10 posti instagrammabili di Roma al contrario

I 10 migliori posti a Roma per scattare fotografie insolite.

La mia storia d’amore con Instagram è iniziata agli esordi del social, quando tutto era più spontaneo e non si aveva a che fare con profili finti e gente che ambisce a fare l’influencer in modo scorretto.

All’inizio era tutto una sperimentazione, almeno per me, che non avevo ben chiaro quale direzione dare al mio profilo.

Galeotta fu una foto, una foto che aveva come protagonista quella che, da allora, è diventata la mia modella preferita in assoluto: Roma.

In molte/i mi hanno chiesto di raccontare quali sono i posti instagrammabili di Roma che amo di più.

Ci ho pensato a lungo e ho deciso di raccontarli in questo post in cui non ti mostrerò i luoghi più instagrammabili della città eterna, quelli che conosci già, come il Colosseo o Trastevere.

Ti racconterò dove scattare belle foto a Roma, sì, ma nei luoghi che ho scoperto in questi quindici anni di vita romana.

Luoghi al contrario, meno conosciuti, e che per me sono le vere chicche della città che, ancora oggi, nonostante l’incuria in cui versa, reputo la più bella del mondo.

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Insoliti posti instagrammabili di Roma

1 – Clivo di Scauro

Parto dalla scoperta più recente: Clivo di Scauro.

A due passi dal Colosseo e dal Circo Massimo, Clivo di Scauro è una stradina in salita che va verso il quartiere Celio. Risale all’epoca imperiale, ma la cosa che la rende così interessante dal punto di vista fotografico sono i suoi archi, rifatti durante il medioevo, che regalano un bellissimo gioco di luci e ombre.

Percorrendo il Clivo, troverai la basilica dei Ss. Giovanni e Paolo che merita senz’altro una visita.

Clivo di Scauro è sicuramente tra i luoghi segreti da fotografare a Roma.

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Posti instagrammabili Roma: Clivo di Scauro

2 – Arco degli Acetari

Da Campo dei Fiori, prendi via del Pellegrino. Poco distante, sulla sinistra, ti ritroverai in uno degli angoli di Roma che amo di più: l’Arco degli Acetari.

Le case color “Roma” (io chiamo così il colore tipico degli edifici del centro, tra l’arancio e il rosso pompeiano), gli alberi di vite, gli scalini, rendono questo cortile interno uno dei posti instagrammabili di Roma per eccellenza..

Posti instagrammabili di Roma
Arco degli Acetari

3 – Colosseo Quadrato

Ci spostiamo nel quartiere Eur per approdare al Palazzo della Civiltà Italiana, conosciuto come il Colosseo Quadrato.

Con i suoi 54 archi, la struttura in travertino e la chiara impronta fascista, il Colosseo Quadrato resta una delle costruzioni più scenografiche della città.

Non a caso è stato protagonista di pellicole cinematografiche indimenticabili: Roma città aperta di Roberto Rossellini, di Federico Fellini, Il ventre dell’architetto di Peter Greenaway sono solo alcune.

Dal 2015 è sede degli uffici di una delle più importanti case di moda italiane, FENDI.

Colosseo Quadrato posti instagrammabili di Roma
Io al Colosseo Quadrato: tra le location fotografiche più belle di Roma

4 – Gazometro

Tra i luoghi più instagrammabili di Roma ce n’è uno che amo moltissimo e che forse è il meno conosciuto dai turisti.

Anch’esso amato dai grandi registi del cinema, Ferzan Ozpetek ne ha fatto un emblema, il Gazometro è un esempio di architettura industriale e risale ai primissimi anni del ‘900.

Si trova nel quartiere Ostiense.

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Dove fare street photography a Roma? Ovviamente al Gazometro!

5 – Giardino degli Aranci

Il nostro viaggio nei posti instagrammabili di Roma al contrario ritorna in centro.

Questa volta ti mostro la vista della città di cui subisco più il fascino, quella che si gode dal Giardino degli Aranci.

Ti consiglio di sederti su una panchina e… oziare un po’.

Osserva le persone che ti gireranno attorno.

Noterai anche alcuni sacerdoti perché il giardino si trova a fianco della Basilica di Santa Sabina. Probabilmente un musicista di jazz sarà la tua colonna sonora.

Il cinema ricorre anche qui, perché il belvedere porta il nome di uno degli attori più amati dai romani, Nino Manfredi.

All’ingresso, in Piazza Pietro d’Illiria, troverai la fontana con il bel mascherone in marmo, altro punto super instagrammabile e, a pochi metri, il famoso buco della serratura da cui ammirare Piazza San Pietro (armati di pazienza, perché qui c’è sempre una lunga fila, ma ti assicuro che vale la pena aspettare).

Tra i posti per fare shooting a Roma, il Giardino degli Aranci è senz’altro tra i più romantici.

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La vista dal giardino degli Aranci

6 – Roseto Comunale

Se verrai a Roma in primavera, uno dei posti che ti consiglio assolutamente per le tue foto su Instagram è il Roseto Comunale, tra l’altro a poca distanza dal Giardino degli Aranci.

Risale al 1931 ed è famoso perché ospita delle rarissime specie botaniche e antiche del fiore più amato al mondo, la rosa.

Come ti accennavo, però, è aperto solo nel periodo della fioritura delle rose, perciò ti consiglio di tenere d’occhio le date di apertura sulla pagina dedicata del sito del comune di Roma.

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Roma posti instagrammabili: Roseto Comunale

7 – Casina delle Civette

La Casina delle Civette a Villa Torlonia ti trasporterà istantaneamente dalla città de La grande Bellezza ad un paesino svizzero.

Fu ideata nel 1840 e, da allora, è stata “rivisitata” parecchie volte fino ad assumere l’aspetto di un villaggio medioevale con logge, finestre in vetro colorato e torrette.

Si chiama così per via di due civette che ritroviamo nella vetrata dell’edificio.

Non c’è solo la Casina delle Civette a rendere Villa Torlonia tanto bella ed “insolita” rispetto al resto di Roma.

Villa Torlonia stessa, il tempio di Saturno, la serra Moresca sono davvero luoghi che ti riempiranno gli occhi e l’anima.

Anche qui ti consiglio di prevedere una visita “lenta”.

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La Casina delle Civette

8 – Vicoli di Via dei Coronari

Cosa fotografare a Roma se non i suoi vicoli più caratteristici?

Via dei Coronari è conosciuta come la via degli Antiquari per via dei negozi di antiquariato numerosissimi in tutta la via.

Io sono una che si perde letteralmente nelle vie dei centri storici, sia che si tratta di paesini sia che si tratta di grandi città.

Ma non c’è dubbio che, in questo mio ambìto sport, le stradine di Roma vincono il primo premio per abbondanza e per bellezza.

I miei must: Vicolo di San Simeone e Vicolo Domizio.

luoghi instagrammabili di Roma
Luoghi instagrammabili Roma: Vicolo di San Simeone

9 – Ponte della Musica

Un altro quartiere, un altro luogo instagrammabile di Roma.

Da un lato il museo d’arte contemporanea MAXXI, dall’altro il Teatro Olimpico, il Ponte della Musica, dedicato ad Armando Trovajoli, è senz’altro un esempio virtuoso di architettura moderna.

Con la sua struttura in acciaio, cemento e legno è uno dei luoghi di Roma più frequentati dagli skaters e sede di alcune manifestazioni di artisti di strada.

È pedonale e le doghe in legno sul camminamento ti permettono di guardare in basso il Tevere.

Trovo che di notte, con le luci che lo illuminano, diventi davvero molto scenografico.

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Ponte della Musica

10 – Via Margutta

Sul posto instagrammabile al contrario numero 10 ero davvero in difficoltà, perché ne avrei ancora altri da menzionarti, ma ho pensato a quello del cuore e, quando si tratta di cuore, non posso non nominare Via Margutta perché anche se famosa, quindi sicuramente meno insolita dei precedenti, è ancora poco battuta.

Eh, già, si trova in centro, è parallela a Via del Babbuino, a due passi da Piazza del Popolo e da Trinità dei Monti, eppure ancora oggi ci si può passeggiare in assenza di folle.

È la via degli artisti, la via dei ristoranti storici, quella strada dal sapore naif dove amo camminare per sentire il lato più raffinato della città.

Posti instagrammabili di Roma Via Margutta
Via Margutta

Roma è nostra responsabilità

Insomma di certo non bastano due giorni per vedere Roma, forse non basta una vita intera. Io ci vivo da quindici anni eppure mi sento ancora alla scoperta.

Lo so che ultimamente non è “messa bene”, che è sporca e lasciata quasi marcire dalle autorità, ma io credo nel potere delle persone, credo che siamo noi che la viviamo e la visitiamo ad essere il vero motore del cambiamento.

Dipende da ognuna/o di noi.

Quindi godiamoci tutta questa “roba” e cerchiamo di diffondere la sua bellezza ovunque nel mondo.

E se vediamo qualcuno che butta una cicca per terra o anche altro, magari diciamoglielo che se la tenga e la butti in un cestino, oppure nella spazzatura di casa sua perché, se non lo facciamo, siamo responsabili di quell’incuria esattamente come chi questa città la governa male.

Grazie di cuore!


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I luoghi della Street Art a Roma

Ovunque vada nel mondo, sono una di quelle che cerca avidamente la Street Art.

Perché è un’arte che sento molto vicina a chi sono io, nelle viscere.

Un’arte che nasce dal popolo, dalla periferia urbana, da luoghi bollati come “orrendi, grigi, decadenti” e quell’arte urbana riesce a fare il miracolo.

Rende quell’orrore un’incredibile, meravigliosa opera d’arte a cielo aperto.

Non amo la parola “riqualificare”, perché io credo che le periferie siano già “qualificate”, che i sobborghi urbani siano ricchi di storie da raccontare e i graffiti spesso diventano il mezzo, l’unico, che gli artisti di periferia hanno per rivelarcele.

Diavù, Diamond, Lucamaleonte, forse per te sono nomi sconosciuti ma rappresentano l’evoluzione della street art a Roma.

Come a Roma?

La capitale della storia, dell’arte classica, la città della Grande Bellezza?

Cosa c’entra la street art con Roma?

Forse nulla o forse tutto.

Ma se leggerai fino in fondo, scoprirai perché nella street art romana, antico e moderno sono strettamente legati.

Roma, capitale europea della street art

È stato Artribune a definire Roma capitale della street art europea.

Forse perché qui i murales fanno ancora più contrasto con la parte storica della città.

Forse perché il livello degli artisti che hanno contribuito a rilanciare i quartieri popolari, di periferia e del centro, è davvero molto alto.

Vieni con me in questo viaggio urbano, quartiere per quartiere, per vedere con i tuoi occhi come cambia la città grazie all’arte di strada.

Neve street art trastevere
La vecchia di NEVE a Trastevere

Murales Roma Ostiense: Ostiense District

La street art a Roma per me comincia da qui.

L’Ostiense District è senz’altro il quartiere che più rappresenta il cambiamento e non solo per quanto riguarda questa arte.

Da anni ormai si è popolata di autori, musicisti, attori.

È diventata un punto di riferimento per la vita notturna, piena di ristoranti e locali radical chic, ma non ha perso quell’aspetto popolare tanto amato da registi come Ozpetek.

Il Gazometro ne è il simbolo. Forse poco apprezzato dai turisti ma moltissimo da chi questa città la vive.

E la street art in tutto questo non poteva mancare.

Impossibile non notare l’opera immensa di BLU che, su Via del porto Fluviale, riveste un ex magazzino dell’Aeronautica Militare, oggi una casa occupata, con i suoi colori e le sue figure.

Simbolo di convivenza pacifica è l’uomo che nuota insieme ai pesci di Agostino Iacurci, sempre su Via del porto Fluviale.

Uno dei miei preferiti, è il Wall of Fame di Via dei Magazzini Generali (nella foto di copertina). Porta la firma di JB Rock e nei suoi lunghi 60 mt riconoscerai personaggi famosi (da Dante a Obama) che convivono con alcuni dei suoi familiari, tutte persone che hanno avuto un significato importante nella vita di JB Rock.

Street art a Roma Ostiense
Un dettaglio dell’enorme murale di Blu a Ostiense

Street Art Testaccio

Testaccio si può considerare la naturale continuazione del quartiere Ostiense.

Famoso anch’esso per la sua night life e il museo Mattatoio, ex Macro Testaccio, ha una chicca che è stata “ovviamente” super criticata e che io ti consiglio di guardare senza la benda del giudizio.

Si chiama Jumping Wolf, si trova in via Galvani, ed è firmata dall’artista belga, ROA.

È una rappresentazione in bianco e nero, come tutte le sue opere, della lupa capitolina.

Alcuni non riescono nemmeno a vederci un lupo, ma sinceramente non credo sia importante.

Anche l’arte di Picasso era, o forse è ancora, incomprensibile a molte/i.

Street art a Roma Testaccio
La lupa di ROA a Testaccio

Street Art Trastevere

Si poteva parlare di Street Art a Roma senza citare il quartiere che forse più rappresenta la parte popolare di Roma, per lo meno nell’immaginario comune?

Trastevere negli ultimi anni si è popolato di murales e graffiti in ogni dove, persino sulle serrande dei negozi (perciò visibili solo negli orari di chiusura), come la bellissima opera di NEVE: la vecchia dagli occhi giovani, che rappresenta Anna Perenna, un personaggio mitologico romano molto legato a questo quartiere.

Sul muro dell’ospedale Nuova Regina Margherita, appena svolti a destra da Piazza San Cosimato raggiungiamo il mio murale preferito: gli occhi di My Dog Sigh.

Fai un esperimento: prova a specchiarti in ognuno di quegli occhi.

Forse vedrai lo skyline di Roma, forse vedrai altro. Non ne ho idea ma tu sperimenta!

E poi girati verso destra e osserva il mural di uno dei miei artisti street del cuore: Diavú.

Il volto di Cristina Trivulzio di Belgiojoso, con le sembianze di Elena Sofia Ricci, sulla scalinata di via Ugo Bassi.

Murales Occhi Trastevere
Gli occhi di My Dog Sigh – Street Art Roma Trastevere

Murales a Roma: Street Art Trullo

Tra tutti i quartieri che ho citato, il Trullo è senz’altro la periferia per definizione.

Nessuno si sarebbe aspettato che, in pochissimo tempo, questa parte confinante con il GRA, avrebbe regalato tanta bellezza agli occhi dei suoi cittadini e di chi arriva appositamente qui per ammirare i murales di Roma.

Ma facciamo un passo indietro perché al Trullo c’è una storia che vale la pena di essere svelata.

Prima della street art al Trullo c’erano i Poeti der Trullo (Er Bestia, Er Quercia, Er Pinto, Er Farco Inumi Laconico, ‘A Gatta Morta, Marta der III lotto), che con i loro versi intrisi di romanità, raccontano la Roma di periferia e sostengono chi non vuole cedere alle “brutture” del quartiere.

Nel 2015 proprio qui, al Trullo, si tenne il Festival Internazionale di Poesia di Strada a cui parteciparono i Poeti der Trullo, Poesie Pop Corn ma anche i Pittori Anonimi del Trullo, un gruppo di pittori del quartiere che, prima ripulirono i muri, poi iniziarono a dipingere.

Al Trullo di murales belli ne ho visti parecchi: il mio preferito è il poeta del nulla, all’angolo tra Via del Trullo e Via Sarzana e firmato dall’artista venezuelano Luis Gomez de Teran.

poeta del nulla Trullo
Il Poeta del nulla al Trullo

Tor Marancia: la cittadella della Street Art

Era il 2015 e un progetto nato dall’idea del professore Emmanuele F.M. Emanuele, chiamato Big City Life, ha portato al civico 63 di Tor Marancia ben 22 artisti provenienti da ogni parte del mondo.

Ogni facciata del condominio popolare è diventata una tela immensa e oggi ricca di colori e di significati.

Un progetto che porta centinaia di visitatori nel quartiere romano conosciuto come Shangai per le sue affinità con la città cinese iper-abitata e spesso alluvionata: Tor Marancia un tempo era una palude.

Street Art Tor Marancia Roma
Uno dei murales di Tor Marancia

Street Art a Corviale

Corviale é conosciuto per via del “Serpentone”, un palazzone lungo 1 km, regalo dell’edilizia anni ’70.

È una zona che conosco molto bene perché ci abito abbastanza vicino e posso assicurarti che negli anni ha subito varie opere di riqualificazione.

Oggi c’è un teatro, il Mitreo, una biblioteca di quartiere e si è arricchita di tantissimi murales alcuni davvero molto belli come quello che vedi in foto qui sotto.

Mural a Corviale Roma
Uno dei Murales di Corviale, periferia sud di Roma

Progetto GRAART

E poi c’è il GRAART, un progetto recente che vuole la street art non solo per le strade e i quartieri di Roma ma anche su quella che è la più grande tangenziale urbana, il GRA.

Un progetto che ha il grande scopo di raccontare miti e leggende di questa immensa città, ricordando grazie a ogni opera una storia legata alla Roma antica, ma anche a quella moderna.

Insomma non ci sono stereotipi, dal centro alla periferia, solo tanta voglia di esprimersi e di farlo grazie a un’arte nata sulla strada che della strada e dei muri delle case ha fatto la sua tela.

C’è un enorme differenza tra imbrattare i muri solo per sciatteria in nome della rabbia e usare la rabbia per creare opere d’arte.

La rabbia è potente e non crea scarabocchi che sporcano.

La rabbia se usata bene può produrre arte allo stato puro e questi murales, questi artisti ne sono la vera conferma.

GRAART mezzocamino
Graart a Mezzocammino

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Roma… per me

Quando vivi a lungo in un luogo, in una grande città ancora di più, tendi ad abituartici: abituarti alle strade, ai monumenti, al dialetto, persino al vento, al polline di quella città.

Con Roma non è così, non può accadere, perlomeno non è successo a me.

Sono arrivata qui in un momento in cui volevo cambiare la mia vita.

Ero stanca di Milano sebbene l’avessi amata molto e fossi grata per tutto quello che la nostra città più europea mi avesse dato.

Ma ero stanca, ero stanca di quella pioggia fine e costante, ero stanca di quel senso di non-appartenenza, mi mancava la luce ed ero soprattutto pronta ad un altro capitolo della mia vita.

Come ci sono arrivata

A Roma sono approdata carica di sogni e di aspettative, per lo più disattese.

Non ho trovato quello che desideravo, ho trovato una città che di capitale aveva ben poco, una città profondamente del Sud, disorganizzata, protagonista di scioperi continui, con le sue buche leggendarie (e decisamente reali), con gli uffici comunali intasati, lenti, disarmanti, esattamente come i mezzi di trasporto.

E il mondo del lavoro?

Vecchio, legato ancora al sistema delle “conoscenze”, dell’ “entrare nel giro”. Dovevi esserci nel locale X all’ora dell’aperitivo, a pranzo invece in quell’altro posticino, poi dopo non dimenticare di chiamare quel tizio, sì, che magari “te da ‘na mano”.

Insomma io dovevo lavorare ma così finivo per dilaniare i miei esigui risparmi in aperitivi e cene di beneficienza.

Ohi, Roma mia, mi ero dimenticata di tutto questo nei miei dieci anni milanesi, dove non è tutto perfetto ma, se lavori sodo, le cose le ottieni.

Adesso probabilmente ti starai chiedendo: perché me ne parla se, da come dice, Roma è uno scatafascio?

Roma Trastevere
Foto scattata a Trastevere, così, per caso

Roma mia

A un occhio attento non sarà sfuggito quel “Roma mia” che smaschera un certo tipo di affetto, di quelli che riservi ad una persona di famiglia.

Roma mia, perché, ho finito inevitabilmente per amarla e, quando dico amarla, intendo in maniera viscerale.

Roma con quella “R” che solo chi è di Roma sa pronunciarla bene.

Roma con le sue signore di borgata che te fermano per sapere sempre li cazzi tua.

Roma con la commessa del negozio che a Milano era solo “Buongiorno” e “Buonasera” e qui ci diventi amica.

Roma con quel colore rossastro che te pare d’esse sempre ar tramonto.

Roma cor centro maestoso e a periferia lontana.

Roma sempre piena di turisti che te fa respirà er monno.

Roma che, quando giro in bici a Garbatella, me pare de sta’ in un film degli anni ’60.

Roma col Vaticano onnipresente, che appena ti muovi, è tutto loro.

Roma mia, che è ad uno schioppo dal mare che per me è soffio vitale.

Roma non mi ha dato gloria nè carriera, almeno non ancora, ma mi ha regalato, come dicono

qui, de più.

Il mio Sud

Mi ha riconciliato con la parte del Sud con cui ero ancora in guerra.

Mi ha donato rapporti umani con persone che, e non è retorica, sono tra gli amici che considero più vicini.

Mi ha fatto incontrare mia figlia che oggi ha un accento inconfondibilmente romano (lei la pronuncia bene quella “R”).

Mi ha fatto assaporare il gusto delle passeggiate nei luoghi meno bazzicati dai turisti.

Mi ha ospitato mentre scrivevo Safari. 


Ora io non so se la vita mi porterà altrove o se la mia base resterà qui ma so che a questa città devo l’avermi fatto riappropriare di una parte di me che avevo messo in un angolo angusto con la promessa solenne di non uscirne mai. E invece, mi sento molto più completa insieme a quella parte, in una vita che oggi mira meno alla carriera ma molto, moltissimo, alla sua felicità.

Perché in fondo di lavori ce n’è tanti, ne puoi cambiare molti durante la tua esistenza, ma nessun lavoro, neanche il più bello, il più entusiasmante, il più gratificante, vale la strada verso la tua felicità.

E tu hai un luogo particolare, un posto speciale che hai impresso nel cuore o che ha rappresentato un cambiamento fondamentale per la tua vita?

Se ti va di raccontarmelo, sono tutta orecchie, anzi tutta occhi.