Come trasformare la propria ombra in luce

Di tanti concetti che ho approfondito negli ultimi anni, quello dell’ombra resta uno dei più affascinanti.

Per questo ne ho studiato i più intimi aspetti in me e nelle persone che lavorano con me, perché ormai ne sono fermamente convinta: è integrando l’ombra in se stesse/i che si spalancano le porte verso una felicità vera e duratura.

Perché dico questo con tale convinzione?

Cerco di raccontarlo in maniera più semplice possibile nelle prossime righe.

Che cosa rappresenta l’ombra?

Partiamo dal cosa rappresenta l’ombra.

L’ombra è ciò che noi, nel corso della vita, abbiamo rifiutato e messo nel cantuccio del: “Ah, no, con me questa cosa non c’entra nulla”.

Noi ci etichettiamo come oneste/i, brave/i, pigre/i, ambiziose/i, fallite/i. L’elenco potrebbe continuare all’infinito.

Ognuna e ognuno di noi si giudica. A volte con un po’ di compassione, altre volte in maniera davvero spietata.

Appiccicandoci addosso quell’etichetta e quelle etichette, gettiamo nel pozzo dell’ombra tutto ciò che è il loro contrario.

Perciò se ci riteniamo oneste/i, penseremo peste e corna dei disonesti; se ci riteniamo puntuali, ci daranno follemente fastidio i ritardatari e le ritardatarie; se siamo persone silenziose e riservate, ci darà fastidio chi alza la voce. E così via.

Ombra mano e porta
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Come si manifesta l’ombra?

Ci sono anche altri aspetti da considerare.

Per esempio uno dei modi in cui l’ombra si manifesta è la malattia.

Sintomi come il mal di testa o il mal di schiena spesso nascondono il rifiuto della propria ombra.

Si dice che “nella malattia si è onesti”. Forse perché quando abbiamo a che fare con le problematiche fisiche, in qualche modo, il corpo ci costringe ad affrontare certi aspetti di noi che non vogliamo vedere, l’ombra per l’appunto.

Cosa sono le nostre ombre?

Cosa sono quindi le nostre ombre?

Sono quegli aspetti di noi che rifiutiamo e che, a volte, la vita ci para davanti anche insistentemente non perché voglia farci i dispetti ma perché lo scopo finale della vita è la nostra evoluzione personale.

E se siamo persone che tendono al proprio miglioramento personale, la vita fa a gara per aiutarci.

Sì, lo so, a volte ci piacerebbe riposare un attimo e non essere sempre sottoposte/i a prove, ma so anche, e credo lo sappia anche tu, che il beneficio che ci torna indietro ogni volta che superiamo uno step della nostra evoluzione è immenso e irrinunciabile.

Perciò adesso mettiamoci all’opera e vediamo come trasformare le nostre ombre in luce per la nostra vita.

Cosa significa integrare l’Ombra?

Integrare l’ombra significa innanzitutto riconoscerla in noi.

Affermare: “Ah io non sarò mai così, non farei mai questa cosa”, ci allontana velocemente da questa integrazione.

C’è una cosa importante che voglio dire a questo punto.

E anche a gran voce:

Non è che integrare e accettare vuol dire che, se noi siamo persone oneste, automaticamente diventiamo persone disoneste!

Aspetta, lo chiarisco meglio.

L’inganno della Legge dello Specchio

Ultimamente mi ritrovo davanti a certi video sui social che parlano della legge dello specchio, secondo il mio personale parere, in maniera errata o per lo meno superficiale.

Questi guru della crescita personale affermano che, se una cosa di una persona ti da fastidio, allora sicuramente quella cosa ce l’hai anche tu dentro.

Hai presente quando fai notare a qualcuno che magari ami (perché altrimenti chi te lo fa fare?!) che quel certo atteggiamento non è proprio carino e, a volte, fa soffrire gli altri e quel qualcuno invece di fare un minimo di auto-osservazione, se ne esce con: “Ma guarda che se ti da così fastidio, anche tu sei un po’ così.”?

Ecco, la legge dello specchio viene spiegata in questo modo.

Cerco allora di fare un po’ di chiarezza.

La legge dello specchio dice che gli altri e il tuo ambiente ti mostrano certe cose di te che altrimenti non vedresti. O come spesso accade (e qui è dove mancano questi video) lo specchio ti indica ciò che tu non desideri essere.

Per cui osservando lo specchio puoi pensare: “Ok, questa cosa ora la vedo bene, so che non è in linea con la persona che voglio essere e, sebbene so che esiste anche in me perché in me c’è tutto, ombra e luce, decido con il mio libero arbitrio di non agirla nella mia vita”.

Il concetto di ombra spiega che più tu lotti contro qualcosa, più quella cosa tu la rifiuti, non che tu debba identificarti con essa, altrimenti faresti la stessa cosa di quando ti identifichi con la tua parte di luce. Quindi di nuovo saresti in una situazione di dualità e non di integrazione.

Ecco, facciamo attenzione a questi dettagli, che fanno la differenza in un’analisi accurata del concetto di ombra.

Come si fa ad accettare l’ombra?

E adesso veniamo alla pratica.

Come facciamo ad accettare le nostre ombre?

Talmente non ci piacciono che, appunto, le rifiutiamo, non riusciamo automaticamente ad accettarle.

Beh, di certo il lavoro sulle ombre non è un lavoro semplice, né veloce. Ci vuole tempo, tanto amore verso se stesse/i e, spesso e volentieri, l’aiuto di un/a professionista che ci accompagni in questo percorso.

Accettare l’ombra vuol dire prima di tutto riconoscerla in noi.

Vuol dire mettere da parte quelle etichette che ci siamo affrancate e avere a che fare con queste strane creature, le ombre, che pensiamo brutte e cattive ma sono solo l’espressione dell’altra polarità, che è sempre nostra.

Si parte da qui.

Un esercizio pratica sull’ombra

Un esercizio che trovo molto efficace è quello di farsi delle domande e scrivere nero su bianco le risposte.

Per esempio potresti chiederti:

  • Cos’è che mi da così fastidio in quella persona o in quella situazione?
  • Cosa accadrebbe se io mi comportassi come quella persona?
  • In tutta onestà c’è un’esperienza personale che mi ha portato a crearmi una convinzione riguardo quell’atteggiamento/persona/situazione?
  • E se quell’atteggiamento trasformandolo in positivo mi portasse dei vantaggi, quali vantaggi sarebbero?

Se c’è una cosa che ho imparato negli anni su me stessa e con il lavoro di coach è che ogni ombra nasconde un dono.

Accettare che dentro di noi ci sono anche aspetti più o meno oscuri, ci permette di portare alla luce nuove qualità che sono già dentro di noi ma che, negandole, non abbiamo l’opportunità di sperimentare.

Cos’è l’ombra per Jung?

Colui che ha approfondito in psicologia meglio di chiunque altro il concetto di ombra è stato certamente Carl Gustav Jung.

Jung considerava l’ombra ciò che l’essere umano non riconosce in sé: l’altro, i difetti, lo sconosciuto. La proiezione all’esterno, negli altri, di ciò che noi rifiutiamo di noi stesse/i e più non la riconosciamo in noi, più la proiettiamo fuori.

Ecco cosa dice Jung stesso del lavoro sull’ombra:

«Se e quando un individuo fa un tentativo di vedere la sua ombra, egli diventa consapevole (e spesso si vergogna di) quelle qualità e impulsi che nega in sé stesso ma può chiaramente vedere negli altri – cose come l’egoismo, la pigrizia mentale e la trascuratezza ; le fantasie, gli schemi e le trame irreali; la negligenza e la codardia; l’amore smodato per il denaro e per i beni – … un lavoro di autoeducazione lungo e doloroso

Nella letteratura l’esempio più conosciuto che mostra come funziona l’ombra è Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde, dove il Dr Jekyll nel tentativo di negare e rifiutare Mr Hyde, alla fine, ne viene completamente inglobato e imprigionato.

Ecco cosa succede se rinneghiamo i nostri aspetti ombra. Più o meno, ovviamente.

Affrontare la propria ombra

Ora, senza arrivare agli estremi del Dr Jekyll che la letteratura, si sa, a volte può essere davvero macabra (ma anche questo ha il suo perché), affrontare e integrare il proprio Lato ombra, ci permette di trovare in noi innanzitutto l’equilibrio, poiché noi siamo duali, non uno.

In noi c’è bene e male, nero e bianco, brutto e bello.

E per prima cosa è necessario accettare questa dualità.

Inoltre i guadagni di affrontare la propria ombra sono numerosi:

  • una profonda conoscenza di noi,
  • maggiori possibilità di esprimere la nostra personalità e le nostre numerose qualità,
  • una vita più sana dal punto di vista fisico oltreché psicologico.

Ricordati che il fatto di relegare l’ombra nel cantuccio del “non la vedo”, non vuol dire che non esista. In tal senso, credo sia meglio sempre fare luce su tutti gli aspetti della nostra vita, perché è solo realizzando l’unità che il percorso verso la nostra felicità si compie.

E qui in queste pagine al contrario puntiamo sulla nostra felicità qui e ora, in questa vita, non altrove, non in un altro momento.

Tu cosa ne pensi? Hai mai affrontato una tua ombra, e com’è andata?

Se questo articolo ha suscitato il tuo interesse, trovi tanti altri spunti di riflessioni sulla mia pagina di Crescita Personale al contrario.

  • foto in questo articolo by pexels

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