Cáceres cosa vedere nella città dei mille stemmi

Cáceres

Mi tampono la fronte per il caldo.

Alzo gli occhi al cielo e vedo un nido di cicogne.

Avevo visto in un video, tempo fa, come il maschio della cicogna torni prima della femmina dalle sue migrazioni per ripulire il nido e accogliere lei. Ed è minuzioso il maschio perché la cicogna deciderà in base al suo lavoro se tornare con lui e nidificare lì.

Una brezza ristoratrice mi attraversa tra le viuzze di Cáceres.

Quel centro storico, dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, mi ricorda tanto la mia Sicilia.

Romani, arabi, ebrei si sono susseguiti qui. Anche la mia terra ha conosciuto molti conquistadores.

Non c’è giudizio in questo.

È stato un bene? È stato un male? Io so solo che quello che è oggi è anche grazie a questo susseguirsi di culture.

In fondo chi più di me si sente in parte greca, in parte araba, in parte sveva?

Le note di Georgia On My Mind mi accompagnano attraverso l’Arco de La Estrella. Stasera si prepara il festival del Jazz e i musicisti provano gli strumenti.

Il Jazz è la musica ideale per questa città medievale di 90 mila abitanti che volge verso il Portogallo.

Difficile da raggiungere se non hai la macchina. Gli abitanti da tempo chiedono una rete ferroviaria migliore. E anche questo mi riporta alla mente la mia Sicilia dove persino i bus sono mezzi migliori dei treni.

E poi quelle case chiuse fino alle 18. Sembra non abiti nessuno qui. Ma poi la sera le porte e le finestre si aprono e queste viuzze iniziano a brulicare di gente…

… di aperitivi alle 21 e cene molto oltre…

… di risate e musica…

… di festival e tacchi alti.

Penso ai pellegrini che lungo il Cammino fanno una breve tappa qui, a Cáceres.

Che storia avranno? Cosa li ha portati qui? Cosa stanno cercando?

Penso agli ebrei che si sono stabiliti qui in tempi migliori e qui hanno convissuto in armonia con arabi e cristiani.

Si può, penso, mentre arrivano le notizie del nuovo conflitto israelo-palestinese.

Non è un caso che sono qui in questo preciso momento. Non è mai un caso.

Viaggiare è la cura per ogni divisione.

Le persone nel mondo ti insegnano sempre l’unione, l’armonia, il desiderio di una comunità felice.

Che importa quale lingua parlo? In quale dio credo?

Importa quel sorriso, quell’accoglierti, quel conoscere che a casa potresti solo sui libri. E sì, su internet, ovviamente. Ma nulla è comparabile con lo scoprirlo nel viaggio. Col farne esperienza.

Anche nel cibo c’è questa conoscenza.

Ritrovare sapori simili ai tuoi, oppure diametralmente opposti.

Chiedere, annusare, osservare.

E Cáceres, come tutta l’Estremadura, è territorio di vini, di formaggi, di ricette della tradizione contadina che diventano opere gourmet di chef stellati.

Iglesia de San Francisco Javier Cáceres
Iglesia de San Francisco Javier a Cáceres

Cosa vedere a Cáceres

E adesso veniamo alle informazioni pratiche ché è un attimo che mi faccio prendere dalle emozioni.

Plaza Mayor è un buon punto per iniziare il tuo tour a Cáceres.

Puoi metterti al centro e osservarne i dettagli a 360°.

Un tempo fu arena di tori e sede di mercato come testimoniano i portici dove si posizionavano le bancarelle per approfittare dell’ombra. Oggi è una piacevole piazza dove degustare un cafè solo o cortado in lentezza decantando la bellezza della Piazza.

Attraversando l’Arco de La Estrella si entra nella Ciudad Monumental, la città vecchia.

Salendo sulla Torre de Bujaco, chiamata anche Torre dell’Orologio, avrai una vista spettacolare sulla città e scoprirai subito il perché è stata scelta come set di numerose produzioni cinematografiche, tra cui l’imperante Games of Thrones (Il Trono di Spade). 

Vista dalla Torre de Bujaco a Cáceres
Vista dalla Torre de Bujaco a Cáceres

Continua verso Plaza de Santa Maria e la Concatredal de Cáceres.

Degni di visita sono anche i palazzi storici, in particolare Palacio de Los Golfines de Abajo e il Museo di Cáceres, costruito tra la Casa de Las Veletas e la Casa de Los Caballos, dove potrai goderti, tra le altre, opere di Picasso e Mirò.

Mostre interessanti e sempre nuove si susseguono a La Fondacion MCCB Mercedes Calles Carlos Ballestero a fianco a La Iglesia de San Francisco.

Merita assolutamente una visita, il Museo d’Arte Contemporanea Helga De Alvear, una fondazione privata che ospita gli artisti più importanti della storia contemporanea  da Picasso a Paul Klee, da Kandinsky a Gordillo in una struttura architettonica di oltre 3 mila mq che porta la firma di Emilio Tuñón.

Opera al museo d'arte contemporanea di Cáceres
Una delle opere al Museo d’Arte Contemporanea Helga De Alvear

Dove mangiare a Cáceres

L’Estremadura è famosa per la sua enogastronomia.

Il mio compito qui è quello di consigliarti tre posti con differenti budget a Cáceres dove poter trascorrere una piacevole serata gustando i sapori locali.

  • Partiamo da La Cacherreria dove potrai assaggiare ottime tapas accompagnate da cerveza o vino del territorio.
  • Un’alternativa perfetta, questa volta di fascia media, è il Restaurante Homarus che non è nella città storica ma fuori le mura, quindi facilmente raggiungibile in auto.
  • Se vuoi concederti un’esperienza degna di ben 3 stelle Michelin, il mio consiglio è Atrio. Una cantina tra le più belle e fornite dell’Estremadura, due chef dediti al territorio e, ancora una volta, il nome di Emilio Tuñón Alvarez che, insieme a Luis Moreno Mansilla, ne firma l’architettura.
Prodotti tipici Cáceres
Salumi e formaggi tipici di Cáceres

Dove dormire a Cáceres

Ti parlo come sempre della mia esperienza personale e dormire a Palacio de Oquendo a Cáceres è stata per me l’esperienza migliore in hotel in Estremadura.

Innanzitutto perché qui dormirai nella storia.

Palacio de Oquendo, che fa parte della NH Collection, è infatti un palazzo storico risalente al XVI secolo.

Ma è la cura dei dettagli la cosa che più noto negli hotel.

Adesso ti dirò una cosa che forse ti sembrerà strana ma io colgo proprio questi dettagli.

No, non sto parlando del salottino nelle camere con il caffè biologico e le tisane d’alta qualità, sebbene li abbia amati visto che io, a casa, appena mi alzo vado dritta alla macchinetta del caffè. 

Non sto parlando del letto King Size né della colazione di altissima qualità dotata di ogni tipo di latte vegetale e proposte vegan e gluten free.

Parlo del kit per il ciclo femminile. Ebbene sì, nel 2023 parliamo ancora di questo.

Per lavoro frequento molti alberghi, di ogni fascia, e mi capita di parlare con altre persone che frequentano più o meno spesso alberghi di ogni parte del mondo.

Davvero raramente trovo questo kit. Non ho mai capito perché il kit ago/filo lo trovi ovunque ma quello per il ciclo no.

Io noto questi dettagli perché questo tipo di attenzione è la vera cura al/la cliente. È ciò che fa la differenza.

Ovviamente non intendo solo questo. Ho citato questo come esempio eclatante di una cura al dettaglio che prevede l’omaggio all’arrivo in camera, l’ottima cucina del ristorante, il sorriso di chi ci lavora.

Ecco per me l’esperienza è questa cura.

Che poi è ciò che ho trovato a Cáceres. Pulizia delle strade, perfetta organizzazione, amore verso la propria città.

Sembrano piccole cose? No, sono grandi cose.


Se vuoi scoprire l’itinerario completo da fare in Estremadura clicca su:

Viaggio in Estremadura. Una Spagna Insolita

NH Hotel Dove dormire a Cáceres
L’atrio dell’ NH Hotel a Cáceres

Qui di seguito il link del sito dell’Ente del Turismo Spagnolo su Cáceres.

Come sviluppare relazioni sane e significative

relazioni sane di coppia

Consigli pratici per creare relazioni sane e migliorare le connessioni personali.

Detta così, sembrerebbe il solito articolo Bullet Point che… anche basta!

Mi piacerebbe in questa sede parlare da me a te come fossimo nella mia cucina a bere un caffè insieme. Ti va?

Allora accomodati mentre preparo la moka e, intanto, se ti fa piacere, raccontiamoci le nostre esperienze sulle relazioni sane o meno che abbiamo vissuto.

Su cosa si basa una relazione sana?

Ma io cosa ne so di come funziona una relazione sana?” – è una domanda che capisco perfettamente.

Sì, perché dal punto di vista professionale, conosco bene le dinamiche che portano o meno a delle relazioni sane e durature e so anche come aiutare le persone a sviluppare quel tipo di relazione, ma non si tratta solo di professionalità.

C’è l’esperienza personale perché, io per prima, mi sono fatta mille volte quella domanda dato che ho avuto solo un modello, quello dei miei genitori che si amano alla follia da sempre, che ancora oggi camminano mano nella mano.

Ma questo, se da un lato è bellissimo, dall’altro ti fa credere che ogni relazione al mondo sia così.

Finché, vivendo, ti accorgi che non è affatto così. O meglio che ci sono vari tipi di relazioni, alcune sane, altre meno e che non sono tutte uguali.

Relazione sana con te stessa/o

Mentre la moka borbotta ricordandomi che il caffè è quasi pronto, ti racconto di quando ho capito chiaramente che non potevo costruire alcuna relazione sana con chiunque se prima non l’avessi creata con me stessa.

Il punto principale di ogni relazione è che ci dimentichiamo che, se per prime/i noi non abbiamo un rapporto armonioso con noi stesse/i, non potremmo mai averne uno positivo con alcun altro/a al mondo.

Perciò partiamo da noi, da me, da te.

Proviamo ad osservarci onestamente. Anche ad ascoltarci. Senza giudicarci possibilmente. Dico “possibilmente” perché la cosa non è semplice. Ma su, proviamoci.

Sono certa che, se guardi te stessa/o con onestà, vedrai le qualità migliori che hai e anche quelle cose che magari vorresti migliorare.

Ecco, il primo passo da fare ora è…. No, non è darti addosso per queste ultime cose a causa delle quali non sei stata/ in grado di costruire relazioni sane.

Il primo passo da fare è accettarle e integrarle.

Può esserti utile in tal senso il mio articolo su come trasformare la propria ombra in luce.

Non cercare l’approvazione degli altri

Il caffè è pronto. Ti chiedo se vuoi dello zucchero mentre tu mi accenni a quanto tempo perdi cercando l’approvazione altrui.

E anche questa cosa la conosco molto bene. Ci sono passata anch’io e, in questa ricerca totalmente inutile, ci sono rimasta per troppo tempo.

Finché non mi è arrivata un’illuminazione, in realtà una craniata sul muro, ma dire “illuminazione” fa più figo.

Sai qual è stata questa illuminazione?

Gli altri ti ameranno quando tu ti amerai!

Ora so che potrebbe sembrare una frase da cioccolatino ma è una verità assoluta.

Dovevo ripartire da me. O meglio potevo, perché qui si tratta sempre di volontà personale. E io di volontà ne avevo tanta. La volontà di cambiare la situazione.

Solo quando inizi ad amarti per chi sei (non per cosa fai), solo quando ti riconosci nella bellezza della tua unicità, allora anche gli altri ti ameranno. Ti riconosceranno. Provato sulla pelle.

Non si tratta solo di belle parole ma di fatti concreti.

All’inizio non è facile, lo so bene, soprattutto se non l’hai mai fatto, se ti manca quel pezzetto perché magari non l’hai imparato da nessuno, perché ti è mancata l’attenzione fin da piccolo/a, lo capisco benissimo, ma sappi che tutto si può allenare, anche l’amore verso te stessa/o.

Arrivo con la tua tazzina.

un caffè per parlare di relazioni sane
*

Come costruire relazioni sane e felici

E adesso che siamo sedute/i comodamente una di fronte all’altra/o, possiamo addentrarci nell’argomento e indagare insieme quali sono gli elementi fondamentali di una relazione sana.

Perché per quanto noi possiamo essere individui solitari o festaiolo, siamo sempre animali sociali e interdipendenti, sempre.

Inoltre è dimostrato dalla scienza, non da me, anche se ho un po’ di esperienza al riguardo, che la vita si allunga quando si hanno relazioni sane e felici.

Perciò per lo meno proviamoci, che ne dici?

Attenzione al giudizio

Ne abbiamo accennato prima: il giudizio è una brutta bestia, sia verso di noi sia verso gli altri.

Stando al fatto che è impossibile non giudicare perché il cervello si è evoluto per migliaia d’anni con lo scopo di farci sopravvivere e giudicare in fretta è una sua prerogativa in tal senso, possiamo limitare quel giudizio.

Prendiamo atto perciò che giudichiamo sempre e, una volta fatto questo, cerchiamo di andare oltre e, obiettivamente, osservare chi abbiamo di fronte dandoci anche del tempo per farlo e, aggiungerei, anche tanta pazienza.

Non puoi cambiare l’altro

E dopo aver osservato con obiettività, mi auguro ci siamo riuscite/i, assumiamo come verità assoluta queste parole che ti invito a ripetere con me:

IO NON POSSO CAMBIARE NESSUNO!

Io non posso cambiare nessuno! Io non posso cambiare nessuno!

Chiaroooooooo?????

L’unica persona che possiamo cambiare siamo noi stessi/e.

Anche perché ti ricordo sempre quel principio della volontà. Io cambio se voglio cambiare, altrimenti resto come sono. Punto e basta!

E questo vale anche per l’altra persona. Cambia se e quando vuole cambiare. E noi non abbiamo alcun potere in questo.

Se vuoi, lo ripeto anche mille volte, ma credo tu abbia afferrato il concetto.

Rispetto della diversità reciproca

Partendo da questo presupposto necessario, che ci fa andare un attimo di traverso il caffè, facciamo un passetto avanti ricordandoci quell’altra parolina magica: Rispetto!

Siamo esseri umani tutti diversi, tutti unici, e ciò che piace a me non è detto che piaccia a te o alla persona con cui ti relazioni.

Il modo migliore per instaurare una relazione di rispetto è conoscere l’altra persona, farle delle domande su cosa ama, su cosa non sopporta, insomma mettersi in ascolto.

E solo a quel punto fare alcune considerazioni:

  • Alla luce di quello che so oggi, voglio davvero costruire una relazione con questa persona?
  • Se la risposta è sì, posso trovare dei compromessi laddove non troviamo punti di incontro?

Perché se la risposta a queste domande è no, allora meglio lasciar perdere altrimenti invece di una relazione sana potremmo iniziare qualcosa che non farà bene né a me né all’altra/o.

Aspettative e dipendenze affettive

Rispondere a queste domande affermativamente apre la porta inoltre a due aspetti fondamentali di una relazione sana:

  • non avere troppe aspettative! Dico troppe perché è nella natura umana avere delle aspettative, ma creare una relazione basata su continue aspettative porta solo a un logorio tuo e della relazione portandola inevitabilmente in un baratro senza via d’uscita.
  • evitare dipendenze affettive. Questo è un altro punto importantissimo. Una relazione sana non può essere creata tra due persone dipendenti. Quando c’è dipendenza, la relazione porta sempre e soltanto a soffrire. In questo caso è fondamentale farsi aiutare.

Fai una selezione

Altra cosa fondamentale è fare una selezione.

Sì, alcune persone lo trovano cinico. Io lo trovo sano.

Un tempo ero una grande attrazione per i vampiri energetici. Sto parlando di quelle persone che ti risucchiano dalla testa ai piedi.

Ti chiamano a mezzanotte per raccontarti delle loro relazioni con altri/e e ti tengono al telefono ore. Ti fanno notare se tu non le ascolti (peccato che dopo un’ora l’orecchio ti si è squagliato). Ti vogliono disponibile per loro h 24.

Potrei fare ancora mille esempi ma quello che mi preme dirti è che, finché non dirai un secco NO a queste persone, il loro vampirismo continuerà in eterno.

Poni dei confini

Con queste persone succhia-energia, ma anche con tutte le altre, è fondamentale mettere dei paletti, dei limiti invalicabili che tu e solo tu puoi stabilire.

Perché se per prima/o tu non incidi questi limiti dentro di te, non potrai mai comunicarli all’esterno. Sembrerai solo affannarti dicendo: “Non chiamarmi più! Non voglio più vederti!” –  etc. 

Invece, e anche qui parlo per esperienza personale, una volta che lo assumi dentro di te, queste persone, guarda caso, non ti chiameranno più perché lo sentiranno chiaramente che non si possono più avvicinare a te, che non sei più disponibile.

Ricordati che tu non sei il loro analista (a meno che tu non lo sia ovviamente)!

Il ruolo della solitudine nelle relazioni sane

Non c’è niente di meglio di un momento per sé per creare relazioni migliori.

Ritagliarsi dei momenti di solitudine, stare nel silenzio, con te e solo con te, nella natura, sul divano a leggere un libro, facendo journaling o meditazione, sono spazi assolutamente sani e fondamentali per costruire una relazione sana prima di tutto con te stessa/o e poi con gli altri.

Personalmente ho imparato ad ascoltarmi proprio ricercando i miei momenti di solitudine. E una volta che lo impari lì, allora sarai in grado di ascoltarti anche in mezzo a una folla.

So che, a volte, la solitudine fa paura.

Alcuni miei clienti, uomini in particolare, mi dicono che non riescono a stare in silenzio, preferiscono ascoltare un po’ di musica. Il ché va assolutamente bene, soprattutto all’inizio, ma allenarsi al silenzio è un’abitudine che porta immensi benefici. 

La paura è stare soli con se stessi.

La capisco naturalmente, ma so anche che, superare quella paura, ti permette di creare un rapporto solido con te stesso/a che porta quella solidità anche nelle relazioni esterne.

Vale la pena provarci.

Fiducia e onestà

Per quanto mi riguarda, la cosa più importante in una relazione sana e duratura è l’onestà, prima con se stesse/i, poi con la persona con cui si vuole costruire una relazione.

Fin dall’inizio è fondamentale instaurare una relazione di fiducia in cui le persone nella relazione si sentano a loro agio ad aprirsi, confrontarsi, dirsi come si sentono in relazione all’altra/o.

A questo proposito, essendo un argomento che mi sta molto a cuore, ho scritto un articolo su: Dire la verità o mentire, tu cosa scegli?

Comunica in modo empatico

Imparare a conoscere se stesse/i, essere sincere/i, porre dei confini sono tutte cose utili anche per ottenere un altro grande successo: saper comunicare.

Sì, perché spesso le relazioni si incrinano per cose fraintese, parole mal interpretate, atteggiamenti confusi.

Quando invece si crea una relazione basata sul rispetto, sull’ascolto, sulla condivisione, allora si crea anche una comunicazione empatica che è fondamentale nella costruzione di relazioni sane e durature.

La comunicazione empatica comporta anche la condivisione delle emozioni e questo non fa altro che avvicinarci all’altra/o, sentirla/o, comprenderla/o.

In questo articolo ho parlato a lungo dei vantaggi della comunicazione assertiva. Se vuoi approfondire l’argomento sulla comunicazione, ti consiglio di leggerlo.

mani intrecciate relazioni sane
*

Una relazione di coppia sana come funziona

Mentre ti vedo girare a vuoto il cucchiaino nella tazzina ormai senza caffè, mi guardi timidamente e mi chiedi: “E quando si tratta di una relazione di coppia?”.

Sorrido perché lo so che è un nodo per molte persone.

Perché costruire una relazione di coppia sana e felice è impresa davvero ardua nel nostro tempo dove lasciarsi è tanto semplice e veloce.

Su questo punto, mi sento di dirti innanzitutto che tutte le cose che ci siamo dette/i prima valgono assolutamente, se non di più, per le relazioni di coppia.

L’onestà reciproca, l’empatia, l’ascolto, il rispetto della diversità, tempi per te e l’altro insieme e separatamente sono basi imprescindibili.

Aggiungerei solo una cosa.

Non esiste una relazione di coppia uguale all’altra!

Quindi non fare paragoni, soprattutto con quelle coppie edulcorate che vedi sui social. La vita di coppia è fatta di bacini ma anche di piatti volanti. Non tutte ovviamente, ma si è capito il senso.

Inoltre ogni persona manifesta l’affetto a modo tutto suo: c’è la persona più affettuosa, quella meno fisica, quella che fa gesti piuttosto che dire parole e l’elenco potrebbe proseguire all’infinito.

Il punto è anche in questo caso farsi delle domande, chiedersi se davvero ci va bene stare in quella relazione, se ciò che proviamo è sano così come quello che prova l’altra persona, se nonostante le litigate il rapporto è solido e basato sul sostegno reciproco, se invece ciò che non tolleri supera ciò che ami nell’altra/o, se non fate squadra nei momenti cruciali, se siete entrambe/i felici dei successi reciproci.

Perché è in base a queste risposte che io personalmente ho deciso di investire nella mia relazione, anche se non è sempre stata idilliaca, se è stata ricca di salite impervie, ma mi ha dato modo di crescere, di conoscermi meglio e di conoscere meglio cos’è l’amore, non le aspettative, non il giudizio.

Ricordati: noi non possiamo cambiare l’altro! Noi possiamo agire solo su noi stesse/i.

Da qui devi partire sempre. E in questo dialogo sincero con te stessa/o decidere se iniziare/continuare una relazione o tagliare definitivamente.

Non c’è una decisione giusta o sbagliata di per sé, c’è una decisione giusta per te.

Mi auguro che questa chiacchierata davanti a un caffè ti sia stata utile e, se vuoi parlarne, ricordati che sono qui.

  • foto by pexels

Dove mangiare sulle colline piacentine e nei dintorni di Parma

carrello di formaggi ristorante castellaccio colline piacentine

Un territorio sobrio ed elegante, quello che da Parma scorre verso Piacenza tra valli, rocche, vigneti.

Non c’è ridondanza né retorica in questa terra fatta da gente che lavora sodo e ne va fiera.

Ogni cosa è semplice, o per lo meno lo appare, perché in verità c’è tanto lavoro dietro questi emiliani fieri.

Le colline piacentine, che su e giù volgono lo sguardo verso altre regioni, sono un piacevole scenario per un weekend alla scoperta del territorio.

E naturalmente per una pausa enogastronomica di tutto rispetto.

Vediamo insieme dove fermarsi per mangiare bene sulle colline piacentine.

Dove mangiare bene sulle colline piacentine

Trattorie, cantine, ristoranti stellati… la scelta è davvero notevole.

Io qui ti consiglierò i luoghi dove mangiare sulle Colline piacentine che ho provato personalmente.

Ristorante romantico sulle colline piacentine

Il Ristorante Castellaccio si trova in una posizione davvero incantevole.

Costruito sull’avamposto del Castello di Statto, dalle sue vetrate potrai ammirare il paesaggio delle colline piacentine mangiando piatti della tradizione come i Pisarei e fasò e i Tortelli.

Splendido, e quando dico splendido, intendo per tutti e 5 i sensi, il carrello di formaggi rigorosamente italiani (pensavo fossero finti da quanto erano belli).

Lo vedi nella foto di copertina dell’articolo.

Menu ristorante castellaccio dove mangiare sulle colline piacentine
I Pisarei e fasò del Ristorante Castellaccio

Degustazione di vini in cantina nel piacentino

Un’altra esperienza che i tuoi sensi ameranno è senz’altro la degustazione alla cantina Luretta.

Un’esperienza per gli amanti della storia visto che la cantina è all’interno di un castello privato, il Castello di Momeliano, dove la temperatura rimane costante sempre, estate e inverno.

Un’esperienza per la vista data la vallata che si spinge al di sotto della cantina.

Un’esperienza per il gusto perché qui alla cantina Luretta la tradizione viene esplorata per essere reinventata.

E anche un’esperienza per l’ambiente visto che la Cantina Luretta utilizza solo tecniche di agricoltura biologica.

Principessa è il nome romantico del loro metodo classico chardonnay, ottimi i rossi come il Pantera da Croatina, Barbera e Sauvignon ma certamente quella che più mi ha colpito è la loro Malvasia secca dal colore oro intenso e con un nome che, solo lui varrebbe l’assaggio, Boccadirosa.

Fatti raccontare dalla splendida padrona di casa, la signora Carla, il motivo per cui ha questo nome. Questa di per sé sarà un’esperienza nell’esperienza.

calice di vino cantine luretta colline piacentine

Dove mangiare nei dintorni di Piacenza in un castello medievale

Le colline Piacentine sono una zona ricca di castelli.

Ecco perché non poteva mancare un consiglio su dove mangiare proprio in un castello.

Il ristorante che ti propongo è la Taverna Medievale del Castello di Gropparello, una taverna a tradizione familiare nata dall’amore di una madre e portata avanti dalla passione di due figlie, Francesca che ora è la Sous chef, e Chiara che ne cura la sezione storica.

Menu taverna medievale ristorante colline piacentine
Burger di lenticchie alla taverna Medievale

Il Castello di Gropparello ha una storia molto, molto, molto interessante che ho raccontato nel mio articolo: I Castelli del Ducato di Parma e Piacenza.


Dove mangiare a Parma e dintorni 

Se ti sposti leggermente verso sud, ti consiglio anche due posti nei dintorni di Parma.

Partiamo da Langhirano e dalla Salumeria Ugolotti.

Una storia lunga un secolo e mezzo quella della salumeria Ugolotti perché nasce nel 1869 da uno dei mille di Garibaldi, Tognet d’Uglot.

I salumi che degusterai qui sono tutti di produzione artigianale a km 0, dal Prosciutto di Parma al Parmigiano Reggiano, dal Culatello alla Coppa

Io ho assaggiato anche la birra artigianale, la Birra di Parma, e l’ho trovata davvero molto buona.

prosciutto di parma
La parete di Prosciutti di Parma alla Salumeria Ugolotti

Mangiare ai piedi del Castello di Compiano

Nel borgo di Compiano, uno dei borghi più belli d’Italia, ai piedi dell’omonimo castello c’è un ristorante che è diventato uno dei miei top ristoranti del cuore.

Forse per la splendida vista che offre dai suoi tavoli, forse per la delicatezza dei suoi piatti, mi ha letteralmente conquistata.

Io non sono esattamente una “mangiona” e quel giorno ricordo che tra il caldo e la stanchezza non avevo affatto appetito eppure ho gustato letteralmente ogni pietanza. E ti assicuro che per me è roba decisamente inusuale.

Eccezionale l’uovo croccante su crema di parmigiano, pomodoro confit e chips di pancetta. Davvero delicati i tortelli di erbette e mitico il budino di ricotta e amaretti tradizionale.

Se visiterai il borgo e il castello, fermati a La vecchia Compiano, anche fosse per un dessert e per ammirare la vista.

uovo croccante menu antica compiano parma
L’uovo croccante alla Vecchia Compiano

Musei del cibo della Provincia di Parma

Una menzione che ci tengo a fare è quella dedicata ai Musei del Cibo della provincia di Parma, un circuito che ad oggi conta 7 musei:

  • Museo del Parmigiano Reggiano a Soragna
  • Museo della Pasta e del Pomodoro a Collecchio
  • Museo del Salame a Felino
  • Museo del Vino a Sala Baganza
  • Museo del Prosciutto di Parma a Langhirano
  • Museo del Culatello a Polesine
  • Museo del Fungo Porcino di Borgotaro

Sette musei a cui si aggiungerà l’anno prossimo l’ottavo, il Museo del Tartufo.

Parma è una regina quando si tratta di cibo e come ogni regina ha le sue rocche. Ecco questi musei sono le sue rocche, uno per ogni nobile del suo regno.

I prodotti di questa zona d’Italia sono eccellenza per il nostro paese e, come tali, i cittadini del luogo ci tengono a valorizzarli. Ecco il perché di questi otto musei che ne raccontano la storia, la genuinità, la qualità.

Ti lascio il link ufficiale dei Musei del Cibo per tutte le informazioni e gli eventi correlati.

Un consiglio che è una chicca

Questa è la storia di un uomo, un manager milanese che dopo 40 anni di carriera, si ritrova tra le mani un luogo e una storia antica che parla di uliveti nei dintorni di Piacenza.

Strano, vero? Uliveti in una zona che d’inverno va sotto zero e si ricopre di neve?

Eppure lui crede nei sogni.

E in fondo se è successo nel 1200, perché oggi non potrebbe riaccadere?

Il suo nome è Gianpaolo Bononi e, dopo svariate ricerche, trova questo terreno a Gropparello, nel piacentino. È lì che decide di impiantare ulivi biologici e che nel 2007 vede la luce Incanto Sublime, il primo olio extra vergine d’oliva biologico degli Olivi di Gianpa, l’azienda agricola Bononi, il primo Extravergine Piacentino Certificato presente nella guida Slow Food.

Una lezione di vita, quella di Gianpaolo Bononi, che, come lui stesso afferma: “dimostra che vale la pena affrontare le avversità”.

Che ne dici, vogliamo ricordarcelo ogni tanto?


La mia guida su dove mangiare sulle colline piacentine finisce qui ma continua nei commenti se vuoi consigliarmi un posto anche tu.

Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

salone castello di Rivalta

Hai presente il gioco del “Se fosse…”?

Ecco, se l’Italia fosse un castello sarebbe certamente il Ducato di Parma e Piacenza.

Ben 38 tra castelli, rocche, fortezze in un territorio che dall’Emilia Romagna abbraccia la Lunigiana da un lato, la Lombardia dall’altro.

Un luogo in cui immergersi in storie e leggende antiche.

E quando dico “antiche” intendo in alcuni casi anche ben più antiche del medioevo, come ti racconterò a breve.

Un Ducato quello di Parma e Piacenza che ancora oggi è fiero di ciò che è, delle persone che lo abitano e lo rendono vivo come se quel tempo non fosse mai passato.

Alla scoperta di quattro Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

Ti racconterò a modo mio di quattro castelli, ognuno diverso nella storia, nello spirito, persino nelle sue leggende.

Perciò mettiti comodo/a e goditi i racconti che verranno.

Si comincia!

Castello di Rivalta

Risalente all’anno 1000, dal 1400 il Castello di Rivalta nel piacentino è di proprietà della famiglia Landi.

Ancora oggi i discendenti dei Conti Zanardi Landi hanno il piacere di vivere nella loro residenza e condividerla con i visitatori.

Del Castello di Rivalta è possibile visitare moltissime stanze, tra cui il salone, la splendida sala da biliardo e naturalmente la cucina.

Probabilmente adesso ti chiederai: perché “naturalmente”?

Perché come ogni castello che si rispetti anche il Castello di Rivalta ha il suo fantasma e, nel caso del Castello di Rivalta, il suo regno era proprio la cucina.

Si narra che Giuseppe, il cuoco della famiglia Landi nel 1700 si innamorò della moglie del maggiordomo che, come puoi immaginare, non gradì la liaison e pensò bene di uccidere Giuseppe.

Da allora sembra che il cuoco dei Landi allieti gli ospiti accendendo e spegnendo le luci a suo piacimento.

Una curiosità interessante è che il Castello di Rivalta è stato più volte residenza di vacanza per i reali d’Inghilterra e d’Olanda.

Chissà se la regina Elisabetta ha fatto la conoscenza del cuoco Giuseppe. Purtroppo non credo lo sapremo mai!

sala da pranzo castello di Rivalta
La vista dalla sala da pranzo del Castello di Rivalta – Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

Castello di Gropparello

E se il Castello di Rivalta è abitato da un fantasma, beh, al Castello di Gropparello ne troverai una vera famiglia.

Ma partiamo con ordine.

Nel 1994 Gianfranco Gibelli (matematico, non lo sottolineo a caso) e sua moglie Rita acquistano il Castello di Gropparello.

Lasciano Milano e la vita cittadina e, insieme alle loro figlie, Francesca e Chiara, si trasferiscono nella loro nuova dimora principesca.

Fin da subito si accorgono di non essere gli unici abitanti di questo luogo scelto dai Celti nel IV secolo a.C. come centro energetico di culto. Dalla Torre infatti è facilmente visibile un altare costruito nella roccia oceanica proprio dai Celti.

Ci sono altri elementi davvero “particolari” in questo Castello come il grande Camino Alchemico nella Sala Rinascimentale e certe parti che sono ancora inaccessibili.

Fin dai primi giorni di permanenza al Castello, la famiglia Gibelli inizia a sentire battiti provenire dai muri, trascinamenti dai piani superiori, camini che si accendono improvvisamente. Così Gianfranco e sua moglie iniziano a indagare.

Scoprono dapprima della morte di Rosania, signora del Castello che il marito Pietro da Cagnano murò viva in una cella perché la credeva infedele.

Rosania è certamente quella che fa sentire di più la sua presenza. Ma anche Pietro si manifesta e, come dice Rita, anche lui forse ha bisogno di una preghiera.

Ci sono anche i cavalieri, un monaco e un antico druido che è probabilmente il più antico abitante del luogo e, forse chissà, è rimasto a proteggerlo.

Una delle cose più belle nel racconto di Gianfranco, Rita, Francesca e Chiara è che loro sono dichiaratamente una famiglia allargata che vive questa condizione inusuale come fosse una risorsa, una ricchezza proprio per la vita, incarnata e disincarnata.

Come se entrambe le parti, l’aldiquà e l’aldilà, qui siano unite, non separate, che poi come sa chi bazzica tra queste pagine al contrario è un argomento a me caro, l’unità delle polarità: uomo/donna, materia/spirito, bene/male. 

La storia di Gropparello è raccontata dallo stesso Gianfranco Gibelli nel suo libro “La compagnia invisibile” che, se sei appassionata/o di storie e leggende, devi assolutamente leggere.

Altare Celtico Castello di Gropparello Castelli del Ducato di parma e Piacenza
L’altare celtico visto dalla torre del Castello di Gropparello – Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

Castello di Compiano

Dall’alto di Compiano, uno dei borghi più belli d’Italia, svetta l’omonimo Castello.

Il Castello di Compiano vanta proprietari davvero illustri, dai principi Landi alla famiglia Farnese, ed è stato abitato fino al 1987 dall’ultima proprietaria, la marchesa Lina Gambarotta.

Nel castello la marchesa ospitò personaggi come D’Annunzio e Marinetti. Lei amica di Eva Peron, come testimonia un libro con dedica scritta proprio dalla first lady argentina alla sua amica Lina, che troverai in una delle sale del Castello.

Lina arredò il Castello con oggetti da collezione provenienti dai suoi viaggi intorno al mondo, oltreché a quelli di famiglia.

Quando la marchesa Gambarotta morì, non avendo eredi, donò la sua casa al comune di Compiano con l’unica indicazione di lasciare tutto così come lei l’aveva lasciato.

Al Castello di Compiano potrai anche visitare il Museo Massonico, chiamato anche “Orizzonti Massonici”, dove troverai moltissimi oggetti della massoneria inglese, francese, italiana e persino indiana.

Un vero parco giochi per gli amanti dell’esoterismo.

Dedica Eva Peron per Lina Gambarotta Castello di Compiano
La dedica di Eva Peron alla sua amica Lina Gambarotta al Castello di Compiano

Tra i Castelli di Parma più belli svetta il Castello di Torrechiara. Io ne sono follemente innamorata perché quello di Torrechiara non è un Castello con storie di combattimenti o violenza ma un luogo nato per amore e destinato all’amore. Del Castello di Torrechiara ho raccontato la bellissima storia nell’articolo: Tour tra i Castelli dell’Appennino tosco-emiliano.


Quanti sono i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

L’elenco dei castelli del Ducato di Parma e Piacenza, come ti accennavo, non si limita a questi quattro castelli che ho avuto il piacere di visitare.

Ti lascio qui di seguito la lista completa e, nella foto subito sotto l’elenco, la mappa.

  • Castello del Piagnaro, Pontremoli
  • Fortezza di Bardi, Parma
  • Reggia di Colorno, Parma
  • Rocca Sanvitale di Fontanellato, Parma 
  • Castello di Montechiarugolo, Parma
  • Antica Corte Pallavicina di Polesine Parmense, Parma
  • Castello di Roccabianca, Parma
  • Rocca di Sala Baganza, Parma
  • Rocca dei Rossi di San Secondo, Parma
  • Castello di Scipione dei marchesi Pallavicino, Parma
  • Rocca Meli Lupi di Soragna, Parma
  • Castello di Tabiano, Parma
  • Castello Pallavicino di Varano De Melegari, Parma
  • Castello di Felino, Parma
  • Castello di Noceto, Parma
  • Castello di Contignaco, Parma
  • Rocca dei Terzi di Sissa, Parma
  • Rocca La Valle di Castrignano, Parma
  • Rocca Pallavicino di Busseto, Parma
  • Castello e Rocca Anguissola Scotti, Gonzaga ad Agazzano, Piacenza
  • Castello Malaspina Dal Verme di Bobbio, Piacenza
  • Rocca Viscontea di Castell’Arquato, Piacenza
  • Rocca d’Olgisio, Piacenza
  • Castello di Paderna, Piacenza
  • Palazzo Farnese, Piacenza
  • Castello di San Pietro in Cerro, Piacenza
  • Mastio e Borgo di Vigoleno, Piacenza
  • Castello di Castelnuovo Fogliani, Almeno
  • Castello Malaspina di Gambero a Ferriere, Piacenza
  • Castello di Riva a Ponte dell’Olio, Piacenza
  • Palazzo Ducale a Guastalla, Reggio Emilia
  • Castello di Sarzano, Casina (Reggio Emilia)
  • Castello di Bianello, Quattro Castella (Reggio Emilia)
  • Borgo e Rocchetta di Castellarano, Reggio Emilia.
Mappa castelli del Ducato di Parma e Piacenza
La mappa dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza

Castelli del Ducato di Parma e Piacenza dove dormire

E sì, è possibile dormire proprio dentro i castelli del Ducato di Parma e Piacenza, non in tutti, ma sicuramente nei tre che ti ho raccontato sopra.

Io ho avuto il piacere di essere ospite al Castello di Rivalta nella Dimora Storica Torre San Martino.

Le camere sono arredate con bauli e letti a baldacchino proprio come erano arredate un tempo le camere del castello. Inoltre alla Dimora è possibile rilassarsi nella Spa, pranzare al Bistrot oppure organizzare il tuo matrimonio.

Trovi la lista completa degli alloggi di charme del Ducato a questa pagina del sito CastellidelDucato.

Card del Ducato 2023

Sempre sullo stesso sito puoi trovare tutte le informazioni sulla Card del Ducato con tutti i punti vendita per acquistarla a soli 2,50 €.

La card del Ducato, valida un anno dall’acquisto, ti permette di visitare tutti i Castelli del Ducato di Parma e Piacenza con sconti e offerte sui prezzi dei biglietti ma anche sui pernottamenti negli alloggi di charme, visite guidate, musei, etc.

Castelli del Ducato eventi

Ti consiglio di visitare il sito anche per tutti gli eventi che vengono organizzati nei vari Castelli.

Ci sono eventi a tema come quello dedicato ad Halloween o il Parco delle Fiabe al Castello di Gropparello per far rivivere le atmosfere di un tempo ai bambini e ancora le tante manifestazioni a tema enogastronomico.

Insomma ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età.


E se vuoi esplorare di più questa zona, forse ti saranno utili anche ai miei articoli su:

Come trasformare la propria ombra in luce

come affrontare la propria ombra

Di tanti concetti che ho approfondito negli ultimi anni, quello dell’ombra resta uno dei più affascinanti.

Per questo ne ho studiato i più intimi aspetti in me e nelle persone che lavorano con me, perché ormai ne sono fermamente convinta: è integrando l’ombra in se stesse/i che si spalancano le porte verso una felicità vera e duratura.

Perché dico questo con tale convinzione?

Cerco di raccontarlo in maniera più semplice possibile nelle prossime righe.

Che cosa rappresenta l’ombra?

Partiamo dal cosa rappresenta l’ombra.

L’ombra è ciò che noi, nel corso della vita, abbiamo rifiutato e messo nel cantuccio del: “Ah, no, con me questa cosa non c’entra nulla”.

Noi ci etichettiamo come oneste/i, brave/i, pigre/i, ambiziose/i, fallite/i. L’elenco potrebbe continuare all’infinito.

Ognuna e ognuno di noi si giudica. A volte con un po’ di compassione, altre volte in maniera davvero spietata.

Appiccicandoci addosso quell’etichetta e quelle etichette, gettiamo nel pozzo dell’ombra tutto ciò che è il loro contrario.

Perciò se ci riteniamo oneste/i, penseremo peste e corna dei disonesti; se ci riteniamo puntuali, ci daranno follemente fastidio i ritardatari e le ritardatarie; se siamo persone silenziose e riservate, ci darà fastidio chi alza la voce. E così via.

Ombra mano e porta
*

Come si manifesta l’ombra?

Ci sono anche altri aspetti da considerare.

Per esempio uno dei modi in cui l’ombra si manifesta è la malattia.

Sintomi come il mal di testa o il mal di schiena spesso nascondono il rifiuto della propria ombra.

Si dice che “nella malattia si è onesti”. Forse perché quando abbiamo a che fare con le problematiche fisiche, in qualche modo, il corpo ci costringe ad affrontare certi aspetti di noi che non vogliamo vedere, l’ombra per l’appunto.

Cosa sono le nostre ombre?

Cosa sono quindi le nostre ombre?

Sono quegli aspetti di noi che rifiutiamo e che, a volte, la vita ci para davanti anche insistentemente non perché voglia farci i dispetti ma perché lo scopo finale della vita è la nostra evoluzione personale.

E se siamo persone che tendono al proprio miglioramento personale, la vita fa a gara per aiutarci.

Sì, lo so, a volte ci piacerebbe riposare un attimo e non essere sempre sottoposte/i a prove, ma so anche, e credo lo sappia anche tu, che il beneficio che ci torna indietro ogni volta che superiamo uno step della nostra evoluzione è immenso e irrinunciabile.

Perciò adesso mettiamoci all’opera e vediamo come trasformare le nostre ombre in luce per la nostra vita.

Cosa significa integrare l’Ombra?

Integrare l’ombra significa innanzitutto riconoscerla in noi.

Affermare: “Ah io non sarò mai così, non farei mai questa cosa”, ci allontana velocemente da questa integrazione.

C’è una cosa importante che voglio dire a questo punto.

E anche a gran voce:

Non è che integrare e accettare vuol dire che, se noi siamo persone oneste, automaticamente diventiamo persone disoneste!

Aspetta, lo chiarisco meglio.

L’inganno della Legge dello Specchio

Ultimamente mi ritrovo davanti a certi video sui social che parlano della legge dello specchio, secondo il mio personale parere, in maniera errata o per lo meno superficiale.

Questi guru della crescita personale affermano che, se una cosa di una persona ti da fastidio, allora sicuramente quella cosa ce l’hai anche tu dentro.

Hai presente quando fai notare a qualcuno che magari ami (perché altrimenti chi te lo fa fare?!) che quel certo atteggiamento non è proprio carino e, a volte, fa soffrire gli altri e quel qualcuno invece di fare un minimo di auto-osservazione, se ne esce con: “Ma guarda che se ti da così fastidio, anche tu sei un po’ così.”?

Ecco, la legge dello specchio viene spiegata in questo modo.

Cerco allora di fare un po’ di chiarezza.

La legge dello specchio dice che gli altri e il tuo ambiente ti mostrano certe cose di te che altrimenti non vedresti. O come spesso accade (e qui è dove mancano questi video) lo specchio ti indica ciò che tu non desideri essere.

Per cui osservando lo specchio puoi pensare: “Ok, questa cosa ora la vedo bene, so che non è in linea con la persona che voglio essere e, sebbene so che esiste anche in me perché in me c’è tutto, ombra e luce, decido con il mio libero arbitrio di non agirla nella mia vita”.

Il concetto di ombra spiega che più tu lotti contro qualcosa, più quella cosa tu la rifiuti, non che tu debba identificarti con essa, altrimenti faresti la stessa cosa di quando ti identifichi con la tua parte di luce. Quindi di nuovo saresti in una situazione di dualità e non di integrazione.

Ecco, facciamo attenzione a questi dettagli, che fanno la differenza in un’analisi accurata del concetto di ombra.

Come si fa ad accettare l’ombra?

E adesso veniamo alla pratica.

Come facciamo ad accettare le nostre ombre?

Talmente non ci piacciono che, appunto, le rifiutiamo, non riusciamo automaticamente ad accettarle.

Beh, di certo il lavoro sulle ombre non è un lavoro semplice, né veloce. Ci vuole tempo, tanto amore verso se stesse/i e, spesso e volentieri, l’aiuto di un/a professionista che ci accompagni in questo percorso.

Accettare l’ombra vuol dire prima di tutto riconoscerla in noi.

Vuol dire mettere da parte quelle etichette che ci siamo affrancate e avere a che fare con queste strane creature, le ombre, che pensiamo brutte e cattive ma sono solo l’espressione dell’altra polarità, che è sempre nostra.

Si parte da qui.

Un esercizio pratica sull’ombra

Un esercizio che trovo molto efficace è quello di farsi delle domande e scrivere nero su bianco le risposte.

Per esempio potresti chiederti:

  • Cos’è che mi da così fastidio in quella persona o in quella situazione?
  • Cosa accadrebbe se io mi comportassi come quella persona?
  • In tutta onestà c’è un’esperienza personale che mi ha portato a crearmi una convinzione riguardo quell’atteggiamento/persona/situazione?
  • E se quell’atteggiamento trasformandolo in positivo mi portasse dei vantaggi, quali vantaggi sarebbero?

Se c’è una cosa che ho imparato negli anni su me stessa e con il lavoro di coach è che ogni ombra nasconde un dono.

Accettare che dentro di noi ci sono anche aspetti più o meno oscuri, ci permette di portare alla luce nuove qualità che sono già dentro di noi ma che, negandole, non abbiamo l’opportunità di sperimentare.

Cos’è l’ombra per Jung?

Colui che ha approfondito in psicologia meglio di chiunque altro il concetto di ombra è stato certamente Carl Gustav Jung.

Jung considerava l’ombra ciò che l’essere umano non riconosce in sé: l’altro, i difetti, lo sconosciuto. La proiezione all’esterno, negli altri, di ciò che noi rifiutiamo di noi stesse/i e più non la riconosciamo in noi, più la proiettiamo fuori.

Ecco cosa dice Jung stesso del lavoro sull’ombra:

«Se e quando un individuo fa un tentativo di vedere la sua ombra, egli diventa consapevole (e spesso si vergogna di) quelle qualità e impulsi che nega in sé stesso ma può chiaramente vedere negli altri – cose come l’egoismo, la pigrizia mentale e la trascuratezza ; le fantasie, gli schemi e le trame irreali; la negligenza e la codardia; l’amore smodato per il denaro e per i beni – … un lavoro di autoeducazione lungo e doloroso

Nella letteratura l’esempio più conosciuto che mostra come funziona l’ombra è Lo strano caso del Dr Jekyll e Mr Hyde, dove il Dr Jekyll nel tentativo di negare e rifiutare Mr Hyde, alla fine, ne viene completamente inglobato e imprigionato.

Ecco cosa succede se rinneghiamo i nostri aspetti ombra. Più o meno, ovviamente.

Affrontare la propria ombra

Ora, senza arrivare agli estremi del Dr Jekyll che la letteratura, si sa, a volte può essere davvero macabra (ma anche questo ha il suo perché), affrontare e integrare il proprio Lato ombra, ci permette di trovare in noi innanzitutto l’equilibrio, poiché noi siamo duali, non uno.

In noi c’è bene e male, nero e bianco, brutto e bello.

E per prima cosa è necessario accettare questa dualità.

Inoltre i guadagni di affrontare la propria ombra sono numerosi:

  • una profonda conoscenza di noi,
  • maggiori possibilità di esprimere la nostra personalità e le nostre numerose qualità,
  • una vita più sana dal punto di vista fisico oltreché psicologico.

Ricordati che il fatto di relegare l’ombra nel cantuccio del “non la vedo”, non vuol dire che non esista. In tal senso, credo sia meglio sempre fare luce su tutti gli aspetti della nostra vita, perché è solo realizzando l’unità che il percorso verso la nostra felicità si compie.

E qui in queste pagine al contrario puntiamo sulla nostra felicità qui e ora, in questa vita, non altrove, non in un altro momento.

Tu cosa ne pensi? Hai mai affrontato una tua ombra, e com’è andata?

Se questo articolo ha suscitato il tuo interesse, trovi tanti altri spunti di riflessioni sulla mia pagina di Crescita Personale al contrario.

  • foto in questo articolo by pexels