che non vedevo da tempo…

Di solito non accendo mai la tv prima delle nove di sera perché mi annoia da morire, ma mi stavo già annoiando e così… zapping di qua, zapping di là mi ritrovo davanti un uomo con i capelli grigi, arruffati e l’espressione di un bambino curioso.

Non zappo più. Lo ascolto.

È un fisico, uno scienziato, e quando parla di quello che fa, usa termini semplici, alla portata di tutti.

È persino divertente.

Mi rapisce completamente e questo mi succede quando vedo qualcuno innamorato follemente di quello che fa, quando il suo lavoro è chiaramente la sua passione.

Alla fine dell’intervista, gli viene chiesto: “A quali condizioni tornerebbe in Italia?”-.

– “Semplicemente le stesse condizioni che ho in Francia, la possibilità di lavorare, un gruppo, delle stanze. Poi io faccio fisica teorica. Non ho neanche bisogno di granché… dei gessetti”-.

Sorvoliamo sulla tristezza che mi ha procurato questa risposta.

Ormai era fatta. Volevo saperne di più.

E così, via con le ricerche su questo colosso italiano della gravità quantistica.

Stavolta però al web ho preferito la libreria e, dopo aver rovistato la Feltrinelli in lungo e in largo alla ricerca del suo ultimo libro, complice la sala d’attesa di uno studio odontoiatrico (WOW, mondanità pura!), ho iniziato a leggere.

Ah, scusa, dimenticavo il particolare più importante, il fisico in questione è Carlo Rovelli.

fisica quantistica

La realtà non è come ci appare di Carlo Rovelli

Non ti preoccupare, nonostante le equazioni che pure per me sono un ricordo lontano del liceo, Mr Rovelli scrive di fisica quantistica con ironia, semplicità e soprattutto tanta, tantissima umiltà.

Leggo che il tempo non esiste e che le cose cambiano solo in relazione l’una all’altra.

Leggo che gli atomi sono una rete di reciproca informazione fra sistemi fisici, nell’universo.

Lungi da me avventurarmi in congetture che rivelerebbero solo la mia infinita ignoranza in materia, ma questa lettura mi colpisce parecchio.

La scienza di oggi conferma che tutto nel nostro mondo è legato, che ogni mia azione, persino un mio pensiero, ha una conseguenza nella realtà che mi circonda; che il tempo non è lineare come la nostra mente ci porterebbe a pensare ma somiglia a qualcosa di più circolare; che i veri grandi sono quelli che non credono di avere risposte certe ma che si mettono continuamente in gioco andando oltre le proprie convinzioni.

Citando le sue parole:

Per imparare qualcosa di più bisogna avere il coraggio di accettare che quello che pensiamo di sapere, comprese le nostre convinzioni più radicate possa essere sbagliato, troppo ingenuo, un po’ sciocco… Non impariamo nulla se pensiamo di sapere già l’essenziale… fare scienza significa scontrarsi quotidianamente con i propri limiti, con le innumerevoli cose che non si sanno e non si riesce a fare… È la consapevolezza della nostra ignoranza che dà alla scienza la sua straordinaria affidabilità (pag. 226-227)”.*

Come sarebbe diverso il mondo se ogni essere umano, nel proprio campo, formulasse questo pensiero…

La fisica quantistica secondo mia figlia

E poi ci fu quel dialogo mamma-figlia:

Figlia:  “Mamma, cosa stai leggendo?” –

Mamma: “Il libro di un fisico italiano davvero bravo. Si chiama Carlo Rovelli” –

Figlia: “Mi leggi qualcosa?” –

Mamma: “Sei proprio sicura? Forse è un po’ difficile per te. Aspetta, ti racconto questa cosa carina sugli atomi. Gli atomi sono un po’ come i bambini: giocano, si tirano, si spingono, si attirano e si allontanano. Insomma si fanno gli scherzetti” –

Figlia: “Ma quindi quando uno tira un ceffone, sono gli atomi che si attirano?” –

Ecco qua, la fisica quantistica secondo mia figlia!