Assertività: cos’è e come essere assertivi

L’argomento “assertività” è leggermente inflazionato in questo periodo.

Sui social è tutto un consigli su come essere assertivi, sulla comunicazione assertiva, su come si fa ad essere assertivi e chi più ne ha, più ne metta.

E allora, come cerco spesso di fare, vorrei vederci chiaro insieme a te. Ti va?

Assertività: di che si tratta?

È ovvio che tutti noi vogliamo poter comunicare in maniera efficace.

Quante volte ci è capitato che un nostro discorso fosse completamente distorto o incompreso e che le nostre intenzioni venissero travisate?

Probabilmente ci siamo anche rimaste/i male, vero?

Del resto non si tratta solo di diventare grandi comunicatori per essere ospiti a un TED (ma magari, chissà, prima o poi ci capita).

Comunicare in modo ottimale è utile soprattutto nella vita quotidiana, nelle nostre relazioni, sia che si tratti di relazioni lavorative, sia che si tratti di relazioni sentimentali o d’amicizia.

Partiamo quindi dal conoscere la parola stessa “assertività” e il suo significato.

Assertività deriva dal latino “asserere” (=asserire) e indica un comportamento specifico con vari livelli.

assertività
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Chi è la persona assertiva?

La persona assertiva è colei o colui che:

  • Sa esprimere in modo diretto e chiaro le sue emozioni
  • Intesse una comunicazione senza giudizio
  • È in grado di ascoltare con attenzione la persona con cui sta comunicando
  • Afferma pienamente se stesso/a e i propri diritti senza ledere quelli dell’altra persona
  • Lascia andare ogni pregiudizio
  • Fa sentire la propria voce con gentilezza e rispetto reciproco
  • Sa valorizzare le proprie capacità
  • Ha a cuore il proprio benessere, fisico e psicologico, e quello altrui

Queste cose implicano che essere assertivi vuol dire innanzitutto avere stima di sé.

Del resto se per primi/e non siamo convinti/e noi del nostro valore e delle nostre capacità, come potremmo pretendere di comunicarli in modo chiaro ed efficace agli altri?

Tra la collera e il silenzio c’è di mezzo l’assertività

La comunicazione assertiva si trova esattamente a metà tra due comunicazioni disfunzionali. Quella aggressiva e quella passiva.

Ora, queste due comunicazioni, aggressiva e passiva, hanno in comune un’emozione, la stessa.

Sto parlando della rabbia.

Che ci si esprima attaccando o tenendo tutto dentro facendosi il fegato marcio, sempre di rabbia si tratta.

È una rabbia di tipo distruttivo, una rabbia che probabilmente ha radici antiche, legate a bisogni non soddisfatti in età infantile e rimane lì, latente, dentro di noi finché alla prima occasione di stress viene fuori nel peggiore dei modi.

E tra l’altro non porta ad alcuna soluzione, anzi nella maggior parte dei casi aggrava la situazione ancora di più. 

Ci tengo a dire che la rabbia non è sempre negativa e anche nella comunicazione assertiva si può utilizzare in modo positivo, per esempio quando ci esprimiamo per difendere qualcuno in una situazione di difficoltà.

Dell’aspetto positivo della rabbia ho parlato nell’articolo: Rabbia sì, rabbia no.

Cosa significa stile assertivo?

Un ruolo fondamentale nello stile assertivo lo gioca senz’altro la comunicazione non verbale.

Ho già parlato del potere delle parole. Qui mi concentrerò sull’importanza della comunicazione paraverbale e non verbale per una comunicazione efficace.

Probabilmente avrai sentito parlare di “ascolto attivo”.

Sicuramente porsi nell’atteggiamento di ascoltare attivamente la persona di fronte a noi è il primo passo da fare per una comunicazione assertiva.

È fondamentale non interromperla, guardarla negli occhi, avere una postura con le spalle aperte, senza incrociare le braccia e possibilmente anche le gambe.

Stare in silenzio ma anche annuire, supportare con degli intercalari e respirare profondamente.

Mettere a tuo agio la persona che hai di fronte permetterà a entrambe/i di dialogare al meglio.

Vantaggi di una comunicazione assertiva

Alla base ci deve essere il rispetto reciproco, il desiderare che entrambe le parti siano vincitrici.

A volte basta poco per farci chiudere in noi stesse/i, un’idea diversa rispetto ai nostri valori (religiosi, etici, politici), una strana sensazione, uno sguardo che non ci è piaciuto.

In questi casi cerca di andare oltre senza giudicare. Prova a ricordare cosa hai provato tu quando ti sei sentita/o giudicata/o e quando invece ti sei sentita/o ascoltata/o davvero, prova a chiederti come si sente l’altro/a.

Evita di dare consigli se non sono richiesti.

E quando verrà il tuo turno, esprimiti usando il pronome personale “Io”. Dì come ti senti o ti sei sentita/o in modo diretto e sincero. Comunica i tuoi sentimenti, le emozioni provate, i valori in cui credi.

Schemi cognitivi disfunzionali

È molto importante prima di comunicare con gli altri, cercare di capire se la comunicazione con noi stessi è “pulita”, perché se ci sono di mezzo problemi di disistima o pregiudizi verso noi stessi/e, sarà difficile comunicare assertivamente con gli altri.

È fondamentale cercare di vagliare se dentro di noi abbiamo acquisito convinzioni limitanti derivate da pensieri e comportamenti disfunzionali.

Ti faccio alcuni esempi di pensieri disfunzionali:

  • Tutti mi devono amare.
  • Devo essere totalmente competente in questa cosa.
  • Gli altri stanno sempre bene.
  • Le persone spregevoli devono essere punite.
  • Devo assolutamente preoccuparmi di quella cosa e pensarci sempre perché é pericolosa.
  • Il mio passato mi perseguiterà per sempre.
  • Devo trovare una soluzione altrimenti sarà tutto un disastro.

È semplice comprendere che questo tipo di pensieri non porta a nulla di buono. Ma a volte sono così radicati nella nostra mente che diventano automatici, quasi in maniera inconscia.

Potremmo dire: “Vabbè, ovvio, se penso così, ci credo che le cose andranno male”, ma se osservi anche solo la sintassi di questa frase, ti balzerà subito all’occhio che essa stessa è disfunzionale.

Prova a stilare una lista di possibili tue convinzioni limitanti. Non giudicarti mentre lo fai. Non devi mostrare questa lista a qualcuno. È una cosa che fai per te.

E dopo averla fatta, chiediti: questo pensiero è basato su qualcosa di logico? Le mie paure sono davvero così devastanti? Non è che forse riesco a fare quella cosa che mi fa paura e magari mi riesce anche bene?

Insomma fai un piccolo test con te stesso/a e prima di tutto, sii assertivo/a con te.

Ricordati che sbagliare è assolutamente umano e molto utile al proprio miglioramento personale.

Idem per quella cosina del cambiare opinione. Noi cambiamo continuamente, ci evolviamo, studiamo impariamo, viviamo. Perciò è nella natura delle cose cambiare idea su qualcosa o qualcuno.

Non c’è niente di male in questo, anzi fa parte dell’accrescere la conoscenza di noi. Di affermare, prima con noi stessi/e e poi con gli altri, i nostri bisogni e valori.

Smetti di chiedere scusa

Non ti sto dicendo che non devi scusarti se hai sbagliato qualcosa o se hai ferito qualcuno, ma a volte abbiamo la tendenza a scusarci anche se respiriamo.

Hai presente quando dici: “Scusa se ti disturbo..”, o “Scusa se ti invio un’altra email..”, o “Forse ti sembrerà una cosa stupida ma…”.

Secondo te, cosa comunichi in questo modo?

Valorizzarti è fondamentale. Chiedere consiglio e confrontarsi lo è altrettanto. Ma poi bisogna avere fiducia nelle proprie idee.

Invece di dire: “Scusa se ti ho fatto una testa tanta con questa storia”, dì: “Grazie per avermi ascoltato/a”.

Invece di dire: “Scusa se ti rispondo solo adesso”, dì: “Grazie per la tua pazienza. Lo apprezzo molto”.

E per favore, non avere paura di dire no. Dire no spesso e volentieri significa dire sì a se stessi/e.

Se vuoi approfondire anche questo aspetto, puoi cliccare su: L’importanza di dire no.

Assertività: conclusioni

So che dietro l’incapacità di essere assertive/i spesso si cela la paura di essere giudicati/e negativamente ma, credimi, essere assertivi/e non vuol dire essere egoisti/e.

Vuol dire principalmente rispettarsi.

E sappi che solo se ti rispetti, se ti valorizzi, se hai piena coscienza di chi sei, di quali sono i tuoi talenti, allora sarai utile anche a chi e cosa sta fuori di te: le relazioni, il lavoro, le passioni.

Quando pensi di non farcela, prova a ricordarti quella volta in cui hai superato una situazione che sembrava impossibile da risolvere e tu, proprio tu, ci sei riuscita/o.

Buona vita, anima al contrario!

*foto di NEOSiAM by Pexels

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