Stato di flow: cos’è e come raggiungerlo

Dici “Stato di Flow” e pensi subito a una roba new age.

Niente di più lontano.

In realtà lo stato di flow è un punto all’interno di un grafico dove nelle ascisse abbiamo le nostre abilità e nelle ordinate le sfide che ci poniamo.

Forse ho smontato l’aspetto mistico-romantico che avevi in mente dello stato di flow ma, credimi, in questo modo, è più semplice comprendere cos’è e come si può ricreare.

Cos’è lo stato di flow?

Partiamo dalla teoria.

La prima volta che qualcuno parlò di stato di flow era il 1975 e a darne notizia fu lo psicologo ungherese Mihaly Csikszentmihalyi.

Csikszentmihalyi spiegò che nello stato di flow (o stato di flusso) “corpo e mente sono in simbiosi”, non ti accorgi del passare del tempo, sei completamente concentrata/o in ciò che stai facendo e ne godi pienamente.

Dì la verità, ti è mai capitato?

Sono certa che almeno una volta nella vita ti sia successo: nello sport, nel lavoro, in una relazione. Oppure creando qualcosa di nuovo: una poesia, un quadro, una musica.

E sono altrettanto certa che ti è piaciuto così tanto che vorresti capitasse più spesso.

Perché è importante il flow?

Quando si innesca lo stato di flow nel nostro cervello l’attività della corteccia prefrontale viene parzialmente “spenta”. Diciamo che la parte che vuole controllare sempre tutto viene messa a nanna temporaneamente e giù con l’adrenalina, l’endorfina, la serotonina come se non ci fosse un domani.

Ora, io lo so che la faccio facile perché mi piace spiegare le cose con parole semplici e senza termini da guru, ma il succo della storia è che nello stato di flow stiamo alla grande. Sembra che qualcuno o qualcosa ci spinga facilmente, senza alcuno sforzo, nel fare ciò che stiamo facendo in quel momento.

Csikszentmihalyi lo chiamò stato di flusso proprio perché i suoi pazienti parlavano di una sorta di corrente che li trasportava facilmente.

In quello stato la creatività va a mille, siamo iper-concentrate/i, il tempo vola, riusciamo a fare collegamenti veloci e nuovi.

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Diagramma di Csiksgentmihalyi

Come raggiungere lo stato di flusso?

Prima di pensare che per ricreare lo stato di flow ci voglia qualche strana sostanza o dobbiamo meditare a lungo, ritorniamo al grafico che è più pratico e ci aiuta a capire come raggiungere lo stato di flow.

Abbiamo detto che nelle ascisse ci sono le abilità e nelle ordinate le sfide. Questo ci dice subito che per ricreare lo stato di flow ci vogliono entrambi questi elementi.

Da un lato le nostre capacità, competenze e talenti (Csikszentmihalyi parla di avere almeno dieci anni di esperienza in quel campo), dall’altro il livello di sfida. Più la sfida diventa eccitante, fuori dal contesto a cui siamo abituate/i, più lo stato di flow è vicino.

Al contrario il risultato potrebbe essere la noia o lo stress.

Quindi se in un una situazione personale o lavorativa, senti che ti stai annoiando o che la cosa ti pesa, beh, questo potrebbe essere un campanello d’allarme che ti dice di sterzare subito la rotta.

Parti dai tuoi obiettivi.

Scrivi nero su bianco obiettivi chiari, raggiungibili e sfidanti.

Quando alzi l’asticella della sfida, accade qualcosa di straordinario: ti fidi di te, spegni il cervello e vai, senza volerti più fermare finché non raggiungi la meta.

E te ne accorgi perché nello stato di flow il corpo e la mente non sentono stanchezza, la tua concentrazione è alle stelle, nulla ti distrae, nemmeno le preoccupazioni quotidiane, sparisce la paura di fallire e, soprattutto, ti senti felice.

Stato di flow e felicità

Csikszentmihalyi, per l’appunto, collega lo stato di flow alla felicità, perché quella condizione ci fa sentire totalmente vive/i, in piena estasi.

Un po’ perché, come abbiamo detto prima, il cervello sviluppa quelle fantastiche sostanze che ci fanno stare meglio. Un po’ perché noi stesse/i siamo spinte/i a migliorarci.

Nello stato di flow ci viene naturale ampliare le nostre conoscenze, le nostre competenze, e lo facciamo volontariamente, con piacere.

Non è magia, anzi, è una forte motivazione a spingerci oltre, a scoprire ciò che non sapevamo di fare, ad aumentare il nostro livello di esperienza, a farlo con consapevolezza.

Nel video che ti lascio qui di seguito, Csiksgentmihalyi parla di alcune condizioni perché ci sia lo stato di flow:

Concentrazione, senso di estasi, chiarezza, si sa esattamente cosa si vuole fare ad ogni determinato momento e si ottiene una risposta immediata. Si sa ciò che si deve fare, è realizzabile sebbene difficile, si perde il senso del tempo, ci si dimentica di sé e ci si sente parte di qualcosa di più grande”.


A me è accaduto diverse volte: quando ho scritto Safari, il mio libro, quando lavoro agli articoli per questo blog, quando accompagno un/a cliente nella sua crescita personale o a far Luce nel suo business.

Non sento fame, non guardo l’orologio, la mia attenzione è tutta sulla tastiera, sulle parole che sto scrivendo, su quelle che la persona davanti a me mi sta rivolgendo e su quelle che io le rivolgerò, sulla cosa di cui in quel momento mi sto occupando e non conta più nient’altro.

Credo che questo accada quando hai una visione chiara e una missione forte.

A quel punto tutto, la tua competenza, la tua personalità, i tuoi talenti si mettono al servizio di questa missione. E succede che crei qualcosa di nuovo, che non esisteva prima.

Tu che ne pensi?

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