Meditazione Trascendentale: come si pratica, benefici, controversie

Tra tutte le tecniche di meditazione, la meditazione trascendentale è sicuramente la più conosciuta e, probabilmente per questo motivo, anche la più controversa.

È considerata la meditazione dei VIP, sebbene io non ami molto questa definizione, perché dopo aver avuto un boom negli anni ’60 e ’70 grazie ad artisti di rilievo come i Beatles, è stata poi praticata da altri personaggi molto in vista come Oprah Winfrey, David Lynch e Lady Gaga.

Il risvolto positivo di questa notorietà è che è tra le pratiche meditative quella che vanta più ricerche e studi scientifici.

E questo sicuramente ci aiuta a comprendere meglio di cosa si tratta, quali sono i benefici reali e quali i rischi.

Le origini della meditazione trascendentale 

Le radici della meditazione trascendentale sono sempre da ricercare in quel paese da cui il Buddha nasce e con lui anche quasi tutte le altre tecniche e pratiche meditative.

La meditazione trascendentale non è però una religione.

La sua diffusione in occidente si deve allo Yogi Maharishi Mahesh che, dopo essersi laureato in fisica portando quindi un approccio scientifico e moderno a questa pratica, studiò e divenne poi maestro dell’antico insegnamento induista Advaita Vedanta da cui nasce la meditazione trascendentale.

Maharishi Mahesh dalla fine degli anni ’50 iniziò a diffonderla e insegnarla in tutto il mondo.

Il suo scopo era quello di rendere accessibile la comprensione dell’antico insegnamento vedico perché potesse essere praticato da chiunque, non solo dai monaci, convinto com’era che la strada per la pura coscienza fosse in realtà semplice.

Essendo basata anche sui suoi studi da fisico, Maharishi riteneva che la meditazione trascendentale fosse come un ponte armonizzante tra le varie parti del cervello.

Gli studi scientifici fatti successivamente si sono basati proprio sulle frequenze emanate dal cervello di chi praticava la meditazione trascendentale rispetto a chi non la praticava. 

La diffusione dei benefici rilevati da questi studi portò all’utilizzo della meditazione trascendentale nelle scuole, nella riabilitazione dei veterani di guerra, in varie patologie del corpo e della mente.

incensi e candele per meditazione trascendentale
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Quali sono i principi della meditazione trascendentale

La chiave della meditazione trascendentale è nella parola stessa “trascendere”.

Trascendere il pensiero, non eliminarlo.

Trascendere è andare oltre le emozioni, le situazioni, per attingere a quella che Maharishi ha definito Quarta Coscienza o Quarto Stato di Coscienza, uno stato di piena consapevolezza in cui mente, corpo e cuore sono un tutt’uno.

Non si tratta di Stato di Veglia che per Maharishi costituisce il Terzo Stato di Coscienza dopo lo Stato di Sonno e quello di Sogno.

Nel Quarto Stato di Coscienza, studiato e definito dagli scienziati “stato di veglia metabolico”, il cervello, o meglio tutto il corpo, è pienamente presente e capace di attingere a un’energia che non si esaurisce e che risiede dentro di noi.

Si raggiunge uno stato di estremo rilassamento fisico, muscolare e mentale, che diventa una vera e propria pratica di autoguarigione, in quanto secondo Maharishi (e non è l’unico a sostenerlo) nel corpo risiede tutto ciò che ci serve per guarire il corpo stesso, la mente e lo spirito.

È un concetto di cui ho parlato anche in altri articoli: quello di non dualità, o meglio di unità tra corpo e mente, io e l’ambiente, materia e spirito.

Ora sembrerà banale dirlo ma è ovvio che, se abbiamo cura del nostro corpo e della nostra mente, viviamo sicuramente una vita migliore. Tu dirai: la scoperta dell’acqua calda!

In verità la cosa interessante è che, essendoci numerosi studi scientifici sull’argomento, ne abbiamo le prove. Le statistiche parlano chiaro. Ma di questo ti parlo tra poco.

Naturalmente non è una cosa immediata. Ci vuole tempo, pratica e molta pazienza.

Per Maharishi gli stati di coscienza sono sette.

Dopo lo Stato di Coscienza Trascendentale, il quarto, ci sono la Coscienza Cosmica che è quella che ci permette di portare il quarto stato nella quotidianità, quindi quando non siamo in meditazione ma conduciamo le nostre vite di tutti i giorni.

Poi abbiamo lo Stadio di Coscienza Cosmica Raffinata, detta così perché lo stato di consapevolezza si eleva ulteriormente dando significato più profondo a ciò che ci succede.

Infine c’è il Settimo Stato di Coscienza o Coscienza di Unità, che per l’appunto è quello stato in cui percepisci di essere un tutt’uno con l’universo stesso, con il tuo ambiente e gli altri esseri viventi. Quella che il Buddha chiamava illuminazione.

Come si pratica la meditazione trascendentale?

Innanzitutto è importante sapere che, a differenza di altre pratiche meditative, la meditazione trascendentale, soprattutto all’inizio, va fatta insieme a un maestro esperto, un insegnante TM certificato. Qui trovi la lista degli insegnanti TM certificati in Italia.

Successivamente una volta appresa la tecnica, se lo si desidera, si può continuare la meditazione trascendentale da autodidatta.

La meditazione va fatta due volte al giorno, per circa 20 minuti, senza superare i 30 minuti, e a stomaco vuoto.

Ci si siede con la schiena dritta, le spalle rilassate, le mani appoggiate sulle ginocchia con i palmi rivolti verso il basso, gli occhi chiusi.

Il luogo scelto deve essere il più possibile tranquillo, lontano da distrazioni esterne, rumori, e suoni di qualunque natura.

Vanno bene candele e incensi profumati che possano conciliare lo stato di trascendenza.

Il maestro ti affida un mantra, personalizzato per te, perché possa aiutarti a concentrarti sul suono distogliendo la tua attenzione dai pensieri.

Si inizia come per tutte le meditazioni concentrandosi sul respiro, sull’aria che entra e sull’aria che esce dalle narici. Nel momento in cui la respirazione si è stabilizzata in un ritmo lento e profondo che è il tuo, rispettando chi tu sei, è il momento di introdurre nella meditazione il mantra affidatoti dal maestro.

Quali sono i mantra della meditazione trascendentale?

I mantra sono suoni che attivano una vibrazione ben precisa.

Ogni mantra attiva la sua frequenza, che è unica, esattamente come unici sono i suoi effetti su corpo e mente.

Ecco perché il maestro ne sceglie uno appositamente per te.

Che tu ne conosca o meno il significato, i benefici ci sono comunque. E questo te lo dice una che pratica lo stesso mantra da oltre 27 anni.

Di mantra ce ne sono tantissimi, dal più famoso Om, che è un invito alla nostra natura divina a emergere, a Io sono uno che ci ricorda proprio la nostra unicità con il tutto. 

Effetto meditazione trascendentale

Come dicevo all’inizio di questo articolo, le ricerche e gli studi scientifici sulla meditazione trascendentale sono davvero numerosi. E le pubblicazione relative parlano di notevoli benefici per il nostro benessere psico-fisico.

Tra questi:

  • Miglioramento della concentrazione
  • Aumento della creatività
  • Controllo dei pensieri
  • Riduzione della pressione sanguigna
  • Riduzione della soglia del dolore
  • Aumento delle difese immunitarie
  • Riduzione dell’ormone dello stress, il cortisolo, e di conseguenza degli stati ansiosi e depressivi
  • Aumento dell’autostima
  • Aumento della produzione di serotonina, l’ormone della felicità
  • Senso di pace, benessere, armonia
  • Benefici sul sistema nervoso

Controversie sulla meditazione trascendentale

Così come sono stati appurati notevoli benefici, alcuni scienziati puntano l’attenzione sui pericoli della meditazione trascendentale.

Cercherò di usare termini molto semplici perché questa non è una sede tecnica e poi perché mi piace che il concetto possa arrivare a più persone possibili in maniera comprensibile.

Mettendo in relazione più parti del cervello contemporaneamente che normalmente funzionano in alternanza, si attivano delle onde cerebrali che da un lato, come abbiamo visto, portano tanti benefici, dall’altro possono portare, soprattutto nei soggetti con particolari problematiche, all’acuirsi di stati psicofisici disfunzionali come quelli dissociativi. Il ché diventa problematico laddove la cosa non è seguita da medici specializzati e quindi potrebbe peggiorare situazioni già di loro molto delicate.

Inoltre alcuni studiosi segnalano che la ripetizione costante per anni dello stesso tipo di meditazione, qualunque essa sia, può portare ad assuefazione e dipendenza, esattamente come per una sostanza.

Fatta la dovuta premessa di essere seguiti da professionisti e medici nel caso siano presenti patologie di qualunque natura (mi raccomando ché la nostra vita è preziosa e dobbiamo averne cura), ti racconto la mia personale esperienza.


Pratico il Buddismo Mahayana da 27 anni e questo non mi ha impedito di conoscere e approfondire altre tecniche di meditazione e crescita personale, anzi personalmente trovo che aprirsi a più metodi per capire cosa è più vicino a ciò che desideriamo o che semplicemente fa più per noi, ci consente una maggiore consapevolezza dei nostri “doni”, di ciò che siamo in profondità, in quel famoso quarto stato di coscienza di cui parla Maharishi.

È un po’ come viaggiare in posti che non conosci: i paesaggi, la cultura, la lingua, il cibo sono diversi. Ed è quella diversità che ti permette di andare più in profondità, quel conoscere l’altro per conoscere te.

Così è anche per le pratiche meditative e di crescita personale, o per lo meno, come ho detto prima, questa è la mia esperienza.

Sono tutta orecchie, anzi tutta occhi, se ti va di raccontarmi la tua esperienza in un commento qui sotto.


Ho approfondito altre tecniche di meditazione negli articoli che ti lascio qui di seguito se anche tu sei interessata/o all’argomento:

*foto in questo articolo di Zoltan Tasi by unsplash e di Elina Fairytale by pexels

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