Le 10 migliori app per meditare nel 2024

articolo app per meditare

Le app per meditare sono sicuramente un buon metodo per usare tecnologia e smartphone a nostro vantaggio.

I benefici della meditazione sono comprovati da numerose ricerche scientifiche e, per me che amo unire la scienza con la spiritualità, è sempre importante trovare conferma di tecniche che uso da anni in ricerche autorevoli internazionali.

Meditazione e mindfulness sono utili per alleviare stress e ansia nella vita quotidiana e ci supportano anche nel lavoro. Perché ci insegnano a restare concentrate/i sul momento presente, a dare massima attenzione a quel che facciamo nel qui e ora e, in questo modo, a ottimizzare le nostre energie.

Altro vantaggio sensazionale: meditare è un’attività che si può fare completamente gratis!

Sì, certo, sono fantastici i ritiri in India o in altri luoghi spirituali del mondo, persino tra i boschi o davanti al mare.

Ma puoi decidere di meditare comodamente dal divano di casa tua o sul tuo letto. 

Ti basterà:

  • chiudere gli occhi.
  • stare in una posizione comoda con la schiena dritta.
  • iniziare a prestare attenzione al respiro e concentrarti sulle sensazioni del corpo.

Già così si hanno numerosi benefici.

Puoi ascoltare una musica rilassante e accendere una candela profumata che facilitino il relax.

Oppure avere supporto grazie a delle fantastiche app per meditare che possiamo facilmente scaricare sul nostro smartphone.

Le migliori app di meditazione da scaricare nel 2024

Ti elenco qui di seguito quelle che ritengo le migliori app di meditazione per la mia personale esperienza.

Negli ultimi anni ne ho provate parecchie ma alcune le ho scaricate e abbandonate presto.

Eh sì, sono una che si annoia facilmente.

Queste invece sono le app per meditare a cui sono fedele e ti svelerò anche qual è la mia preferita in assoluto.

*articolo aggiornato l’01/03/2024.

app per meditare gratis
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Migliori app di meditazione gratis 2024

Molte delle app che trovi nell’elenco sono gratuite, per lo meno hanno una versione gratuita con tanti contenuti fruibili per un periodo limitato o anche per sempre.

Sono curiosa di scoprire quale tra queste 10 app per la meditazione diventerà la migliore per te, quella che ti aiuterà a raggiungere la serenità in tutti i momenti della giornata in cui ne sentirai bisogno.

10 App per meditare gratis

1 – Headspace

Ho scaricato l’app Headspace dopo aver seguito la serie omonima su Netflix.

Per chi non ha mai approcciato alla meditazione è una serie perfetta. Per chi è già esperta/o, può essere utile per un ripasso generale. In fondo siamo sempre principianti nell’arte della vita.

Headspace è tra le app più scaricate per la meditazione, disponibile sia per iOs sia per Android.

Unico svantaggio: non c’è ancora in italiano.

Quanto costa Headspace?

L’abbonamento premium di Headspace costa 12,99 € al mese, 69,99 € per un anno.

Le prime 10 lezioni sono gratuite e hai inoltre 14 giorni di prova della versione premium.

2 – Calm

Anche l’app Calm non c’è ancora in italiano ma te ne parlo perché è fatta davvero bene.

Una delle cose che mi piace di più di questa app per meditare è che prevede dei percorsi settimanali a tema: felicità, ansia e stress, autostima, gratitudine, etc.

Bellissime anche le storie narrate per accompagnare mente e corpo a un sonno ristoratore la sera.

Quanto costa Calm app?

Calm offre una prova gratuita di 14 giorni. Il costo dell’abbonamento annuale è di 49,99 €.

Anche Calm è disponibile sia per iOs sia per Android.

App per meditare gratis in italiano

3 – Insight Timer

Tra le app per meditare in italiano, Insight Timer è tra le mie preferite.

Innanzitutto, sempre a mio parere, è la più completa tra le app per meditare gratis.

Ti puoi proprio sbizzarrire tra masterclass con grandi neuroscienziati, psicologi ed esperti di meditazione e mindfulness.

Inoltre sempre nella versione gratuita trovi tantissime meditazioni guidate su temi come: migliorare le relazioni o la consapevolezza sul cibo, musiche per rilassarti, un timer con il suono della campana tibetana che ti permette di decidere il tempo da dedicare alla tua meditazione e una community con cui confrontarti.

Ci sono anche meditazioni pensate apposta per i bambini e le bambine.

Disponibile per iOs e Android.

4 – Serenity

Anche Serenity è un’ottima app per meditare in lingua italiana.

Non è necessario registrarsi e questo mi sembra un ottimo incentivo a provarla.

Perfetta per chi approccia alla meditazione da zero ma anche per chi è più pratica/o.

Al suo interno trovi meditazioni per dormire meglio, suoni per rilassarti e molti esercizi per alleviare lo stress.

Una delle cose più carine di questa app è che ti propone delle challenge quotidiane che ti permettono di migliorare sempre di più nelle tecniche di meditazione. L’obiettivo, lo dice il nome stesso, è quello di portare serenità e pace nella nostra vita tanto frenetica.

Inoltre puoi anche non abbonarti con la possibilità di acquistare dei contenuti una tantum che poi rimarranno tuoi per sempre.

Quanto costa l’app Serenity?

Se poi ti trovi bene e vuoi acquistare l’app Serenity in versione premium, il costo è di 5,99 € al mese o 17,49 € per 6 mesi sia su iOs sia su Android.

In regalo ebook I 5 pilastri del cambiamento

5 – Meditopia

Tra le app per meditare Meditopia è probabilmente la più conosciuta.

Al suo interno troverai oltre 1000 meditazioni, anche in italiano, per ogni aspetto della vita: dal sesso al rapporto con il tuo corpo, dalle relazioni al senso di solitudine.

Moltissime di queste meditazioni sono dedicate al sonno e alla respirazione, per migliorare in pochi minuti al giorno ogni aspetto delle nostre vite.

Quanto costa Meditopia?

Puoi abbonarti a Meditopia con piani mensili, trimestrali, semestrali e annuali e hai una rova gratuita di 7 giorni. La trovi sia per iOs sia per Android.

6 – Petit Bambou

Petit Bambou offre 8 meditazioni gratuite per testare l’app e vedere se fa al caso tuo.

Al suo interno troverai meditazioni per calmare il respiro, per aiutarti a rimanere focalizzata/o nel lavoro, per gestire al meglio i momenti di stress.

Quanto costa Petit Bambou app?

Il costo della versione premium è di 49,99 € all’anno, oppure 200 € per sempre. La trovi su iOs e Android.

7 – Relax in 5 Minuti

Relax in 5 minuti, lo dice il nome stesso, promette di aiutarti a rilassarti in soli 5 minuti.

Ogni meditazione o musica dura infatti 5 minuti.

Perciò è perfetta quando hai bisogno di ri-centrarti o sei in preda a un momento di ansia prima di dare un esame o fare una presentazione al lavoro per esempio, o ancora per accompagnarti al sonno la sera prima di dormire.

Quanto costa Relax in 5 minuti app?

La prima sessione è gratuita. Per la versione premium hai il grande vantaggio che l’acquisti una volta sola a 8,99 € e poi tutti i contenuti sono tuoi per sempre.

Anche Relax in 5 minuti è disponibile sia iOs sia per Android.

8 – Clarity

Eccola qui la mia app per meditare preferita in assoluto.

Clarity è la prima app italiana di meditazione.

Realizzata dall’idea di Gennaro Romagnoli, psicologo, psicoterapeuta, tra i migliori esperti di meditazione in Italia.

È perfetta se sei tra quelli che… “se non è scienza neanche ci guardo!”. 

All’interno di Clarity troverai un percorso gratuito di meditazione con taglio scientifico e contenuti per migliorare il sonno, creare e mantenere il tuo diario della gratitudine, aumentare le tue abitudini positive.

Quanto costa Clarity?

L’app Clarity costa 39,99 € per sei mesi o 9,99 € al mese. Qui il link ufficiale di Clarity.

App per mindfulness

E infine due chicche per gli amanti della mindfulness.

9 – Mindfulness App

Tra le app gratis per la Mindfulness in italiano, Mindfulness app è senz’altro la mia preferita.

Disponibile sia per iOS sia per Android, ti permette di provare tutti i contenuti della versione premium per 7 giorni.

In questa app oltre alle centinaia di meditazioni guidate, potrai crearne una personalizzata ad hoc per te scegliendo il tempo, le campane, la versione guidata o silenziosa, suoni della natura, etc.

Inoltre puoi sincronizzare i dati dell’app con l’app Salute di Apple.

Quanto costa Mindfulness app?

La versione premium di Mindfulness app costa 79,99 € all’anno.

10 – Buddhify

Mi piace definire Buddhify è l’app per meditare a porter perché come dicono sul sito ufficiale: “non devi trovare il tempo per la meditazione, ma arriva a te“.

Al suo interno troverai tantissime meditazioni della durata da 4 a 30 minuti da fare anche mentre cammini, hai una breve pausa o stai per andare a dormire.

Il costo dell’abbonamento è di 30 dollari all’anno ed è disponibile sia su apple store sia su Play Store.


Talmente sono convinta dei benefici della meditazione che, nel mio percorso di crescita personale, Da Crisalide a Farfalla, ho inserito due meditazioni guidate create appositamente da me per chi è nel percorso.


Finisce qui il mio viaggio tra le migliori app per meditare che prometto di aggiornare costantemente grazie alle mie scoperte e, se ti fa piacere, grazie anche ai tuoi consigli.

Perciò se ne conosci altre da suggerirmi, scrivimele in un commento.

Mi fa sempre piacere costruire un dialogo con chi mi legge.

* Le immagini in questo articolo sono di Pexels.

Una passione chiamata Guerre Stellari

La riconosco la passione vera, quella che emerge dagli occhi di chi mi sta parlando. Quella che fuoriesce da ogni poro della persona a cui pulsa dentro.

E di solito mi rapisce… con tutto il corpo e la mente.

La scorsa settimana ho avuto l’opportunità di vedere in anteprima la mostra Guerre Stellari – Play.

E quella passione l’ho vista, si poteva palpare nell’aria.

Guerre stellari la mostra

La passione negli occhi

Era negli occhi, nei gesti e nelle parole di Fabrizio Modina, curatore della mostra, ma soprattutto proprietario di quasi tutti gli oggetti in mostra, suoi bambini da quando lui stesso era un bambino.

«In definitiva non ho mai smesso di giocare» e già questa frase mi ha conquistata. Come il fatto che da questa passione si sia creato una professione. Alla faccia di chi dice che non può accadere. Perché, diciamocelo, che mestiere è lo «studioso di mitologia moderna (parole sue)»? Non lo troverete in nessun data base per la carta d’identità del comune. In verità non trovano neanche il mio.

Un lavoro a cui difficilmente si può dar credito e, invece, in questo blog si sponsorizzano i desideri più grandi e si tifa per tutti quelli che lottano per realizzarli.

Qui mi aggancio a chi Guerre Stellari l’ha creato: George Lucas.

Gli ostacoli di Guerre Stellari

Sai che la produzione di A New Hope (il primo film della serie – 1977) è stata costellata da incidenti, problemi tecnici, temporali mai visti prima? Sai che Lucas a causa del forte stress ebbe un infarto? Sai che fu deriso perché l’aspetto divertente di Guerre Stellari non fu capito e le Majors non gli diedero credibilità come per altri film di “fantascienza”?

Cosa? Ti ricorda qualcuno?

A me ricorda numerosi personaggi della storia, antica e moderna, che hanno rivelato al mondo pensieri compresi solo dopo anni, secoli a volte. Grandi intuizioni utili ancora oggi all’umanità.

Penso a Galileo Galilei, penso a Giordano Bruno, penso a Vincent van Gogh, penso allo stesso Steve Jobs.

Ma mi ricorda anche tante persone, meno famose, che incontro nella mia strada da quando sono nata. Persone che lottano instancabilmente per quello che sentono dentro, per la loro innata passione. Non importa in cosa. Una passione che le guida al di là della gente intorno a sé, al di là delle circostanze… al di là degli ostacoli.

Yoda alla mostra guerre stellari

Un successo vestito da fallimento

La prossima volta che penserai che il tuo sogno sia soltanto un sogno, ricordati di George Lucas e che Guerre Stellari era considerato un fallimento in partenza.

George Lucas ebbe la genialità di pensare, per la prima volta nella storia del cinema, a creare dai suoi personaggi giocattoli da vendere al pubblico. E grazie a questi “giocattoli” riuscì a finanziarsi L’impero colpisce ancora (1980), il secondo film della saga, rendendosi indipendente dalle Majors americane una volta per tutte.

Beh, un bello sgambetto, non ti pare?

C’è da dire che provo una certa simpatia per le influenze culturali di cui Lucas e la sua saga sono intrisi: dal punk di Vivienne Westwood, alle filosofie orientali, in particolar modo quelle giapponesi. E credo che questo tipo di cultura si percepisca nella sua opera.

Modina ha spiegato che non è uno di quei collezionisti che lasciano i loro gioielli dentro le teche, senza mai mostrarli in giro. «Colleziono per condividere» ha detto.

E io non posso che ringraziarlo per aver condiviso con me, con noi tutte/i un pezzo di vita, un lungo percorso alla ricerca di pezzi speciali.


Se ti interessa l’argomento mostre, leggi anche il mio articolo sempre aggiornato sulle: Mostre a Roma.

Canzone delle donne al contrario

Non commento quasi mai i fatti di cronaca, né lo farò oggi.

Mi pare che si dica sempre fin troppo.

Quello che so è che quando accadono le tragedie, noi esseri umani tendiamo a sentirci impotenti.

E questa è una gran bella ca**ata, perché noi esseri umani siamo estremamente potenti. Solo che qualche volta non lo sappiamo e forse qualche volta ci conviene pure non ammetterlo.

Certo, io non posso controllare l’industria delle armi, non posso salvare i bambini siriani dai bombardamenti, né prevedere le azioni oscurate di alcune persone.

Ma posso puntare sul lato bello degli esseri umani, perché noi ce l’abbiamo, e non solo io o tu che stai leggendo, proprio tutti, anche quelli che forse lo hanno dimenticato.

Punto tutto sulla luce

Qualche giorno fa sulla mia pagina Facebook ho lanciato il gioco della felicità, un piccolo giochino per tirare fuori le cose piccole o grandi che ci rendono felici, come nella canzone “Ecco le cose che piacciono a me“, tratta dal film “Tutti insieme appassionatamente“.

Ed è stato interessante vedere come all’inizio tutte/i eravamo un po’ titubanti, poi abbiamo tirato fuori le cose importanti, gli affetti in particolar modo, e pian, piano siamo riuscite/i a esprimere anche le piccole cose.

Mi sono divertita a fare una versione di quella canzone utilizzando i commenti ricevuti ed ecco cosa è venuto fuori.

Metti in sottofondo la base della canzone, la trovi ovunque sul web, e cantala con le tue cose.

Questa è la nostra canzone

L’arcobaleno dopo la pioggia,

il sapore dell’infuso della mia mamma,

le foglie rosse sul vialetto di casa,

ecco le cose che piacciono a me!

Panna montata e caffè fumante,

profumo di pane appena sfornato,

quando mio figlio mi abbraccia sul letto,

ecco le cose che piacciono a me!

Tramonti romani tinti di rosa,

gli orecchini ricevuti a sorpresa,

un bel rossetto rosso bordeaux

ecco le cose che piacciono a me!

Se son triste, infelice e non so il perché

Io penso alle cose che amo di più

e torna il seren per me!

Ballare la Hula con le mie figlie,

camminare svelta ascoltando le note,

il teporino delle coperte d’inverno

ecco le cose che piacciono a me!

Entrare in una casa di vecchi amici,

la prima passeggiata col mio neonato,

la doccia calda quando son triste

ecco le cose che piacciono a me!

Se son triste, infelice e non so il perché

Io penso alle cose che amo di più

e torna il seren per me!


Non dimentichiamolo mai: noi siamo potenti!

Dal momento che la guerra comincia nel cuore degli esseri umani, è nel cuore degli esseri umani che bisogna costruire la pace“. D. Ikeda.

Cavalli, maestri della mia vita

Il suo respiro si espande sulla mia spalla. Non ci sfioriamo, eppure siamo in perfetta simbiosi.

Avviso per i maschetti: mettetevi l’anima in pace, non si tratta di una performance erotica! Quello che vi chiedo è: leggete fino in fondo senza fermarvi a metà.


Facciamo un passo indietro.

Ci sono cose che accadono senza che se ne sappia il reale motivo, accadono e basta.

Io disegno da quando mi hanno messo una matita in mano.

Niente di strano se ho sempre disegnato abiti, quello è diventato il mio primo lavoro.

Ma c’era un soggetto che usciva spontaneamente dalla mia matita.

E non solo.

Ricordo con lucidità che in ogni momento di svolta, ho sognato quel soggetto.

Mai avuto a che farci finché, in età decisamente adulta, ho deciso che forse avrei dovuto approfondire la cosa.

Sgroppata cavalli join up
Sgroppata cavallo: Foto di Guido Ersettigh

Cavalli: la mia salvezza

E la vita, in questi casi, risponde istantaneamente.

In un agriturismo sperduto nella campagna umbra, incontro Alfredo, un restauratore con la passione per i cavalli.

Mi chiede: “Vuoi fare una lezione diversa dalle solite?”.

Secondo te, io che cosa mai avrò risposto? Chiaro che sì!

Alfredo non l’ho più rivisto ma, dopo la sua lezione (a terra, non in sella) volevo saperne di più.

Ho conosciuto altre persone, alcune molto belle, altre meno.

Ho imparato a sellare un cavallo, a montare e anche a cadere.

Ma l’esperienza con Alfredo non l’avevo più ritrovata.

Monty Roberts: che scoperta!

Aveva accennato a un certo Monty Roberts, cowboy californiano classe 1935.

Il suo libro, “L’uomo che ascolta i cavalli”, trovabile all’epoca solo in inglese, l’ho divorato.

Una storia degna di un film d’altri tempi.

Mezzo sangue cherokee, giovane stuntman per la Hollywood anni ‘40/‘50, Monty da ragazzino decide di osservare un branco di mustang selvaggi nel loro habitat naturale e scopre che i metodi violenti usati persino da suo padre per domare i cavalli, non solo sono sbagliati ma inefficaci.

Impara il loro linguaggio e comprende che l’unico modo per ottenere risultati inequivocabili è quello di “dialogare” con il cavallo.

Crea un metodo, il Join Up (letteralmente “connettersi”), talmente semplice che per anni viene considerato “magico” e per questo osteggiato, fino a quando, a 40 anni, la regina Elisabetta vuole Monty a Buckingam Palace a istruire i suoi cavalieri.

Dire però che Monty Roberts sia solo un uomo di cavalli, è riduttivo.

Il suo metodo è applicabile all’educazione dei figli (sperimentato con la mia), alle dinamiche aziendali, e soprattutto al recupero di vittime di abusi fisici e psicologici.

L’incontro con la filosofia di Monty e con Christiane Moeller*, unica istruttrice del suo metodo in Italia, ha ribaltato il concetto che avevo del mondo equestre, ma soprattutto mi ha dato la possibilità di rivivere quell’emozione.

Non importa se davanti a me c’è un puledro, una femmina adulta, un carattere docile o uno pauroso.

Il cavallo risponde all’intenzione. È uno specchio immediato, istantaneo.

Fattrice Christiane Moeller
Cavalli maestri

Non ci sono maschere davanti ai cavalli

Credi o non credi in te?

Hai paura o fiducia?

Sei arrogante o remissiva/o?

Il cavallo te lo dice.

Non domani, tra due giorni o tra un mese.

Ora, qui, subito.

Sembra magia e invece è semplicemente natura.

Ricordo lo sguardo di una cavalla gigante (considera che io sono una tappetta di 160 cm), una cavalla che non si lasciava sellare, con alcuni neanche avvicinare, non sapevo neanche se guardarla negli occhi ma non ho potuto fare a meno di incrociare quello sguardo e di vedere lì dentro un mondo che con le parole non riesco a descriverti.

Con lei non ho dovuto fare nulla, e dico proprio nulla.

Si è fidata.

Maestri della mia vita

Ancora mi chiedo come sia stato possibile, cosa avrà sentito in me, ma lo ha fatto e non posso fare a meno di emozionarmi ricordando il suo sguardo e le parole di Christiane: “Lei ti ha scelto.

Considero ogni cavallo che ho incontrato, un maestro della mia vita.

Loro mi hanno mostrato chi sono veramente, i miei limiti, le paure, i dubbi, i miei punti di forza, la mia unicità, con una chiarezza schiacciante, senza preamboli, senza girarci intorno.

Nei secoli li abbiamo usati per spostarci, per coltivare la terra, li abbiamo portati con noi in guerra.

Oggi li teniamo in gabbie di 3mt per 3, con le grate, esattamente come in una prigione angusta, e gli diamo l’ora d’aria, esattamente come a qualunque carcerato.

Il cavallo è l’animale da branco per eccellenza, nato per correre in spazi ampi, per vivere, mangiare e dormire nelle grandi praterie, all’aperto, sotto le stelle. Hai idea di cosa voglia dire per un animale da branco vivere da solo, chiuso, senza poter sgroppare ogni tanto?

E dire che io avevo così paura quando vedevo un cavallo sgroppare.

Oggi so che, nella maggior parte dei casi, si sta solo “muovendo” liberamente.

A proposito, ti ricordi il mistero del tatuaggio? Te lo svelo nella foto qui sotto.

Tatuaggio cavalli unadonnaalcontrario

*Monty non forgia solo degli ottimi istruttori, forgia esseri umani eccezionali. Christiane è una di questi: forte, determinata, sensibile, decisa, con un cuore senza confini. Considero un grande onore averla nella mia vita.

Lalla bike & me per un mondo sostenibile

Era l’estate del 2013.

Mio marito cominciava a lavorare fuori città e io, per la prima volta nella mia vita da patentata, dicevo addio alla mia amata macchinetta.

‘Na tragedia!

Premettendo che vivo a Roma, con una figlia a carico, un sistema di mezzi pubblici non del tutto efficiente e considerando che ancora in quel periodo bazzicavo tra tribunali, uffici, asl e ospedali per le ultime lungaggini burocratiche dell’adozione… fai tu.

Ogni volta che uscivo per un documento, partivo per un’impresa che le avventure dell’Enterprise erano niente a confronto.

Un anno davvero sconfortante per una terrestre, mio caro signor Spock!

L’idea di una nuova macchina non era contemplata, figuriamoci di un’altra assicurazione. E vogliamo parlare della benzina?

Insomma la mia mobilità quotidiana era del tutto compromessa.

L’idea

Finché un bel giorno di primavera 2014 venne a trovarmi una mia amica che, sorridente e soddisfatta, sentenziò: “Sono venuta in bici”.

E io che per Roma consideravo la bici completamente OUT per via delle salite che, anche solo a pensarci, schiattavo, le chiesi ulteriori chiarimenti.

È una bici a pedalata assistita” – continuò lei – “Sì, certo, non è uno scooter ma va che è una bellezza”.

Boom! Lampadina accesa e via con le ricerche su internet.

Smanetta di qua, smanetta di là, io che di pedali, catene, cambi, etc., non avevo rimembranze dalla mia adolescenza, inizio a farmi una cultura. 

Ma la cosa che più saltava ai miei occhi è che, sì, ce n’erano di tutti i prezzi, di tutte le qualità, di tutti i pesi e le misure ma erano tutte assolutamente, inevitabilmente, ostinatamente… orribili!!!

Pardon, lo so che in questi casi non dovrei prestare il fianco all’esigenza di un’immagine gradevole, e so che adesso mi attirerò una valanga di critiche, ma bisogna pur rispettare la propria indole e io non volevo arrendermi a cotanta bruttura.

Almeno sono sincera, no?

Lalla bike al Gianicolo
Lalla Bike al Gianicolo

Lalla-Bike

Sta di fatto che alla fine l’ho trovata: la mia bici gemella.

E non mi dilungherò dicendo che ricorda quelle dei postini anni ’60, con la sua borsetta in cuoio e lo stile vintage, un comodissimo cestino per la spesa e, per i più competenti, tecnicamente valida (si capisce che la amo, vero?), ma ti dirò perché, da quando esploro Roma in sella alla mia Lalla-bike, la mia prospettiva di mobilità è radicalmente cambiata.

!!! Piccola digressione sul nome: Lalla era il soprannome con cui mi chiamava la mia migliore amica al liceo e il suono Lalla-bike mi ricorda tanto la parola inglese Lullaby. Just to know !!!

Sfatiamo il mito

Veniamo al sodo.

Innanzitutto sfatiamo il mito che non si possano macinare tanti km in bici a Roma.

Certo, bisogna fare massima attenzione alle buche (anzi ai crateri) che se ne prendi una, nel migliore dei casi, rischi di incrinare la colonna vertebrale.

Ma io ho pedalato in lungo e largo, in su e in giù, senza annaspare affatto come temevo.

Ho fatto scorciatoie che con la macchina te le sogni.

Ho superato decine di auto in coda con un sorriso da ebete stampato in faccia, e questo, ebbene sì, anche in salita.

Ho riscoperto il centro ma anche la periferia e mi sono accorta che quello che sembra un modo di muoversi lento in una metropoli frenetica, in realtà, mi permette gli stessi percorsi in un tempo identico se non minore che se usassi la macchina.

Una bella soddisfazione, non credi?

Andare in bici è un guadagno

Non sono necessariamente un’attivista ambientale sebbene creda nella nostra responsabilità sui cambiamenti climatici, ma il vantaggio di assicurazione e benzina in meno lo vedo concretamente nella mia vita.

E il grandissimo favore che faccio al mio fisico, decisamente meno palestrato di anni fa, non è meno concreto.

Ammetto apertamente che non vado in giro con Lalla-bike quando piove (non sono ancora psicologicamente pronta per questo) e che certamente l’automobile rimane il mezzo più comodo per scarrozzare la prole, ma sono sicura quando dico che un mondo urbano con più bici è fattibile e che, superati i pregiudizi assolutamente normali (li avevo anch’io) della prima ora, si possa scoprire una realtà, non una fantasia, percorribilissima e soprattutto un nuovo modo, decisamente piacevole, di vivere la propria città.

E tu hai optato per la bici al posto della macchina? Se vuoi, raccontami la tua esperienza in un commento.