Mostre a Roma da non perdere nel 2024

Mostre a Roma unadonnaalcontrario

Dedico questo articolo sulle mostre a Roma a tutte/i coloro che considerano l’arte un respiro senza il quale è davvero impossibile vivere.

Personalmente credo che visitare le mostre, ancor di più dei nostri artisti preferiti, porti un beneficio alle proprie anime.

In qualche modo la forza, il carattere e il cuore di questi artisti e artiste passa fino a noi, persino attraverso una mostra, persino se non sono più in vita da molti anni.

Si può entrare in simbiosi con le loro opere e “prendere”, “assorbire” un’energia che non è solo degli uni ma può circolare anche attraverso noi, anche attraverso altri esseri umani, qui e ora.

*articolo aggiornato il 25 febbraio 2024.

Mostre a Roma nel 2024

E allora andiamo al dunque e vediamo quali mostre ci sono a Roma nella prima parte del 2024.

Mostre a Roma unadonnaalcontrario
Cosa fare a Roma arte

Mostra Escher a Palazzo Bonaparte

Dopo l’enorme successo della mostra dedicata a Vincent Van Gogh, Palazzo Bonaparte ospita un altro artista immenso: Maurits Cornelius Escher.

Si tratta della mostra più grande al mondo dedicata all’irrequieto artista olandese.

Escher torna nella Roma in cui ha vissuto per più di un decennio e la onora con oltre 300 opere esposte.

La mostra durerà fino al 5 maggio 2024.

Mi raccomando, prenota i biglietti in tempo!

Qui il link con tutte le info sulla mostra.

Mostre a Roma per gli amanti della fotografia

Arriva nella spettacolare scenografia dell’Ara Pacis a Roma la mostra dedicata al grande fotografo Helmut Newton.

Sarà aperta dal 6 ottobre 2023 al 3 marzo 2024 e ospiterà ben 150 opere di uno degli artisti della fotografia più amati della storia recente e forse di sempre.

Info della mostra sul sito dell’Ara Pacis.

Mostre da vedere a Roma con i bambini

Due mostre per far felici i bambini e le bambine, quelli/e d’età e di spirito?

La prima è dedicata ai mattoncini della nostra infanzia, i Lego. È allestita al The Wow Side Shopping center ed è la mostra Lego più grande d’Europa.

È aperta fino al 6 gennaio 2025, tutti i giorni dalle 10 alle 20. Il costo del biglietto è di 10 € nei giorni feriali, 11 € nel fine settimana e nei giorni festivi.


A “Cinecittà si mostra” entrerai nei grandi set di Fellini, Zeffirelli, Sergio Leone, passando dentro il sottomarino S-33 del film U-571, e varcando il suolo di “Roma Antica”, la serie della HBO. Per tutte le altre info, ti lascio qui di seguito il sito di Cinecittasimostra.

Il mondo fluttuante di Ukiyoe

Dal 20 febbraio al 23 giugno 2024 Palazzo Braschi ospita la mostra Ukiyoye. Il Mondo fluttuante.

In mostra 150 opere di arte giapponese dell’epoca Edo, tra cui quelle del maestro Utagawa Kunyioshi, e il racconto dell’esperienza giapponese di due grandi appassionati collezionisti italiani: Vincenzo Ragusa ed Edoardo Chiossone.

La mostra è aperta da martedì alla domenica, dalle 10 alle 19.

Una mostra a Roma per gli amanti di Rino Gaetano

Amanti di Aida, venite a me, perché il Museo di Roma in Trastevere celebra uno dei nostri artisti più amati: Rino Gaetano.

Tra abiti divenuti famosi come l’accapatoio indossato da Rino Gaetano a Sanremo, foto, vinili, oggetti di scena, la mostra ospita anche la performance live del nipote Alessandro Gaetano.

Sarà come fare un tuffo nel mondo incredibile di Rino Gaetano con tutti i sensi.

La mostra è aperta fino al 28 aprile 2024, da martedì a domenica, dalle 10 alle 20.

Mostre a Roma per chi ama l’arte contemporanea

Il Chiostro del Bramante ospita sempre mostre meravigliose.

Non è da meno Emotion. L’arte contemporanea racconta le emozioni che racconta le emozioni viste dalla sensibilità di 20 artisti: la gioia, la tristezza, la nostalgia la paura, l’imbarazzo.

Il mio consiglio è di passare prima a bere un caffè al bistrot del Chiostro e poi dedicarsi alla mostra, senza dimenticare di acquistare un ricordo nel loro splendido book shop.

Tutte le info sulla mostra qui.


Scrivevo in Safari, il mio libro: “… come per altre forme d’arte, mi piace scoprire con l’immaginazione anziché sapere troppo. Da che ne ho un ricordo, quando nei libri di scuola leggevo “Lo scrittore voleva dire” o “Lo scultore voleva esprimere”, mi sono sempre chiesta: «Ma quello che ha scritto questo libro ha mai parlato con il poeta? Con il pittore? E allora che ne sa di quello che volevano dire?».”.

E del resto è quello che in cui credo profondamente.

L’arte non si può imprigionare in un concetto unico, per quanto un critico possa essere una splendida persona, esperto conoscitore, persino umile nei confronti dell’arte stessa.

Non è necessario essere d’accordo con me ma è ciò che penso e che mi viene da dentro come un fiume in piena quando sono di fronte ad un’opera d’arte, di qualunque forma d’arte essa sia.

Buona arte a tutte/i!

Un globo verde per San Patrizio

Se chiudo gli occhi e penso all’Irlanda, posso sentire lo scrosciare delle onde sulle scogliere a picco sul mare.

Posso ascoltare risate fragorose avvolte da barbe rossastre.

E più di tutto posso vedere distese infinite di campi di un VIVIDO COLORE VERDE BRILLANTE.

Non è un caso che venga definita “L’Isola di Smeraldo” e non è un caso che il VERDE sia il simbolo di questa terra.

Questo sabato sarà il giorno di San Patrizio e dicono che non ci sia un irlandese degno di tale nome che quel giorno non indossi qualcosa di verde.

San Patrizio: da schiavo a vescovo

Giorno di San Patrizio

San Patrizio, il Santo tanto amato dagli irlandesi ha avuto una vita decisamente alcontrario.

Un passato da giovane schiavo, si convertì al Cristianesimo e divenne poi il vescovo più famoso dell’isola verde.

La leggenda vuole che dall’alto di una montagna, San Patrizio gettò una campana per cacciare i serpenti in mare e che da allora l’Irlanda non ne abbia mai più visto uno.

Si racconta anche che utilizzò un trifoglio per spiegare agli irlandesi il concetto della trinità. Ecco perché il trifoglio, il colore verde e San Patrizio sono diventati i simboli più conosciuti d’Irlanda.

GLOBAL GREENING

San patrizio London Eye
London Eye a Londra

Dal 2010 Turismo Irlandese ha lanciato un’iniziativa che il 17 Marzo di ogni anno, giorno di San Patrizio, COLORA i più importanti monumenti del mondo DI VERDE.

Non so a te ma a me l’idea che nella stessa giornata ci sia un evento di pace e sorrisi che coinvolga tutto il globo, riempie di gioia dalla testa ai piedi.

Ancora di più se so che si illuminerà di verde l’Opera House di Sidney , il Seattle Space Needle, la statua di Chimo, l’orso polare nell’Ontario, il castello della Bella Addormentata a Disneyland® Paris, la torre marina Yokohama in Giappone.

UN SELFIE PER SAN PATRIZIO

San patrizio Colosseo Roma

Ed è qui che veniamo a noi.

Anche l’Italia festeggerà insieme al resto del mondo il giorno di San Patrizio.

Alcuni dei monumenti più famosi del nostro paese si accenderanno di verde e ci sarà una grande festa dove poter condividere il messaggio di pace e gioia che parte dall’Irlanda per irradiarsi ovunque nella nostra terra.

Ecco i siti che saranno illuminati nel nostro paese:

IL COLOSSEO A ROMA

LA TORRE PENDENTE DI PISA

PIAZZA MERCURIO a MASSA

IL POZZO DI SAN PATRIZIO e LA TORRE DEL MORO a ORVIETO

Se sei nei paraggi e non in zona rossa, inviami una tua foto sorridente e colorata di verde dalla location più vicina a te.

ENJOY!

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Una passione chiamata Guerre Stellari

La riconosco la passione vera, quella che emerge dagli occhi di chi mi sta parlando. Quella che fuoriesce da ogni poro della persona a cui pulsa dentro.

E di solito mi rapisce… con tutto il corpo e la mente.

La scorsa settimana ho avuto l’opportunità di vedere in anteprima la mostra Guerre Stellari – Play.

E quella passione l’ho vista, si poteva palpare nell’aria.

Guerre stellari la mostra

La passione negli occhi

Era negli occhi, nei gesti e nelle parole di Fabrizio Modina, curatore della mostra, ma soprattutto proprietario di quasi tutti gli oggetti in mostra, suoi bambini da quando lui stesso era un bambino.

«In definitiva non ho mai smesso di giocare» e già questa frase mi ha conquistata. Come il fatto che da questa passione si sia creato una professione. Alla faccia di chi dice che non può accadere. Perché, diciamocelo, che mestiere è lo «studioso di mitologia moderna (parole sue)»? Non lo troverete in nessun data base per la carta d’identità del comune. In verità non trovano neanche il mio.

Un lavoro a cui difficilmente si può dar credito e, invece, in questo blog si sponsorizzano i desideri più grandi e si tifa per tutti quelli che lottano per realizzarli.

Qui mi aggancio a chi Guerre Stellari l’ha creato: George Lucas.

Gli ostacoli di Guerre Stellari

Sai che la produzione di A New Hope (il primo film della serie – 1977) è stata costellata da incidenti, problemi tecnici, temporali mai visti prima? Sai che Lucas a causa del forte stress ebbe un infarto? Sai che fu deriso perché l’aspetto divertente di Guerre Stellari non fu capito e le Majors non gli diedero credibilità come per altri film di “fantascienza”?

Cosa? Ti ricorda qualcuno?

A me ricorda numerosi personaggi della storia, antica e moderna, che hanno rivelato al mondo pensieri compresi solo dopo anni, secoli a volte. Grandi intuizioni utili ancora oggi all’umanità.

Penso a Galileo Galilei, penso a Giordano Bruno, penso a Vincent van Gogh, penso allo stesso Steve Jobs.

Ma mi ricorda anche tante persone, meno famose, che incontro nella mia strada da quando sono nata. Persone che lottano instancabilmente per quello che sentono dentro, per la loro innata passione. Non importa in cosa. Una passione che le guida al di là della gente intorno a sé, al di là delle circostanze… al di là degli ostacoli.

Yoda alla mostra guerre stellari

Un successo vestito da fallimento

La prossima volta che penserai che il tuo sogno sia soltanto un sogno, ricordati di George Lucas e che Guerre Stellari era considerato un fallimento in partenza.

George Lucas ebbe la genialità di pensare, per la prima volta nella storia del cinema, a creare dai suoi personaggi giocattoli da vendere al pubblico. E grazie a questi “giocattoli” riuscì a finanziarsi L’impero colpisce ancora (1980), il secondo film della saga, rendendosi indipendente dalle Majors americane una volta per tutte.

Beh, un bello sgambetto, non ti pare?

C’è da dire che provo una certa simpatia per le influenze culturali di cui Lucas e la sua saga sono intrisi: dal punk di Vivienne Westwood, alle filosofie orientali, in particolar modo quelle giapponesi. E credo che questo tipo di cultura si percepisca nella sua opera.

Modina ha spiegato che non è uno di quei collezionisti che lasciano i loro gioielli dentro le teche, senza mai mostrarli in giro. «Colleziono per condividere» ha detto.

E io non posso che ringraziarlo per aver condiviso con me, con noi tutte/i un pezzo di vita, un lungo percorso alla ricerca di pezzi speciali.


Se ti interessa l’argomento mostre, leggi anche il mio articolo sempre aggiornato sulle: Mostre a Roma.

Il web umano: la mia esperienza

Che ci faccio qui?“, è la domanda che mi son fatta venerdì scorso non appena entrata nella sede della DoLab School.

Ora che questa domanda mi corrisponda perfettamente non è una novità.

Praticamente ovunque mi ritrovi, mi chiedo: «Ma come cavolo posso pensare che io c’entri qualcosa con ‘sta roba qua?». E niente, la curiosità è sempre più forte.

Facciamo un passo indietro.

Qualche settimana fa sul gruppo Facebook #adotta1blogger, leggevo di un evento che si sarebbe tenuto a Roma: #websucarta, i cui relatori erano alcuni dei blogger del gruppo.

Ho pensato che mi sarebbe piaciuto andare per vedere le loro belle facce dal vivo e perché sicuramente avrei imparato qualcosa, visto che le mie competenze di web sono pari allo 0,1% (correva l’anno 2016).

Perciò, organizzato il babysitteraggio, ovvero mamma paziente di un’amica della gnoma, e inviato Lui dalla veterinaria perché chiaramente quel giorno anche la gatta si è ammalata (che quando vuoi fare qualcosa per te, gli ostacoli non se contano), prendo la mia bella metro e arrivo nella sede della LuissLab.

Dolabschool stazione termini
(Pensiero a parte: non avrei mai avuto l’occasione di vedere una parte di Roma tanto bella quanto nascosta se non fosse stato per quest’evento. Perciò già ringrazio)

Il web umano: Che ci faccio qui?

Vado per registrarmi ed ecco che sorge spontanea quella domanda, la prima del paragrafo: “Che ci faccio io qui?”.

Tralasciamo l’aspetto “età” che erano quasi tutti più giovani di me ma soprattutto con competenze evidentemente maggiori delle mie. Io che la parola SEO, fino a qualche tempo fa, stava per Sappi Essere Onesta… che non ce capisci ‘na mazza.

Va beh, alla fine sono entrata nella sala (pienissima), mi sono seduta e ho ascoltato pensando: “Speriamo di arrivare alla fine di queste tre ore senza mal di testa”.

Il mal di testa non mi è venuto perché l’evento ha avuto un ritmo serrato, 15 minuti a relatore. Nessuno aveva il tempo di essere noioso ed era consapevole di doversi far capire. E cavolo: ho capito persino io.

Mi è piaciuto il sottolineare la necessità di lavorare in team, valorizzando le competenze di ognuno. Cosa in cui molte aziende italiane ancora latitano, aziende dove ancora c’è il capo padrone che sa tutto di tutto e meglio di tutti, accentratore di potere, opinioni, valori, capacità.

Ludovica De Luca e gli opposti

Ludovica De Luca, poi, ha detto la frase magica:“Gli opposti si conciliano”.

Capirai, io ci vado a nozze con queste parole:

  • Strategia/Resilienza
  • Pianificazione/Istinto
  • Studio/Esperienza
  • Conoscenza di sé/Conoscenza dell’altro
  • Concretezza/Cuore

Roberto Gerosa e il “cuggino”

Con Roberto Gerosa poi non sono mancate le risate, soprattutto quando ha parlato del grandissimo errore delle aziende italiane di affidare la comunicazione al “cuggino”. Cioè il parente di turno, senza affidarsi ad un professionista serio che porta valore aggiunto all’azienda, oltre che fatturato.

Valentina Sala e gli obiettivi

Quando è arrivato il momento di Valentina Sala, ho pensato: “Ecco, questo è il momento del mal di testa”. E invece Valentina, nonostante abbia parlato di numeri e di KPI (non mi chiedere che sono che ancora devo approfondire), è stata molto chiara, concreta, come piace a me, e soprattutto, visto che l’argomento “obiettivi” mi è molto caro, ho apprezzato particolarmente quando ha parlato proprio di questo dicendo che l’obiettivo deve essere:

  • Misurabile
  • Confrontabile
  • Monitorabile
  • Specifico

“La pace del mondo non è un obiettivo a meno che non ti metti lo zaino in spalla e vai paese per paese a verificarlo di persona”. Grandissima, Vale (scusa la confidenza!).

Matteo Pogliani e gli influencer

Infine Matteo Pogliani ci ha illuminato sulla figura dell’Influencer, parola che, devo dire, da sempre mi sta sulle balle. Lui invece ne ha parlato con serietà nonostante i toni divertenti (per fortuna!) e ci ha mostrato l’utilità di questa figura.

Ma soprattutto quello che mi porto a casa è stato il sottolineare da parte di tutti l’elemento umano, persino lo stringersi le mani, incontrarsi, prendere il telefono e parlarsi.

Si pensa sempre che chi lavora nel web sia restio ai rapporti umani, beh, la foto qui di seguito, spiega bene quello che ne pensa la gente del web.

Web umano Matteo Pogliani