Effetto Pigmalione: cos’è e come usarlo a tuo vantaggio

Effetto Pigmalione, il Bias delle aspettative.

È uno degli errori cognitivi più infimi con cui abbiamo a che fare fin da piccoli/e.

Ne scrivo oggi in questo articolo non per mostrarti quanto ne so sull’argomento che, diciamolo, che ce frega.

Piuttosto perché sono assolutamente convinta che, conoscendo il funzionamento della mente umana, possiamo migliorare la nostra vita quotidiana e le nostre relazioni.

Per questo te ne parlo alla mia maniera, al contrario, perché anche quando ti racconto di argomenti più tecnici, mi interessa arrivare al nocciolo della questione e cioè:

come usare la scienza per vivere una vita più felice e realizzata.


Cosa si intende per effetto Pigmalione?

L’Effetto Pigmalione o “Effetto Rosenthal” (di Rosenthal ti parlo tra poco) è un errore cognitivo per il quale tendiamo a farci condizionare da ciò che gli altri dicono di noi e dalle loro aspettative.

In base a quelle conformiamo il nostro pensiero e il nostro comportamento, sebbene non sempre tali aspettative corrispondano a ciò che siamo davvero.

Questo vale sia per le aspettative positive sia per quelle negative.

Perché si chiama effetto Pigmalione: il mito di Pigmalione

Prende il nome da Pigmalione, re di Creta e scultore, che secondo un mito greco si innamorò perdutamente di una delle sue statue.

Lo scultore pregò la dea dell’amore, Afrodite, di infondere in quella statua il flusso vitale e così la statua prese vita e Pigmalione sposò la donna tanto amata.

Le sue aspettative così forti e volute ardentemente si avverarono nella realtà.

Questo è il motivo per cui l’effetto Pigmalione è noto anche come “profezia che si auto-avvera”.

Chi è Rosenthal e cos’è l’esperimento Rosenthal?

Lasciamo adesso il mito e veniamo alla realtà.

Negli anni sessanta gli psicologi Robert Rosenthal e Lenore Jacobson, dopo essere rimasti incuriositi dalla storia del cavallo Clever Hans che, cogliendo le aspettative del suo addestratore, riusciva a risolvere dei problemi matematici, ipotizzarono che lo stesso effetto potesse riscontrarsi anche nei bambini in età scolastica.

Decisero quindi di fare un esperimento che coinvolgesse gli studenti e le studentesse di una scuola elementare.

Comunicarono agli insegnanti che avrebbero sottoposto i bambini e le bambine all’Harvard Test of Inflected Acquisition, un test per il Q.I. (= Quoziente Intellettivo), chiedendo loro di tenere per sé i risultati del test.

Quello che gli insegnanti non sapevano è che il test non fu mai fatto.

Diedero per buoni i risultati forniti da Rosenthal e Jacobson, che selezionarono gli studenti e le studentesse completamente a caso.

Inoltre i due psicologi chiesero agli insegnanti di non fare differenze tra i bambini con Q.I. alto e quello più basso.

L’anno dopo Rosenthal tornò nella scuola per misurare i risultati ottenuti dagli studenti di quella classe e scoprì che i bambini e le bambine designati/e come con il Q.I. più alto effettivamente avevano raggiunto risultati migliori rispetto agli altri.

La cosa più interessante che l’esperimento portò alla luce è che gli insegnanti, inconsciamente, furono condizionati dai risultati (casuali) di loro conoscenza e trattarono i bambini di conseguenza, finendo per influenzarli.

Questo dimostrò che le aspettative degli insegnanti avevano influito sul rendimento scolastico degli studenti e delle studentesse.

Il tutto in maniera inconscia perché gli insegnanti pensavano di trattare tutti i bambini e le bambine allo stesso modo.

Evidentemente non fu così.

Un’altra cosa che Rosenthal verificò è che gli studenti più piccoli d’età subirono maggiormente il condizionamento e questo gli permise di ipotizzare che i bambini più piccoli sono anche più facilmente plasmabili. Oggi sappiamo bene che è così, grazie a ulteriori studi scientifici.

Emerge senza dubbio il fattore della responsabilità degli insegnanti e di noi adulti/e in generale: perché l’esperimento Rosenthal dimostra che le nostre aspettative positive o negative influenzano positivamente o negativamente i più giovani.

studenti in classe effetto pigmalione

Cos’è l’effetto Gelb?

L’Effetto Gelb è conosciuto come Pigmalione contrario o negativo.

Come accennavo prima, se usato bene, l’effetto Pigmalione può influenzare positivamente la vita nostra e degli altri.

Se usato negativamente, al contrario, può condizionare le nostre vite in modo negativo.

E questo può voler dire tante cose: porci dei limiti che non esistono, riempirci di convinzioni che ci bloccano, credere di non farcela in un ambito piuttosto che in una situazione.

Si chiama Effetto Gelb o Effetto Golem dal nome del gigante di argilla raccontato nella cultura ebraica.

L’effetto Golem è uno dei responsabili della scarsa autostima.

Talmente una persona, magari cara, parla male di noi o dice che “non siamo in grado”, “non siamo portati”, etc., che noi gli crediamo e finiamo per realizzare quella “profezia”.

Questo avviene da quando nasciamo per tutta la vita.

Sicuramente da bambini/e di più perché, come dimostra l’esperimento Rosenthal, da piccoli siamo argilla nelle mani degli adulti.

Ma avviene anche in altri momenti della vita.

Spesso in modo inconscio e per questo motivo questi condizionamenti sono più difficili da scardinare.

Un po’ come quando abbiamo parlato delle credenze limitanti sui soldi.

Quando si rischia l’effetto Pigmalione?

Non è solo l’effetto Golem a procurarci qualche rischio. Anche l’effetto Pigmalione può farlo.

Se qualcuno nutre aspettative troppo grandi per noi (un esempio possono essere i genitori che inculcano al figlio di diventare un calciatore famoso), questo può scatenare uno stress fortissimo nel bambino, talmente grande che può portare a scelte non corrette per la sua vita.

E questo solo per rispondere a quelle aspettative.

Come sfruttare l’effetto Pigmalione

Allora come possiamo usare l’effetto Pigmalione a nostro vantaggio?

Da piccoli/e non è semplice farlo ma da adulti/e abbiamo accesso a quella cosa meravigliosa che si chiama “scelta”.

Possiamo scegliere se quelle aspettative, consce o inconsce (non ha importanza) sono coerenti con noi e con ciò che desideriamo per noi, con quello che per noi rappresenta la felicità.

Possiamo scegliere le persone che frequentiamo. Non tutte, lo so.

Ma possiamo decidere intanto di eliminare tutte quelle persone che assorbono la nostra energia sul lavoro e nelle amicizie.

Magari quelle che non fanno che borbottare, parlare solo delle cose che non vanno bene nel mondo, buttarci addosso tutte le loro frustrazioni.

E decidere di frequentare al contrario persone che ci danno energia, che parlano di cose belle e ci nutrono.

Soprattutto possiamo noi per prime/i scegliere di usare parole giuste per noi, di fare cose che fanno bene al nostro corpo e al nostro spirito, di non etichettarci con alcun termine limitante.

Come superare l’effetto Pigmalione?

Perciò se qualcuno arriva da te e ti affibbia subito un’etichetta: “Ah, ma tu sei così… tu non cambierai mai… tu non sei adatto a questa cosa”, taglia i rapporti, senza se e senza ma.

A parte le persone di famiglia, che puoi comunque decidere di frequentare poco a meno che non sia strettamente necessario, elimina ogni persona tossica dalla tua vita.

Lo so che sembra difficile, ma posso assicurarti che io l’ho fatto dopo che era arrivata l’ennesima persona prosciuga energia nella mia vita.

Ho detto: “Basta!”.

E ti assicuro che, da quel momento, non ho più attirato persone così.

Ho la sensazione che quelle persone lo sentano che da me non avranno nulla e mi stanno inconsciamente alla larga. Prova anche tu!

Ricordati: le due parole d’ordine sono “scelta” e “possibilità”.

Effetto Pigmalione Esempi

Oltre all’esempio degli alunni di cui ti ho parlato ampiamente, voglio citarti un racconto buddista che dice:

Il potente guerriero, il generale Li Kuang, la cui madre era stata divorata da una tigre, scagliò una freccia contro una pietra, scambiandola per la tigre, e la freccia vi si conficcò fino alle piume. Ma quando si rese conto che si trattava di una pietra, non riuscì più a perforarla. In seguito a ciò divenne noto come il generale Tigre di Pietra”*.

Questo passo spiega quanto è forte il potere delle nostre convinzioni su di noi e sulle altre persone.

Più noi nutriamo aspettative verso quella persona, più quella persona le assorbe e si comporta di conseguenza.

Questo avviene nella scuola, nel lavoro, nello sport.

E avviene anche in famiglia, non solo con i nostri bambini.

Effetto Pigmalione in amore

Persino nelle relazioni, possiamo chiedere troppo al/la nostro/a partner, a volte non volendo.

E questo può portarci a creare un rapporto disfunzionale, dipendenza affettiva o ancor peggio violenza psicologica.

Che cosa si intende per effetto alone?

L’effetto Alone è quell’errore cognitivo per cui giudichiamo qualcuno in base a un suo punto distintivo.

È il motivo per cui da anni dico “L’abito fa il monaco” per quanto questa frase sia poco digerita dai più.

Gli studi sull’effetto alone dimostrano infatti che le persone giudicano in base a elementi come la bellezza, lo status sociale, l’altezza.

Parliamo di studi ed esperimenti scientifici e non di bla, bla, bla o “io la penso così”, “Ah, no, io non giudico”.

Ricordiamoci che la nostra mente giudica sempre, comunque, e lo fa perché è programmata per salvarci la vita quindi osserva tutto e fa le sue valutazioni. Sempre, sempre, sempre!

Che cos’è l’effetto contagio nella valutazione?

L’effetto contagio o di distorsione della valutazione è la famosa profezia che si auto-avvera o profezia autoavverante.

Ne fanno parte sia l’effetto Alone, sia l’effetto Pigmalione, sia l’effetto Golem.

Si parla di contagio perché le aspettative e i giudizi che gli altri avranno su di te ti contageranno e tu penserai che siano vere.

E ti comporterai di conseguenza, in positivo o in negativo, finendo per far avverare quelle aspettative e quei giudizi.

Cosa sono gli effetti di distorsione che intervengono nella pratica della valutazione scolastica?

E adesso vediamo come agiscono questi effetti di distorsione nella pedagogia.

Abbiamo visto prima, grazie agli studi di Rosenthal, che possiamo pure raccontarcela e dire che gli insegnanti sono super partes ma non è così.

Etichettano, eccome, gli alunni e le alunne e queste etichette influiscono sul loro rendimento scolastico.

So bene di cosa si tratta perché mia figlia mi dice spesso: “Non sono portata per la matematica”. E mi rendo conto che togliere dalla sua testa questa convinzione è davvero un’impresa ardua.

La mia esperienza, anche professionale con chi intraprende Da Crisalide a Farfalla, il mio percorso di crescita personale, è che più una persona si ripete frasi come questa, più finirà per modulare i suoi comportamenti e dimostrare che quella frase è vera.

Pensa quanto questo è fondamentale nel comportamento di un insegnante.

Se l’insegnante avrà una determinata convinzione negativa su quello/a studente, il rischio è che non lo stimoli a migliorare, che non trovi la strada per accrescere l’interesse di quello/a studente, che si arrenda senza neanche provarci.

E come adesso sai, la cosa può avvenire anche in maniera del tutto inconscia.

Ecco perché l’effetto Pigmalione è così subdolo.

L’effetto Pigmalione in educazione

Lo stesso vale per genitori ed educatori in generale: insegnanti, allenatori, coach.

Sono abbastanza certa che, chi bazzica da queste pagine, sia una persona che vuol fare del bene a questo mondo.

Il punto è che, come abbiamo detto prima, a volte non ci rendiamo conto dell’enorme responsabilità che hanno le nostre parole e i nostri comportamenti con i più piccini.

E soprattutto che loro sono delle spugne super assorbenti.

Tutte/i noi ci pentiamo qualche volta d’aver detto qualcosa in preda a un’emozione non esattamente positiva.

Ci sta, siamo umani e umane.

Ricordiamoci però che i bambini e le bambine, che saranno gli adulti e le adulte di domani, riempiono il loro cervello di convinzioni continuamente.

Ed è davvero importante che quelle convinzioni siano potenzianti, fiduciose, propositive.

Questo vale sia per i piccoli, sia per le persone più grandi che abbiamo intorno.


Ognuna/o di noi ha un potenziale incredibile, talenti che a volte rimangono nascosti troppo a lungo, doni di cui il mondo ha bisogno per arricchirsi di gioia.

È la mia missione nella vita quella di scovare il gioiello nascosto nelle persone e portarlo alla luce.

Perché è solo facendo questo che quel contagio di cui abbiamo parlato prima, anziché essere negativo, diventa positivo per te, per me, per tutti gli esseri umani.

Se l’argomento Bias ti interessa, leggi anche l’articolo: Bias cognitivi ed euristiche: cosa sono e come riconoscerli.


*Cit. dal Gosho: “Il Generale Tigre di Pietra”.

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